Agricoltura
Puglia, a Foggia nasce la prima fattoria sociale
La Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus di Foggia è stata iscritta al n. 1 dell’elenco regionale delle fattorie sociali, prima realtà a ricevere questo tipo di certificazione che ribadisce l’importanza che comparti come agricoltura, salute e welfare possono offrire nel campo delle prestazioni socio-assistenziali e socio-sanitarie per i più fragili. Ora bisogna concludere l’iter normativo del provvedimento
La determina regionale è la n. 00267 e porta la data del 29 giugno 2023. Per la Puglia rappresenta una giornata importante, perché l’azienda agricola che fa capo alla Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus è stata iscritta al n. 1 dell’elenco regionale delle fattorie sociali, prima realtà a ricevere questo tipo di certificazione che ribadisce l’importanza che comparti come agricoltura, salute e welfare possono offrire nel campo delle prestazioni socio-assistenziali e socio-sanitarie. Reinserimento sociale e lavorativo, assistenza terapeutica e psicologica, salvaguardia della biodiversità, aiuto alle persone con disabilità, ai minori, agli adulti in situazioni di fragilità. Tutti interventi che adesso vengono codificati ed individuati nella determina “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”, aprendo nei territori pugliesi la figura delle fattorie sociali, che accompagnano la produzione agricola con attività di carattere sociale in un’ottica di multifunzionalità.
«In questi anni abbiamo ridisegnato un territorio, stando attenti alle opportunità offerte dai bandi pubblici e privati. Abbiamo preso tre ruderi per trasformarli in tre bellissime masserie, dove abbiamo piantato alberi d’ulivo, melograni, orti» dice Rita De Padova, presidente della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, «La Fondazione ha due gambe, una sociale ed una agricola. La metà dei terreni, circa 600 ettari, sono a coltivazione biologica, perché abbiamo messo intorno ad un tavolo produttori di grani e di oli per realizzare prodotti di qualità e provare ad andare oltre il ruolo di assistenti sociali del disagio. L’attività educativa per chi vive situazioni di disagio va inserita, secondo noi, in un contesto di sviluppo locale e territoriale». Di qui, l’intuizione di dare vita ai primi orti sociali “Mamma Margherita”, come la mamma di San Giovanni Bosco, il sacerdote salesiano la storia di vita oltre 40 anni fa ha ispirato gli operatori di Emmaus impegnati ad aiutare le persone più fragili, partendo dalla tossicodipendenza all’accoglienza di migranti, poveri e persone con problemi di salute mentale.
L’attività educativa per chi vive situazioni di disagio va inserita, secondo noi, in un contesto di sviluppo locale e territoriale
– Rita De Padova
«Masseria De Vargas, in particolare, che si trova a pochi chilometri dalla città di Foggia è un centro sociale a tutti gli effetti, perché ospita 80 orti sociali, 80 fazzoletti di terra, assegnati soprattutto ai giovani della città, a chi ha bambini in casa, per far diventare la fattoria luogo di comunità territoriale. Abbiamo gli orti per la Casa per Vita, che accoglie persone con disagio psichiatrico; gli orti delle associazioni che si occupano di bambini e ragazzi con disabilità, in particolare di autismo, dove i genitori trovano soluzioni nuove per i loro figli attraverso l’attività di agricoltura. E tanto altro, tra cui la Scuola dei Mestieri per la prevenzione e il contrasto alla dispersione scolastica» aggiunge De Padova. «Percorsi di orto d’aiuto volti allo sviluppo di abilità, puntando sull’inclusione sociale e lavorativa. Prestazioni in grado di affiancare e supportare terapie mediche e psicologiche attraverso la realizzazione dell’agricoltura sociale, che passa anche per la cura e la raccolta di melanzane, pomodori e zucchine coltivate negli orti». Tutti progetti, dunque, fin qui resi possibili attraverso l’intercettazione di bandi pubblici e privati che hanno permesso alla Masseria De Vargas di sperimentare attività, interventi, presi in carico complesse di bambini ed adulti con fragilità diverse, che hanno migliorato la qualità della vita non solo dei beneficiari ma anche dei loro famigliari.
La recente normativa pugliese va quindi integrata per migliorarne l’applicazione. Di qui, l’esigenza di organizzare momenti di confronto e di incontro con i dipartimenti della Regione Agricoltura, Promozione della Salute, Welfare. «Abbiamo costruito questo accreditamento, il primo di questo genere che si fa nella Regione Puglia, che diventa apripista per tutte quelle organizzazioni che a vario titolo si occupano di agricoltura sociale, uno degli strumenti innovativi per fornire prestazioni socio sanitarie e socio assistenziali alle persone più fragili grazie alla multifunzionalità dell’agricoltura, favorendo anche occasioni di inserimento lavorativo per soggetti fragili» conclude Antonio De Maso, direttore generale della Fondazione Siniscalco. «Alle istituzioni regionali che hanno normato questo intervento chiediamo di terminare l’iter della normativa e fare in modo che l’agricoltura sociale sia a servizio delle persone fragili di tutta la regione Puglia».
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