Cultura
Napoli, il Cimitero delle Fontanelle restituito alla città
Luogo simbolo della devozione dei napoletani per i defunti, qui sono conservati 40mila teschi e le leggende e la vita di tutti i giorni si intrecciano. Il sito, dopo anni di chiusura al pubblico, è stato preso in gestione dalla cooperativa sociale La Paranza. Sarà riaperto nei prossimi mesi dopo i lavori di manutenzione
di Anna Spena
C’è la leggenda del Capitano, il suo teschio è venerato perché rappresenta quel Capo che il popolo napoletano non ha mai avuto. O ancora il teschio di Concetta: mentre tutti gli altri crani sono ricoperti di polvere, il suo è sempre lucido, probabilmente perché raccoglie meglio l’umidità del luogo sotterraneo, interpretata come sudore delle anime del Purgatorio. Il Cimitero delle Fontanelle è un luogo simbolo della devozione dei napoletani per i defunti, 40mila teschi, qui le leggende e la vita di tutti i giorni si intrecciano. Il sito, dopo anni di chiusura al pubblico, è stato preso in gestione dalla cooperativa sociale La Paranza e sarà riaperto nei prossimi mesi. Il sito era un’antica cava di tufo scavata nella collina di Materdei, chiamata Fontanelle per i rivoli d’acqua che sgorgavano dalle colline circostanti.
Quattro secoli di storia
«Il sito cimiteriale», si legge nella descrizione dell’associazione, «conserva da almeno quattro secoli i resti di chi non poteva permettersi una sepoltura e delle vittime delle epidemie che molto spesso hanno colpito Napoli. Durante la Peste del 1656, la cava accolse 250mila cadaveri su una popolazione di 400mila, mentre per alcuni le vittime furono addirittura 300mila. Per l’elevato numero di resti ormai presenti nell’ossario, già alla fine del Settecento ci fu una prima sistemazione delle ossa».
«Nel 1837, in seguito a un’epidemia di colera, il consiglio sanitario impose lo spostamento delle salme precedentemente sepolte nelle chiese e nelle terre sante di confraternite nell’ossario delle Fontanelle. Il cimitero restò abbandonato fino al 1872, quando il canonico Don Gaetano Barbati mise in ordine le ossa anonime con l’aiuto di alcune donne del quartiere». Nel luglio del 1969 il cardinale Corrado Ursi fece chiudere l’ossario con un decreto del tribunale ecclesiastico. Era preoccupato per i segnali di feticismo legati al culto delle “anime pezzentelle”, ritenuto una superstizione contraria alla dottrina cattolica del Concilio Vaticano II.
Napoli, e il cimitero dove vita e morte si parlano
«Il cimitero delle Fontanelle», racconta Enzo Porzio, responsabile comunicazione della cooperativa sociale la Paranza, «restò chiuso per molti anni. Fu poi messo in sicurezza e riordinato dopo il 2002 e riaperto definitivamente nel 2010, in seguito ad un’occupazione pacifica degli abitanti del Rione alla quale partecipammo anche noi da cittadini. Dal 2010 si ottenne l’apertura del cimitero gestito dalla Napoli Servizi, che lo apriva e chiudeva a singhiozzo. Nel 2018 ha chiuso definitivamente per motivi di sicurezza. Questo luogo custodisce il senso profondo del dialogo tra la vita e la vita eterna».
Quando pubblico e privato sociale imparano a collaborare
Il Comune di Napoli ha promosso l’avviso pubblico per l’acquisizione di manifestazioni di interesse da parte di Enti del Terzo Settore e dei loro progetti di valorizzazione culturale del Cimitero delle Fontanelle. La proposta di valorizzazione presentata dalla cooperativa La Paranza è risultata vincitrice. «Abbiamo scelto di partecipare», racconta Porzio, «perché non potevamo non farlo. È dal 2006 che ci impegniamo per creare lavoro attraverso la valorizzazione dei nostri beni comuni, dei tesori storico artistici e archeologici del Rione Sanità. E dal 2010, da quando l’abbiamo occupato pacificamente, abbiamo avviato un dialogo con l’Amministrazione comunale affinché si trovasse una soluzione alla gestione».
Il progetto, nelle sue prime fasi, ha visto gli interventi di messa in sicurezza finanziati dal Comune di Napoli per un totale di 200mila euro. La Paranza avrà a disposizione, per il raggiungimento degli obiettivi progettuali, 640mila euro di risorse private di cui la metà messe a disposizione dalla Fondazione Con il Sud e l’altra metà dalla Fondazione di Comunità San Gennaro.
Dentro Rione Sanità
Fino al 2008 il Rione Sanità a Napoli veniva evitato persino dai napoletani, oggi invece è una tappa fissa per i turisti e gli stessi cittadini. Il merito è stato di questo gruppo di giovani del quartiere e di padre Antonio Loffredo che nel 2006 fonda la cooperativa sociale La Paranza e che nel 2008 si aggiudica un bando di 500mila euro della Fondazione Con il Sud da investire nella valorizzazione di un un bene abbandonato. La cooperativa sceglie le Catacombe di San Gennaro.
«Il Cimitero delle Fontanelle si aggiunge ai sito che come cooperativa gestiamo già», racconta Porzio. «si trova in una zona periferica del rione Sanità, in una delle parti più interne che ancora non ha ricevuto il beneficio del flusso turistico che in questi 20 anni abbiamo attivato al Rione Sanità. La valorizzazione del Cimitero delle Fontanelle fatta dal basso sicuramente avrà un impatto economico e sociale molto importante in quest’area e i protagonisti di questo cambiamento saranno le persone della Sanità, anche perché noi stessi siamo del Rione Sanità e quindi questa è una vittoria nella vittoria».
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