Inclusione sociale

A Palermo 60 donne migranti sfidano le barriere socioculturali

Parte a Palermo la seconda edizione del progetto "Mano nella mano" di Ciai, con una serie di laboratori e servizi che accompagneranno le partecipanti ad una completa autonomia. Partner è l’Agenzia per il lavoro Send, collaborano all’iniziativa l’Aps “Donne di Benin City” di Palermo e Booq - bibliofficina di quartiere

di Redazione

Si chiama “Mano nella Mano”, è giunto alla sua seconda edizione ed è partito con alcuni giorni d’anticipo rispetto alla ricorrenza dell’8 marzo. È un progetto del Centro italiano aiuti all’infanzia – Ciai Ets di Palermo, pensato per rispondere all’esigenza di inclusione di donne e ragazze straniere (molte di loro rifugiate) che barriere linguistiche e socioculturali tengono ai margini della società. Sono 60 le donne coinvolte quest’anno. Risiedono nella provincia di Palermo e necessitano di protezione: in buona parte sono mamme, quasi sempre senza lavoro, e tante di loro sono vittime di tratta. Qualcuna rientra nella categoria dei minori stranieri non accompagnati. In taluni casi vivono in famiglia, talvolta anche con il marito e sono responsabili della cura dei figli, ma non sono integrate.

vita a sud

«Sono donne che non hanno gli strumenti per poter godere dei loro diritti e accedere ai servizi sociosanitari ed educativi a causa di barriere linguistiche, socioculturali e talvolta anche burocratiche», precisa Chiara Signore, nuova coordinatrice dei programmi Ciai a Palermo.

Ciai si è posto l’obiettivo di supportarle, lavorare insieme a loro per far emergere le loro potenzialità, accompagnandole nello sviluppo di strumenti che le conducano verso l’autonomia nella comunicazione orale, nella comprensione del contesto socioculturale in cui si trovano, nell’orientamento e inserimento lavorativo e nell’accesso ai servizi territoriali. Lo farà attraverso laboratori di apprendimento della lingua italiana, con un approccio pratico ed esperienziale; attività di sensibilizzazione su questioni di salute (soprattutto quella riproduttiva), guidate da personale sanitario e nel rispetto della loro sensibilità e cultura; accesso allo Sportello di orientamento ai servizi territoriali dove potranno avere informazioni e indicazioni su questioni molto pratiche (per esempio, la registrazione dei propri figli all’anagrafe, la richiesta della residenza, la scelta del pediatra, l’accesso ai sussidi al reddito e ai diversi bonus famiglia-scuola) e ricevere anche un supporto psicologico e servizi di tipo legale; percorsi di inserimento lavorativo. Molte di loro sono mamme, perciò è previsto anche un servizio di child care per consentire alle donne di partecipare alle attività proposte.

«Prima di partire con questa nuova edizione del progetto, abbiamo analizzato – con le associazioni con cui avevamo già lavorato e con diverse donne – quali erano realmente le esigenze più sentite e, quindi, quali aspetti approfondire e privilegiare, rispetto ad altri. In questo modo, possiamo offrire servizi sempre più pertinenti ed efficaci», sottolinea Elisabeth Nicoletti, che svolge il ruolo di facilitatrice di “Mano nella Mano”.

Il progetto è finanziato dalla presidenza del Consiglio dei ministri e sostenuto grazie alle donazioni di privati, aziende, fondazioni ed enti. L’ente capofila è il Ciai, partner di progetto è l’Agenzia per il lavoro Send, che promuove politiche attive per il lavoro, orientamento e tirocini curriculari. Collaborano all’iniziativa l’Associazione di promozione sociale “Donne di Benin City” di Palermo e Booq – bibliofficina di quartiere: la prima si occupa di accompagnare e supportare le donne vittime di violenza e di tratta e le loro famiglie, aiutandole a uscire dallo stato di schiavitù e a recuperare autonomia e dignità. Ha collaborato con Ciai e Send in diverse iniziative per il contrasto del traffico di donne, soprattutto nigeriane, e in azioni per il supporto alle donne e ragazze che fanno parte dell’Associazione attraverso azioni di mutuo sostegno. Booq, invece, è una realtà che nasce dal basso, volta a contrastare la povertà, creare un sistema di accesso alla cultura basato sulla solidarietà e lo scambio, mettendo al centro i diritti.

Credits: le foto di questo servizio sono gentilmente concesse da Ciai

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.