Cultura & accoglienza
Napoli, nasce il museo diocesano diffuso
La Chiesa di Napoli e Fondazione Con il Sud presentano due progetti di welfare per il futuro della città: Casa Bartimeo, per offrire accoglienza e assistenza, sia materiale che morale, a chi si trova in condizioni di vulnerabilità, e il Mudd – Museo Diocesano Diffuso di Napoli per restituire alla città e ai visitatori il suo patrimonio artistico e religioso e affrontare la sfida della disoccupazione giovanile
di Redazione
Sono tanti i bisogni di Napoli e della sua area metropolitana. Sono tante le persone che vivono in condizione di difficoltà e disagio. Compito della Chiesa, dei suoi uomini e delle sue donne, è tendere la mano, ascoltare l’altro, offrire conforto e possibili soluzioni. In questa visione l’Arcivescovo don Mimmo Battaglia ha deciso, con il sostegno di Fondazione Con il Sud, di dare vita a due progetti per affrontare alcuni dei bisogni più profondi percepiti nel territorio dell’Arcidiocesi di Napoli: povertà e disoccupazione giovanile. È per dare risposte concrete che hanno, dunque, preso corpo il Polo della Carità “Casa Bartimeo” e il Mudd – Museo Diocesano Diffuso di Napoli.
«Due anni fa – dice don Mimmo Battaglia – parlando ai giovani durante la Giornata Mondiale della Gioventù, avevo loro annunciato che la nostra Chiesa di Napoli ha un patrimonio grande di arte, chiese, terreni e, grazie al loro lavoro coadiuvato da una Commissione che ha studiato il patrimonio, ora possiamo sviluppare un’imprenditoria giovanile che diventi generativa per il sociale del nostro territorio. Casa Bartimeo a San Pietro ad Aram e il Museo Diocesano Diffuso saranno le due fiaccole di speranza da accendere nel prossimo Giubileo, i primi frutti dell’impegno di Terzo settore della Chiesa di Napoli».
Da diversi mesi la Curia napoletana ha deciso di dotarsi di due nuovi strumenti operativi, Arcidiocesi di Napoli – Ramo Ets che si occuperà delle fasce marginali e marginalizzate di Napoli e ls Fondazione di Partecipazione Napoli C’entro, realtà che avvierà progetti di inserimento lavorativo per i giovani attraverso la valorizzazione e il recupero di parte dell’imponente patrimonio di chiese nella disponibilità della diocesi napoletana. Ad accompagnare la Chiesa sarà Fondazione Con il Sud che cofinanzierà i progetti raddoppiando il capitale raccolto grazie alla generosità di alcuni partner che hanno deciso di investire sul futuro della nostra città: la Provincia napoletana dei Frati Minori, Fondazione Grimaldi, Fondazione di Comunità San Gennaro EF, Arciconfraternita dei Pellegrini e la Regione Campania.
Arcidiocesi di Napoli – Ramo ETS, è il ramo Terzo settore della Chiesa napoletana, ente che opera in favore dei poveri della città insieme alla Caritas, condividendone principi e modalità operative. Il primo “segno” di questa nuova realtà è l’apertura di Casa Bartimeo, un vero e proprio “Polo della Carità” che sorgerà nel complesso della Basilica di San Pietro ad Aram, lungo il corso Umberto I, una delle principali arterie della città. Casa Bartimeo rappresenta un atto di profonda attenzione a un territorio difficile, caratterizzato da grandi problematiche sociali, culturali ed educative. Qui si intende svolgere un ruolo cruciale, offrendo accoglienza e assistenza, sia materiale che morale a chi si trova in condizioni di vulnerabilità, fornendo risposte concrete ai bisogni quotidiani di chi vive in povertà attraverso una varietà di servizi, tra cui accoglienza, ascolto, opportunità di inserimento lavorativo, e attività artistiche e culturali capaci di generare bellezza e riscatto sociale.
«Con l’istituzione del ramo Ets dell’ Arcidiocesi di Napoli – spiega suor Marisa Pitrella, direttrice della Caritas di Napoli- abbiamo finalmente uno strumento utile a “fare bene il bene” e a migliorare anche il nostro lavoro quotidiano a fianco degli ultimi e dei più marginali. La prima opera di questo ramo sarà proprio la Casa Bartimeo, una casa di accoglienza, di inclusione e carità nel cuore di Napoli.
Questa opera, che includerà una comunità residenziale, un poliambulatorio e il centro di ascolto diocesano, è un segno tangibile dell’impegno della Caritas nel rispondere ai bisogni dei più vulnerabili. Casa Bartimeo sarà un luogo dove le persone in difficoltà potranno trovare non solo supporto materiale, ma anche ascolto e dignità. Ciò che rende speciale questa iniziativa è la sinergia tra diverse realtà del nostro territorio, parrocchie, associazioni ed enti che collaboreranno fianco a fianco nel realizzare questo sogno».
Il progetto non solo risponde alle esigenze immediate del territorio, ma rappresenta un’Opera Segno per l’intera Arcidiocesi. È un simbolo forte dell’impegno ecclesiale e del tentativo di costruire un modello di sostenibilità sociale nuovo e integrato, un vero e proprio appello alla comunità a unirsi attivamente, condividendo risorse, tempo e competenze per costruire insieme un futuro migliore per chi è “colpevole” solo di trovarsi in povertà. Discorso che ha ricevuto la piena condivisione e un sostegno concreto da parte di Fondazione Con il Sud che ha deciso di cofinanziare il progetto, raddoppiando il capitale raccolto.
«In un momento così difficile- sottolinea Stefano Consiglio, presidente di Fondazione Con il Sud– il senso della nostra azione si misura dalla capacità di lavorare insieme con chi condivide obiettivi. Dobbiamo rafforzare la coesione di chi sui territori prova a migliorare le cose. Sottolineare l’importanza delle Diocesi. Sottolineare la volontà di replicare i progetti esemplari realizzati. Creare legami tra i tanti progetti. Partiamo da Napoli ma lavoriamo per estendere questa collaborazione ad altre città e ad altre diocesi»
In un’ottica di condivisione e comunità, è stata lanciata “Pe’ Carità”, campagna di fundraising che mira a raccogliere fondi da destinare al rafforzamento dei progetti già messi in campo dalla Chiesa di Napoli e dalla Caritas e dare vita a nuove realtà che intercettino i bisogni dei tanti che vivono in condizioni di marginalità. La campagna è rivolta a tutti perché un piccolo gesto di tanti può diventare una grande opera: l’appello a donare va dunque ai cittadini napoletani, ai fedeli, alle forze imprenditoriali a quelli che credono in un progetto di accoglienza e condivisione, dove si crede fermamente al fatto che bisogni passare “dalla forza dei sogni alla concretezza dei segni”, come ha spesso ripetuto don Mimmo Battaglia, dando lo spunto per il claim della campagna “Pe’ Carità”. Sarà possibile conoscere le modalità di donazione sul sito internet della Caritas di Napoli, nella sezione dona ora, e nelle parrocchie della diocesi di Napoli.
Sempre in un’ottica di sinergia l’Arcidiocesi ha avviato parallelamente la nascita e lo sviluppo del Museo Diocesano Diffuso di Napoli (Mudd). Questo progetto innovativo, che anche in questo caso può contare sul sostegno di Fondazione con il Sud che raddoppierà il capitale iniziale raccolto, nasce da una nuova visione della Chiesa di Napoli: restituire alla città e ai visitatori il suo patrimonio artistico e religioso, affrontando al contempo la sfida della disoccupazione giovanile. In un contesto in cui molte chiese monumentali del centro storico di Napoli rischiano di chiudere, il Mudd si propone di garantirne l’apertura ordinaria, rendendole accessibili non solo ai turisti ma anche ai cittadini napoletani.
Il progetto incoraggia lo sviluppo di forme di imprenditorialità sociale giovanile che favoriscono la creazione di opportunità lavorative per i giovani del territorio, chiamati ad assumere un ruolo attivo nella gestione e valorizzazione di questi luoghi e a diventare promotori della fede e della cultura della propria città.
«Un’idea visionaria – spiega don Antonio Loffredo, vicepresidente della Fondazione Napoli C’entro – che parte dal basso e punta a favorire la partecipazione e l’inclusione delle comunità di territorio. Una Fondazione di Partecipazione che nasce innanzitutto per mettere nel cuore dei napoletani, soprattutto dei giovani, il seme prezioso e fecondo, materiale e immateriale, della sua storia, della sua arte e della sua cultura. Un sogno condiviso meraviglioso: quello di consegnare alla città e ai suoi giovani, quel patrimonio dell’Umanità che il mondo ci invidia, sicuri che, in questa terra feconda, i beni fioriranno e daranno ancora numerosi frutti».
Con il Museo Diocesano Diffuso, che partirà ufficialmente nel 2025 con la valorizzazione del Duomo di Napoli, il centro storico della città diventerà un museo vivo, inclusivo e accessibile.
In foto don Mimmo Battaglia con i giovani del progetto Mudd
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