Non profit

Napoli, nasce il Patto Educativo di Comunità

Siglato da Save the Children e Dedalus, con la collaborazione di 17 organizzazioni civiche e del terzo settore, il patto coinvolgerà quasi 5mila studenti. «Napoli è una città meravigliosa, complessa e difficile», dice Morniroli di Dedalus. «Bisogna lavorare insieme. Mai come in questo momento la scuola deve essere al centro dei nostri pensieri, è qui che si formano cittadine e cittadini, qui ci si educa alle differenze»

di Anna Spena

L’hanno chiamato Patto Educativo di Comunità. E comunità non è una parola scelta a caso perché pone immediatamente l’attenzione non sul territorio, ma sulle persone.

Dieci scuole diverse in quattro quartieri difficili: Pianura, Chiaiano, Rione Luzzatti e San Lorenzo-Vicarìa-Vasto. Qui la dispersione scolastica e la povertà educativa erano fenomeni da contrastare già prima dell’avvento del Covid-19. Secondo il Rapporto sulla povertà educativa in Campania di OpenPolis/Con i Bambini nella Città Metropolitana di Napoli il 22,10% dei giovani abbandona gli studi e il 9,70% delle famiglie vive in disagio economico.

Il Patto Educativo di Comunità è nato dalla sinergia tra Save the Children e la Cooperativa Sociale Dedalus, con la collaborazione di 17 organizzazioni civiche e del terzo settore, l’ASL NA 1 centro (distretto 26, 28 e Open Point/ufficio socio-sanitario) e l’Assessorato alla scuola e all’istruzione del Comune di Napoli.

Complessivamente saranno coinvolti circa 4944 studenti di cui circa 1773 già partecipano alle attività proposte dalle realtà aderenti al patto che ha l’obiettivo di supportare le istituzioni scolastiche sul territorio, rendendo la comunità locale una “comunità educante”, con un ruolo attivo nei percorsi di crescita ed educazione di bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Un esperimento che ha già basi solide, anche a Napoli, con tre programmi nazionali che alimentano molte delle azioni oggi comprese nel Patto Educativo di Comunità: Bella Presenza e Futuro Prossimo, entrambi finanziati dall’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, e il programma di prevenzione della dispersione scolastica “Fuoriclasse in Movimento” di Save the Children.

«Chiudere la scuola», dice Andrea Morniroli, socio fondatore della cooperativa sociale Dedalus, «è come chiudere i ragazzi e le ragazze in loro stessi. Stiamo facendo una sottrazione di cultura. La scuola è il luogo in cui si impara ad essere cittadine e cittadini, a convivere con le differenze. Per questo deve avere tutta l’attenzione possibile. Napoli è una città meravigliosa, complessa e difficile e qui le scuole sono dei presìdi».

«Il patto», continua Morniroli, «è il risultato di un percorso importante di co-progettazione territoriale che ha trovato nell'Assessorato alla Scuola del Comune di Napoli e nell’impresa sociale Con i bambini, pur su piani e con ruoli differenti, due importanti alleati sia sull'idea che la lotta alla povertà educativa non è accessorio ma presupposto allo sviluppo delle comunità e del territorio, sia nell'agire l'integrazione pubblico privato come ambito paritario, di gestione collettiva della responsabilità e della funzione pubblica».

Concretamente il Patto prevede attività di confronto e programmazione costante con le scuole, docenti e famiglie, per la co-progettazione e la co-gestione di attività tese a sostenere le studentesse e gli studenti più fragili, attraverso interventi di supporto allo studio e all’apprendimento; l'apertura di spazi attrezzati per poter seguire la DAD dedicati agli alunni che per condizione personale rischiano di non potervi accedere in modo adeguato; in accordo con le scuole l'organizzazione della co-presenza di educatori e docenti nelle piattaforme utilizzate per la didattica a distanza. Saranno attivati inoltre numerosi percorsi laboratoriali su: competenze digitali, cittadinanza e partecipazione, radio, arte, teatro, cinema.

Ogni azione del Patto di Comunità sarà diversa in base ai bisogni registrati nello specifico territorio e si basa su sette pilastri: attivare un processo che rafforza e valorizza la scuola pubblica come laboratorio sociale; rispondere alla complessità che porta con sé il tema del contrasto della povertà educativa e assumere come priorità la cura delle situazioni di maggior fragilità per non lasciare indietro nessuno; evitare che aumenti la dispersione e ripristinare un rapporto stabile con la scuola degli alunni più fragili che sono stati colpiti molto dalla crisi Covid e dalla D.a.d; porre in essere azioni di prevenzione che impediscano all'abbandono e al fallimento formativo di allargarsi; garantire azioni di supporto psico-sociale nei confronti delle famiglie e degli alunni, provati dagli effetti del primo lockdown e dall'incertezza legata alla riapertura delle scuole; favorire il protagonismo e la partecipazione attiva di alunni e alunne e delle famiglie, lo sviluppo di percorsi di cittadinanza attiva e di solidarietà, la cura delle relazioni e della qualità degli spazi pubblici all'interno della comunità educante e facilitare (e poter contare su) l’apertura delle scuole durante tutto il giorno, perché gli spazi possano essere fruibili per le diverse attività previste nei Patti, promuovendo allo stesso tempo azioni e interventi che trasformino il territorio in un contesto educativo diffuso, che sa riconoscere e intrecciare gli apprendimenti formali con quelli informali.

«Stiamo affrontando una sfida educativa senza precedenti», sottolinea Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-Europa di Save the Children. Non possiamo aspettare di vedere, tra un anno, gli effetti della pandemia in termini di nuova dispersione scolastica. Dobbiamo agire subito, per scongiurare il rischio che anche un solo bambino, in questo anno scolastico così difficile, scompaia dal radar delle scuole. Il “Patto” che oggi presentiamo non è solo un modo per mettersi, concretamente, al servizio delle scuole ma è anche un invito alla mobilitazione di tutti gli attori sociali per rafforzare e integrare l’offerta didattica, sostenere l’impegno educativo, senza lasciare da sole le scuole e le famiglie in questo impegno».

Con l’adesione al Patto ciascun soggetto si impegna a mettere a disposizione delle scuole coinvolte delle opportunità educative che vengono offerte a titolo gratuito o nell’ambito di progetti già finanziati, quindi senza oneri in capo alle scuole o alle famiglie. Le attività saranno realizzate sotto la guida e in stretto coordinamento con le direzioni scolastiche coinvolte, in modo da rispondere alle reali esigenze rilevate nel rapporto con gli studenti.

«Questo Patto Educativo di Comunità», chiosa Carlo Borgomeo, presidente dell’impresa sociale Con i Bambini, «centra in pieno l'obiettivo per il quale stiamo lavorando: convincere la pubblica opinione e le istituzioni , attraverso concrete realizzazioni, che per combattere la povertà educativa minorile, probabilmente la più grave patologia sociale del nostro Paese, bisogna costruire e qualificare Comunità educanti capaci di fare rete, di attrarre e qualificare le migliori energie dei territori nei processi educativi e di inclusione».

Gli istituti scolastici protagonisti del Patto Educativo: IC Giovanni XXIII-Aliotta, ISIS Melissa Bassi, IC Nazareth-Musto, IS G. Siani a Chiaiano; IC R. Bonghi nel rione Luzzatti; IC Bovio-Colletta a San Lorenzo Vicaria Vasto; CPIA Napoli 1; IC F.Russo, IC 72° Palasciano e IC Don G. Russolillo a Pianura. Le realtà che hanno sottoscritto il patto: Save The Children Italia, Dedalus, L’Orsa Maggiore, Coordinamento Genitori Democratici, EasLab, Movimento di Cooperazione Educativa, L’uomo e il Legno, Ellebi, E.D.I., A voce alta, Fondaca, Matematici per la città, Libera, Aste e Nodi, Le Nuvole, Casa del Contemporaneo, Oltre la tenda, Turmed, il Teatro nel baule, l’ ASL NA1 (distretto 26-28 e Open Point/Ufficio socio-sanitario), l’assessorato alla scuola e all’istruzione del Comune di Napoli, il Teatro di Napoli, Stellafilm, Guida Editori, Greenpeace, CSV Napoli, lo scrittore Massimiliano Virgilio, Studio Riccardo Dalisi.

Per sottoscrivere il Patto Educativo di Comunità scrivere a:
bellapresenza@coopdedalus.org
info.italia@savethechildren.org

A questo link è possibile scaricare il Patto Educativo di Comunità

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.