Antimafia sociale

Non più Tari per gli enti che gestiscono beni confiscati a Misterbianco

È grazie alla battaglia portata avanti dalla Rete delle Fattorie Sociali Sicilia che a Misterbianco, in provincia di Catania, la Tari non sarà più un problema per chi gestisce beni confiscati alla mafia. Un risultato importante per dare modo ad altri Comuni, anche non siciliani, di dimostrare di essere concretamente sensibili alle esigenze del Terzo settore

di Gilda Sciortino

Quando l’ente pubblico ascolta veramente le esigenze del territorio ecco che si riescono a fare gli interessi della comunità. Succede a Misterbianco, Comune di circa 50mila abitanti in provincia di Catania, dove il consiglio comunale ha approvato all’unanimità la delibera che abbatte del 100% la Tari alle organizzazioni del terzo settore che gestiscono i venti beni confiscati alla mafia ricadenti nel suo hinterland.

Quella del Terzo settore in Sicilia è vera resilienza, ma quando arrivano segnali come quello del Comune di Misterbianco è come se improvvisamente sorgesse il sole

– Salvatore Cacciola, presidente Rete Fattorie Sociali Sicilia

Un obiettivo raggiunto grazie alle sollecitazioni della Rete Fattorie Sociali Sicilia BioAS e della Cooperativa Sociale “Energ-etica” che da tempo sensibilizzano rispetto al fatto che le tasse sono troppo onerose per un ente del privato sociale.

Fondamentale è stata, infatti, l’audizione del presidente della Rete Fattorie Sociali, Salvatore Cacciola, da parte della VI Commissione consiliare bilancio e della Commissione urbanistica, nella cui seduta congiunta tutti i consiglieri comunali hanno espresso il loro orientamento per la riduzione significativa della Tari, approvando un atto di concreta vicinanza ai progetti di inclusione sociale presenti nel territorio del Comune di Misterbianco.  Una decisione che rappresenta un segno concreto e altamente civile dell’impegno della politica e della comunità di Misterbianco a sostenere i progetti di antimafia sociale, restando vicini alle diverse esperienze presenti nel territorio.

Nella Fattoria Orti del Mediterraneo di Misterbianco (foto ufficio stampa della stessa Fattoria Sociale)

«Devo dire che quanto accaduto a Misterbianco non è così usuale», afferma Cacciola, «soprattutto perché ha trovato d’accordo tutti nel volere andare incontro agli enti che spesso sono messi in ginocchio da tasse come la Tari. Per questo mi auguro che altri Comuni seguano l’esempio di Misterbianco, adottando quella che è una buona prassi. La Sicilia è la regione con il maggior numero di beni confiscati, ma molti non sono assegnati o vengono abbandonati anche per l’enorme difficoltà di gestirli. Ci vogliono, infatti, sostegni concreti alle azioni quotidiane di prevenzione e di promozione sociale. Ecco perché l’esenzione della Tari dimostra una volontà precisa di andare incontro a questa esigenza, collaborando concretamente alla realizzazione di percorsi virtuosi che danno modo di contribuire alla crescita della comunità».

Solo la cooperativa “Energ-etica” risparmierà 500 euro all’anno con l’abbattimento della Tari

Venti, dicevamo, in tutto i beni che il Comune di Misterbianco ha affidato ad altrettante cooperative sociali, come “Energ-etica”, ed enti del Terzo settore. Grazie all’abbattimento della Tari, ognuna di queste realtà potrà risparmiare da 200 a 500 euro annui, avendo in tal modo la possibilità di destinare queste somme alle tante attività rivolte ai soggetti dei quali si prendono cura. Nel caso della cooperativa “Energ-etica”, in primo luogo ragazzi e giovani adulti con disturbo dello spettro autistico, ma anche oltre duemila studenti della provincia etnea che visitano ogni anno la Fattoria sociale Orti del Mediterraneo, sorta in uno dei beni confiscati che gestisce.

 «Siamo veramente contenti di avere ottenuto questo risultato», spiega il presidente del Consiglio Comunale, Lorenzo Ceglie, che, insieme al sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, ha sostenuto questa battaglia, «perché significa andare incontro anche alle esigenze del personale che molto spesso si dona senza riserve per superare le difficoltà economiche che inevitabilmente si devono affrontare proprio nel caso dei beni confiscati. Quello che vogliamo dare è un segnale di forte propensione al sociale, rimarcando il passaggio da simboli di illegalità a simboli di legalità, giustizia sociale e onestà di lavoro. Grazie soprattutto a Salvatore Cacciola, che ha dimostrato cosa si può ottenere quando non si portano avanti i propri interessi, ma quelli comuni, con l’univo obiettivo del bene e della crescita del territorio e delle sue comunità».

In apertura uno dei momenti negli Orti del Mediterraneo di Misterbianco (foto ufficio stampa Fattoria Sociale)

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