Borghi

Poggioreale, il borgo che rinasce dai suoi ruderi

Quando si fa memoria non abbandonandosi al mero ricordo, allora possiamo parlare di memoria viva. Questo sta accadendo a Poggioreale, uno dei comuni del trapanese colpito dal terremoto del Belice del 1968, oggi pronto a diventare luogo in cui la cultura rende la comunità partecipe di processi virtuosi

di Gilda Sciortino

Il valore di questo progetto? Avere riunito la comunità attorno alla sua storia

— Lucenzo Tambuzzo

Fu tra il 14 e il 15 gennaio del 1968 che la vita degli abitanti di Poggioreale, 4mila anime residenti in questo magico comune in provincia di Trapani, prese un altro corso. Con una scossa di terremoto, la più forte di una serie iniziata il pomeriggio precedente, tutta la Valle del Belice, vasta area della Sicilia occidentale, compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo, entrò nella storia perché sol dopo 38 anni, nel 2006 furono smontate le ultime baracche in eternit. Sulle lentezze  burocratiche della ricostruzione, ancora non  del tutto completata e per la quale si sono spesi oltre sei miliardi di euro, tuonò anche il sociologo Danilo Dolci, di cui si ricordano  le lotte intraprese a favore della popolazione e contro il malaffare politico-mafioso. 

Uno scorcio della Poggioreale antica (foto Alessandro Montemagno)

Nonostante il Belice continui a mostrare i resti di un disastro al quale, lo dicevamo prima, non sono seguiti interventi di ricostruzione di questi luoghi pregni di storia, Poggioreale è riuscita a rimanere uno scrigno dal fascino tanto unico da avere conquistato anche il grande cinema come quello del premio Oscar Giuseppe Tornatore che, in questo luogo, volle girare alcune scene dei film “Nuovo Cinema Paradiso”, “Malena” e “L’uomo delle stelle”.

Di Poggioreale, Vita ha già raccontato attraverso la testimonianza di chi come Giacinto Musso, ai tempi del terremoto un fanciullo, oggi presidente dell’Associazione Poggioreale Antica, opera per custodire e non fare disperdere la memoria di gloriosi tempi.  Testi e testimonianze concrete di un’epoca che vive ancora nei ricordi di chi oggi ha qualche anno in più e fa parte dei circa 1550 attuali abitanti della Poggioreale nuova.

Un progetto che ridona vita a un borgo abbandonato

Ed è grazie al progetto “Poggioreale, vecchio e nuovo centro”, finanziato dal Ministero della Cultura per un importo di un milione e 599 mila euro, con fondi facenti capo al Pnrr per il recupero dei borghi, che passato e presente si incontrano in questo luogo magico per diventare memoria viva. Un intervento che punta a riconnettere la comunità al suo centro antico e al suo immenso patrimonio storico e identitario sommerso,  offrendo opportunità per rinnovare l’ecosistema socio-economico locale e innescare processi di sviluppo. Il tutto fondato sul coinvolgimento attivo della comunità alla quale riconsegnare la sua storia e recuperare le proprie radici.  

La natura cresce attendendo la rinascita di Poggioreale (foto: archivio “Poggioreale antica”)

Quattordici in tutto gli interventi che gli otto partner – l’associazione “I World”, a cui va il merito di avere curato il progetto, Etna Gigante, il Consorzio  Artigianato  Edile Comiso  – Caec, la Fondazione Borghi  Felici,  Inera, la Cooperativa  Sociale  “Incastri creativi” ed Ediguida  – metteranno in atto come in una staffetta virtuosa sino a giugno 2026 consentendo al centro di  Poggioreale, per la prima volta dopo 55 anni, di tornare accessibile,  innescando processi di rigenerazione e sviluppo veramente unici.

L’obiettivo è di incrementare la consapevolezza sulle potenzialità  del  territorio  e  stimolare  la  comunità  ideando  soluzioni  e  prodotti  di  sviluppo che vanno dalla creazione di nuovi itinerari di ricettività diffusa al coinvolgimento di artigiani, ristoranti, agriturismi, pensando e applicando nello specifico nuove tecnologie per quella piena fruizione turistica che possa trasformare Poggioreale in un attrattore turistico internazionale, ma anche in un luogo di produzione culturale. Anche e soprattutto narrando, in appositi spazi  immersivi, la storia del  territorio che non può prescindere dal terremoto che nel ’68 stravolse la Valle del Belice. Storia che non tutti conoscono pienamente e che verrà divulgata da coloro che quest’area della provincia di Trapani la vivono e sono custodi di un’eredità storica importante anche perché sofferta.

Tra le prime azioni del progetto ci sarà quella affidata alla Caec che attiverà un  percorso  in  sicurezza del  sito, realizzando un sistema di illuminazioni artistiche che valorizzi  e  incrementi  il fascino del   luogo.

Con il Registro delle eredità immateriali nasce l’Osservatorio sul patrimonio culturale

I World giocherà diversi ruoli, innanzitutto facendo di  Palazzo Agosta, edificio risalente al Seicento che sorge sul corso principale del paese, un centro visite e di interpretazione multimediale per rendere fruibile il  borgo, ma anche realizzando un sistema di accoglienza integrata che possa ricucire la comunità con la sua  identità.  Darà, poi, vita a un “Osservatorio sul patrimonio culturale immateriale del territorio” attraverso il Registro delle Eredità Immateriali di interesse Locale – Reil, nel quale entreranno a fare parte antichi mestieri, tecniche tradizionali, celebrazioni rituali trasmesse oralmente di generazione  in  generazione  che  hanno  contribuito  a  formare l’identità  della  popolazione  locale per evitare che vadano perdute se non adeguatamente preservati e valorizzati. Attrattività, quella di cui sarà rivestita Poggioreale grazie a questo progetto, che crescerà anche grazie all’arte e alla musica che verranno portate da Etna Gigante con la direzione artistica di Roy Paci, dando vita ad “ART Poggioreale: le forme dell’invisibile”, festival pronto ad animare il centro storico con iniziative artistiche, culturali e musicali  in grado di ricucire la comunità intorno alla propria identità urbana.

A cavallo tra i resti della Poggioreale di una volta (foto: archivio “Poggioreale antica”)

«Siamo felici di essere artefici di un progetto» – afferma Lucenzo Tambuzzo, ideatore di “I World” – «che, attorno al recupero e alla valorizzazione di questo immenso patrimonio storico e architettonico, riunisce e dà valore alla comunità. Abbiamo sempre creduto che possa essere un percorso di crescita, moltiplicatore di saperi. Prova ne è il fatto che il progetto ha fatto si che il Comune fosse destinatario, da parte del Pnrr, di altri 750mila euro che finanzieranno iniziative private da realizzare nel territorio. Ed è solo l’inizio per questa comunità, che vuole dimostrare di non avere mai voluto dimenticare il suo passato».

Comunità che rivelerà e celebrerà la città antica attraverso la memoria  sepolta,  il  tessuto sociale, culturale e storico con un percorso di narrazione molto speciale.

Sarà bello costruire un album della memoria collettiva

«Racconteremo Poggioreale attraverso un laboratorio culturale di storytelling».– spiega Angela Natoli, presidente della cooperativa “Incastri Creativi” che realizzerà insieme ad “I World” un festival di comunità – «Il percorso sarà emozionale e partirà da storie, vicende e vicissitudini legate al terremoto e alla ricostruzione per recuperare e valorizzare la memoria. Coinvolgeremo gli abitanti invitandoli a portare foto, video, lettere, interviste per costruire insieme un grande album che andrà ad alimentare il museo multimediale di Palazzo Agosta. Non siamo soli perchè con noi ci sono due altre realtà come “Mediter Italia” e “Il Teatro del Fuoco“, con le quali cercheremo di offrire a Poggioreale  antica una nuova vita innescando la scintilla e la fiamma della rigenerazione».

Percorsi che apriranno alla conoscenza del territorio anche attraverso un sistema di ospitalità  orizzontale come quello messo in campo dalla Fondazione borghi felici con l’Albergo Diffuso, identificando unità abitative  da destinare ad accoglienza e a tutti i relativi servizi (infopoint, luoghi di ristorazione, servizi per la persona)  integrati  tra di  loro.  Senza dimenticare gli itinerari che offrirà  Imera con “City Treasure”, sistema di strategie e applicazioni innovative e digitali per  generare, ad esempio,  cacce al tesoro su percorsi turistici, naturalistici  e  didattici,  trasformando un classico  itinerario  cittadino in qualcosa di interattivo  e ludico, ma allo stesso tempo istruttivo e adatto a  ogni  fascia d’età.

I World avrà anche un grande compito e cioè quello di attivare, in sinergia con il Comune, un incubatore di imprese di comunità e di sviluppo di nuovi processi e servizi per favorire la crescita occupazionale. Negli spazi dell’ex scuola elementare di Via Ximenes, all’interno del nuovo centro urbano, e in altri ambienti  di  proprietà  comunale sarà ospitato l’incubatore per supportare l’avvio di una nuova impresa di comunità che fonderà la propria attività economica sulla valorizzazione e la gestione dei servizi turistici, di itinerari esperienziali e delle risorse.

Due, infine, i circuiti – “Milleperiferie” a livello  nazionale  e ” I Heritage” a livello  internazionale  – che aumenteranno  la  visibilità  del patrimonio  storico-culturale  oltre  i  confini  regionali  facendosi portavoci  di  strategie  di rigenerazione urbana in tutta Italia. Un’ulteriore azione pronta a mettere in relazione e sinergia tutte le altre, al fine di vedere rifiorire e rianimarsi un territorio la cui storia è legata a un evento tragico, patrimonio trasmesso oralmente da chi a quella catastrofe è fortunatamente sopravvissuto. Angoli nascosti di una regione, di un paese, la cui bellezza è ancora fortunatamente incontaminata  e va condivisa con tutti.

Nella foto di apertura: il corso di Poggioreale e Casa Agosta (foto: archivio “Poggioreale antica”)


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