Politica

Muravera rilancia la dialisi estiva turistica

L'amministrazione comunale riprende in mano il progetto sospeso 11 anni fa. In una villetta, a due passi dal paradiso di Costa Rei, sono stati messi a disposizione 9 posti letto per i malati e i loro accompagnatori. Un'iniziativa che coniuga sanità e turismo, e che può essere presa ad esempio da altre località

di Luigi Alfonso

La Sardegna è una delle regioni del Mezzogiorno agli ultimi posti nella graduatoria dei beni confiscati alle mafie. Si tratta per lo più di piccole proprietà, in genere appartamenti che vengono assegnati alle forze di polizia quali alloggi di servizio, oppure locali commerciali trasferiti agli enti locali. Tuttavia c’è una casa nel territorio di Muravera, a pochi passi dal mare, che sta tornando al centro di un progetto speciale. Undici anni dopo la precedente e analoga esperienza, l’Amministrazione comunale è pronta a riprendere in mano il programma di dialisi estiva turistica.

«Un’idea – spiega il sindaco Salvatore Piu – che a suo tempo era nata per ospitare persone segnalate dalle Associazioni nazionale e regionale nefropatici emodializzati trapiantati. Questa villetta, a pochi passi dal mare turchese di Costa Rei, ha 9 posti letto e dispone di un giardino di 700 metri quadri. In Sardegna siamo stati i primi a proporre una soluzione di questo tipo, e guarda caso alcune località italiane successivamente ci hanno preso a modello».

Una iniziativa apprezzata da tanti, ma che la giunta comunale precedente aveva inspiegabilmente abbandonato benché fosse quasi a costo zero. Ora però si riparte con grande determinazione. «Credo fermamente in questo progetto», sostiene Piu che, da ex medico con una carriera professionale di 40 anni alle spalle, conosce bene la materia: è stato dirigente al San Marcellino di Muravera e all’ospedale Marino di Cagliari, nonché direttore generale della Asl del Medio Campidano. «I pazienti, il giorno della dialisi, vengono trasportati dai vigili urbani all’ospedale San Marcellino, e poi riportati alla villa a fine trattamento. I familiari nel frattempo possono godersi il nostro mare. Gratuitamente».

Turni di una settimana ciascuno, a luglio e agosto, e se il tempo regge arriviamo tranquillamente sino a metà settembre. In questo modo cerchiamo di unire due esigenze: da un lato quella sanitaria e dall’altro quella turistica. Si può e si deve fare sistema tra i due comparti: il turista che arriva nel nostro territorio deve sapere che qui esiste una struttura ospedaliera attrezzata adeguatamente. Non hanno bisogno di sobbarcarsi di centinaia di chilometri in auto per fare la terapia. Anni orsono non sono mancate le resistenze, con alcuni episodi spiacevoli da parte di ignoti, ma noi crediamo moltissimo in questa opportunità e desideriamo portarla avanti senza indugi. Da sindaco cerco di promuovere il territorio anche in questo modo».

Per farlo diventare il primo tassello di un mosaico più complesso, che guardi a realtà come Bosa e La Maddalena tanto per fare alcuni esempi, occorre soltanto la volontà politica per attrezzare adeguatamente i reparti per la dialisi nei piccoli ospedali. Ma in Sardegna, ormai, non si punta più sulle piccole strutture decentrate.

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