Migranti

Polizzi Generosa di nome e di fatto: per noi accogliere i migranti è una ricchezza

«Quando si fa qualcosa per gli altri è sempre bello», dicono le due insegnanti, Giuseppina Di Fiore e Giuseppina Zafrana, che da volontarie danno lezioni di italiano alle persone migranti accolte nel Sai del piccolo comune siciliano. Ma qui è tutta la comunità ad aver accettato la sfida dell'accoglienza. A partire dal sindaco

di Gabriella Debora Giorgione

Si chiamano entrambe Giuseppina e sono due docenti di italiano in pensione. Non ci hanno pensato due volte a donare il proprio tempo e le proprie competenze alle famiglie migranti che stanno arrivando nel progetto del Sistema accoglienza integrazione-Sai di Polizzi Generosa, un piccolo comune in provincia di Palermo.


A settembre del 2023 nel Sai arrivano le prime famiglie e la comunità di Polizzi si mobilita: il dirigente scolastico per l’inserimento dei bambini, il distretto sanitario per i protocolli di salute, il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti-Cpia per i corsi di apprendimento della lingua italiana, tutte le associazioni culturali.

È tutto è più semplice di quanto ci si immagina: la forza della solidarietà in un colpo abbatte pregiudizi, barriere, mura

– Gandolfo Librizzi, sindaco di Polizzi Generosa

«È la forza travolgente della solidarietà che, in un colpo, abbatte pregiudizi, barriere, mura, scompaginando tutto, soprattutto le illusorie scuse personali e collettive dietro alle quali ci si nasconde per un alibi di comodo, permette di incontrare le persone e di offrire il meglio di sé, se solo ci si lascia andare con il dire un sì piuttosto che un no», dice Gandolfo Librizzi, sindaco di Polizzi Generosa. Dopo le prime accoglienze, racconta che «Alla fine, tutto è più semplice di quanto ci si immagina: gli sguardi delle persone che s’incrociano, la festività spontaneità dei bambini, una stretta di mano e un sorriso per sancire il benvenuto e per creare quelle condizioni minime per fare sentire a casa propria, dopo un lungo e tribolato viaggio, i nuovi arrivati da una terra lontana e martoriata».

L’accoglienza della prima famiglia arrivata a Polizzi Generosa

Per potenziare il percorso di alfabetizzazione alla lingua italiana delle persone accolte nel Sai, Librizzi ha lanciato una “call” ai polizzani. Giuseppina Di Fiore e Giuseppina Zafrana, insegnanti di italiano in pensione, hanno prontamente risposto e da qualche settimana sono tornate tra i banchi di scuola.
«In realtà noi avevamo già seguito un’altra famiglia siriana, qualche tempo fa», dice Giuseppina Zafrana. Una vita dedicata all’insegnamento, qualche anno di precariato, poi l’assegnazione nel piccolo comune delle Madonie, Zafrana conosce anche l’emigrazione: per tre anni, infatti, lei e suo marito vivono e lavorano a Torino, poi riescono a rientrare nella loro Sicilia, insieme ai due figli: uno adesso è emigrato definitivamente a Trento, l’altro invece è rimasto a Polizzi Generosa.
«Anche io e mio marito siamo stati “emigranti”, so come ci si sente», continua Giuseppina Zafrana che insieme alla collega dedica due giorni alla settimana alle lezioni in biblioteca. In totale sei ore durante le quali con le famiglie del Sai si fa conversazione, ci si conosce, si scambiano culture, conoscenze, abitudini: «Loro sono molto stupiti dei prezzi alti che hanno trovato in Italia perché in Tunisia non c’è il libero mercato e i prezzi sono imposti dallo Stato», rivela Giuseppina che si imbarazza un po’ per il risalto che il loro gesto ha avuto in Paese: «Quando si fa qualcosa per gli altri è sempre bello, io e la collega Di Fiore stiamo facendo una cosa “normale”».


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«L’immigrazione non è un’emergenza, ma un fenomeno naturale che da sempre ripercorre la storia di ogni popolo, lo sappiamo bene noi italiani che ancora oggi siamo emigranti. Se fossimo meno ottusi, faremmo di questo fenomeno un’opportunità, attraverso la formula dell’accoglienza diffusa, per esempio, che è un sistema che permette un’integrazione basata sulla dignità, per chi è accolto e per chi accoglie». A parlare è Barbara Panetta, coordinatrice del Sai di Polizzi Generosa, che rincara: «Immaginare di rinchiudere in uno spazio circoscritto e sottoposto a controllo militare chi ha la sola colpa di scappare dalla paura e dalla morte o di essere povero non è un retaggio che la storia ci ha già drammaticamente dimostrato essere disumano?».

La terza famiglia arrivata a Polizzi Generosa e accolta nel Sai del comune madonita

Attualmente sono 12, le persone accolte nel Sai di Polizzi Generosa che ha una disponibilità di 20 posti complessivi: «Il nostro auspicio è che il Governo possa autorizzare la proroga del Sai anche per il 2024, lo stiamo chiedendo tutti noi sindaci che abbiamo attivato i progetti di accoglienza diffusa pubblica. Moltissimi hanno scadenza il 31 dicembre 2023 e non abbiamo ancora nessuna notizia circa la prosecuzione», conclude il sindaco Gandolfo Librizzi.

foto concesse a VITA dal sindaco Librizzi e da Barbara Panetta

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