“Pianta un albero”, i volontari sardi mettono a dimora 5.000 piantine
L'iniziativa del CSV Sardegna Solidale sta coinvolgendo enti locali, scuole e i cittadini. L'importanza del recupero ambientale e della valorizzazione di aree abbandonate e degradate. Nell'Isola ci sono tanti problemi dovuti a una cattiva gestione del territorio: rischio idrogeologico, mutamenti climatici, desertificazione. A Giugno partirà "Sardegna Plastic Free"
Incendi e disboscamenti indiscriminati contribuiscono in maniera importante ai mutamenti climatici cui stiamo assistendo, con processi di desertificazione più accentuati nel Sud Italia e nelle isole. Tra le conseguenze peggiori c’è un più elevato rischio idrogeologico in vaste aree. È per questo motivo che in Sardegna, per la prima tappa dell’iniziativa “Pianta un albero: è un gesto d’amore” (organizzata dal CSV Sardegna Solidale in collaborazione con l’Agenzia regionale Forestas), si è pensato a Bitti: questo paese del Nuorese, il 28 novembre 2020, è stato devastato da una terribile alluvione che ha causato tre morti e danni quantificati sinora in almeno 110 milioni di euro. È il risultato di una politica miope in buona parte risalente alla prima metà del Novecento, quando si tombavano i canali per costruire nuove case.
È il momento di cambiare radicalmente strategia. A volte l’esempio viene dal basso, come in questo caso. «La nostra iniziativa – sottolinea il presidente del Centro Servizi per il Volontariato, Giampiero Farru – è un gesto d’amore e di riconciliazione con l’ambiente, al quale guardiamo come risorsa primaria: rispettare l’ecosistema significa anche prevenire tragedie come quella di Bitti. Il Volontariato sardo, nel corso del 2021, metterà a dimora complessivamente 5.000 piantine in numerosi Comuni dell’Isola: l’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica verso un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre. Poi toccherà a ciascun cittadino, a cominciare dai bambini e dai giovani, farsi responsabili dell’ambiente che ci circonda. Occorre il coinvolgimento di tutti i soggetti, pubblici e privati. Spetta alle Amministrazioni comunali individuare le zone da piantumare, preferibilmente in aree urbane da riqualificare o spazi urbani ed extraurbani adibiti ad usi comuni».
Sardegna Solidale, in alcuni casi, ha accolto la richiesta di aiuto di privati cittadini. È accaduto, per esempio, a Pirri, un vasto quartiere di Cagliari dove il comitato spontaneo “I bambini che piantano alberi” aveva messo a dimora alcuni alberi che, una notte, sono stati rubati.
«Non ci siamo mai persi d’animo, però faceva rabbia vedere andare in fumo il lavoro di tante persone che volevano soltanto sistemare alcune aree abbandonate e sommerse da rifiuti di tutti i tipi e da erbacce alte anche più di un metro», spiega Vania Erby, ingegnere specializzata in politiche ambientali e promotrice di un progetto di comunità locale resiliente. «La nostra iniziativa non ha connotazioni politiche, è non un caso che parta in un luogo dove le emergenze ambientali, sociali e culturali sono divenute terreno fertile per nuove sfide. Un processo lento e graduale, originato dal bisogno di prendersi cura della casa di tutti. Tanti volontari condividono il loro tempo, ma anche energie, competenze e capacità nel tentativo di trasformare un quartiere senza identità in una comunità di persone e gli spazi abbandonati in beni comuni densi di storie e relazioni. Stiamo stimolando, a poco a poco, la nascita di una comunità animata da un nuovo senso civico e una rinnovata forma di rispetto per la terra e per il prossimo».
I buoni esempi sono contagiosi. Al fianco di Vania, all’inizio, pochi amici e conoscenti. Ora crescono di settimana in settimana. Tra i primi a dare una mano, armata di vanga e rastrello, la presidente delle Politiche sociali della Municipalità di Pirri. «Siamo partiti da tre macro-aree di circa 5mila metri quadrati ciascuna», racconta Enrica Fois. «Ora stiamo coinvolgendo la comunità del rione per trasformare queste zone in angoli verdi di cui andare fieri. Abbiamo chiesto all’Istituto Comprensivo ‘Pirri 1’ di via Enrico Toti di adottare un’area che sta proprio di fronte alla loro scuola: bambini e insegnanti hanno risposto con entusiasmo alla chiamata e, proprio ieri, hanno piantato 40 alberelli e numerose essenze. Ora abbiamo coinvolto in questo progetto di riqualificazione anche l’Amministrazione comunale. Ci ritroviamo il sabato pomeriggio e siamo sempre di più. Non solo adulti, anche tanti bambini».
Tra giugno e settembre, quando le alte temperature non favoriranno la messa a dimora di giovani piante, Sardegna Solidale darà vita a un’altra iniziativa che rientra sempre nella filosofia dell’Agenda 2030. Si chiamerà “Sardegna Plastic Free”. Tutte le organizzazioni del Terzo settore e le Associazioni di volontariato dell’Isola sono state invitate a dare un concreto esempio, utilizzando prodotti biodegradabili ed evitando l’uso di materiale plastico. Sarà simbolicamente assegnata a ciascuna Associazione una borraccia di alluminio con la scritta Sardegna Plastic Free, per incentivare l’uso di acqua potabile e limitare al minimo l’utilizzo di bottiglie PET, che contribuiscono a inquinare l’ambiente.
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