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Nella terra di Demetra il sogno di una comunità educante

Contrastare la povertà educativa attraverso la creazione di una comunità educante patrimoniale Avviene ad Aidone, in provincia di Enna, terra della dea Demetra dove i semi benedetti dalla divinità protettrice dei raccolti diventano percorsi di condivisione e di partecipazione. Un progetto sostenuto dall’Impresa sociale Con i Bambini che si radica in un territorio pregno di storiia e tradizioni

di Gilda Sciortino

Contro la povertà educativa usiamo i semi della storia

Rori Restivo

Essere ispirati da una divinità a realizzare il proprio sogno non accade tutti i giorni, a maggior ragione quando parliamo di Demetra, la dea delle messi, dei raccolti, dell’agricoltura, che non solo sottende e provvede a creare e fortificare la terra, ma dona l’aratro affinché l’uomo si renda partecipe di questa creazione con il suo lavoro e ingegno. Elementi che richiamano alla cura e alla pazienza che si deve avere nel gettare le basi e aspettare un raccolto che, nel caso della nostra storia, ha come protagoniste le persone e le loro radici.

Un terreno scelto per coltivare cultura e comunità, quello di Aidone, piccolo centro in provincia di Enna, 5mila anime sulla carta ma circa 3500 coloro che lo abitano effettivamente, dove prende vita “I semi di Demetra”, progetto che ha come capofila il circolo di Legambiente Piazza Armerina.

Aidone, comune ennese nel quale la storia è diventata ricchezza per la comunità (fonte: ufficio stampa)

Costruito sul concetto innovativo di comunità patrimoniale”, le cui linea guida sono dettata dalla Convenzione di Faro, è stato selezionato tra i 152 che, in tutta Italia, hanno superato la seconda fase del bando “Comunità educanti”, sostenuto economicamente dall’Impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Ed è a partire dalla storia di un Comune baciato dalla Dea di Morgantina che il progetto sta mettendo in campo attività con le scuole per la valorizzazione della cultura collettiva, orale e immateriale di un territorio costellato di tesori archeologici preziosissimi, ricco di storia e suggestioni, conoscenza e tutela dell’ambiente.

Un intervento che si realizza grazie alla sinergia di numerosi partner – Ecomuseo “I semi di Demetra”,  Archeoclub “Morgantina- Aidone”, Università del Tempo libero di Aidone,  I.C. Falcone-Cascino,  Parco archeologico Morgantina-Villa del Casale e Uisp – insieme per fare della comunità di Aidone una “comunità educante”, desiderosa di assistere alla crescita dei semi piantati sul territorio per vederli trasformati in consapevolezza di un patrimonio culturale, tradizionale e ambientale assolutamente peculiare, una risorsa preziosa da valorizzare con il contributo di ogni singolo abitante. Un patrimonio che, essendo comune, verrà co-gestito attraverso la formazione, la sperimentazione, l’integrazione dei luoghi e delle azioni educative.

Nasceranno “album di famiglia” con i quali creare la mappa di comunità

A essere coinvolte saranno prima di tutto le famiglie attraverso i ragazzi ma anche grazie a laboratori rivolti ai genitori che rinsaldino il legame con la scuola. I nuclei familiari saranno, infatti, coinvolti in attività che riguarderanno il patrimonio naturale e ambientale con escursioni e percorsi a mappe.

Previsto anche un percorso di progettazione partecipata, all’interno del quale saranno riqualificati gli spazi scolastici per renderli luoghi sempre più accoglienti e aperti al territorio, favorendo in tal modo l’aggregazione giovanile. Spazio anche alle attività estive o extrascolastiche, protagonista la conoscenza del patrimonio culturale, architettonico, archeologico e ambientale.

Tutte attività partecipate che daranno vita a un “album di famiglia” collettivo che, attraverso cartelloni, disegni, osservazioni ed emozioni, darà modo di costruire la “mappa di comunità”.

Una delle visite al Museo di Morgantina (foto: ufficio stampa)

«Più che un progetto, in atto c’è un processo che è quello della comunità educante »,– spiega Paola Donatella Di Vita, presidente di “Legambiente Piazza Armerina”– «che, come chiave di lettura, ha la condivisione e la partecipazione. I parametri di povertà educativa che andiamo a individuare sono quelli di un territorio carente soprattutto di servizi culturali per minori. La bellezza del progetto è proprio il coinvolgimento di tutto il paese: sono chiamati a dare il proprio contributo istituzioni pubbliche, associazioni e cittadini perché si tratta di mettere a sistema l’impegno del Terzo settore, della pubblica amministrazione, della scuola, come anche del Parco archeologico, per arrivare a costruire un patto educativo che attraversi le generazioni».

Ventidue mesi la durata di questo percorso che punta ad aumentare il senso di condivisione e di partecipazione.

«L’Italia ha recepito da poco la “Convenzione di Faro” »– aggiunge Di Vita – «in base alla quale il patrimonio materiale e immateriale deve diventare eredità per tutti. Un concetto di patrimonio inteso a 360 gradi, sul quale si costruisce il senso di appartenenza di comunità. Considerate  le specificità culturali di Aidone e dell’hinterland ennese abbiamo  deciso di provare a dare questo taglio per fare sentire ancor di più l’ appartenenza al territorio da parte di minori e adulti. Grazie ai laboratori partecipativi, poi, si tireranno fuori i punti di forza e debolezza del patrimonio archeologico, architettonico, naturalistico, orale e delle tradizioni».

Un grande contenitore da riempire di notizie, storie, racconti, che poi andranno a confluire nella mappa di comunità che, ispirata alle esperienze anglosassoni delle Parish map si inserirà nel progetto più ampio di museo del tempo e dello spazio di un territorio. Sarà una vera e propria carta geografica delle emozioni legate ai luoghi, che potrà essere realizzata dando spazio a materiali come la stoffa, gli audiovisivi o anche i murales, dando quindi libero sfogo alla fantasia di tutti.

Aidone, il “paese delle restituzioni”

«Un percorso che racconta di semi partecipati, condivisi e responsabili ».– dice Rori Restivo, presidente dell’Ecomuseo “I semi di Demetra”, realtà nata nel 2018 sognando di riuscire a cementare la comunità – «Sono i semi che  il progetto deve impiantare come faceva Demetra ai tempi del raccolto. Si tratta senza dubbio di un progetto ambizioso che punta a creare una comunità capace non solo di stringersi rivendicando un’identità riconosciuta, una coesione, ma che si fa soggetto educante prima di tutto per sé stessa.  I semi in mano all’uomo sono frutto del lavoro, dell’ingegno, il dono dell’agricoltura. In questo modo contrastiamo la povertà educativa che da noi è relativa alle privazioni di un territorio dell’entroterra, colpito da uno spopolamento  che riguarda le fasce giovanili. Questo perché sono stati interrotti tanti servizi e il territorio è stato deprivato culturalmente.».

Millenaria la storia di Aidone, legata a quella della città ellenistica, con un museo regionale custode di straordinarie ricchezze. È anche il “paese delle restituzioni” perché è riuscito a riappropriarsi del maggiore numero di reperti archeologici trafugati dai tombaroli.

«Molti erano finiti in America o in giro per il mondo- afferma in conclusione Restivo –  «Numerose collezioni aidonesi si trovano in musei siciliani; per esempio il Museo archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa” detiene una nostra collezione di monete auree. La restituzione degli acroliti di Demetra e Kore da parte degli Usa, così come della Testa di Ade tonata a Morgantina dopo 40 anni, assume una valenza educativa  altissima, anche e soprattutto rispetto al tema della legalità».

Un  luogo ma anche un visione, Aidone, grazie al cui progetto lancia una  sfida per coinvolgere tutti al fine di riuscire e guardare a orizzonti le cui tracce possano essere capaci di dare nuova luce a un’intera comunità.

Nella foto di apertura: ad Aidone i bambini fanno propria la storia (foto: ufficio stampa)


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