Welfare
Lecce: centri diurni al collasso, colpa di Emiliano
Durissimo atto d'accusa del coordinamento dei centri diurni provinciali indirizzato alla regione Puglia: «La confusione creata dalla Regione non permette una tutela sanitaria per il soggetto disabile»
«Il rischio è che molti dei nostri ragazzi potrebbero rimanere a casa. E se anche uno solo di loro dovesse, per motivi attribuibili ai tagli di spesa e alla confusione generata dalle decisioni della regione Puglia, noi chiuderemo i nostri servizi, per protesta. È una questione di giustizia sociale. I fabbisogni, evidenziati dalla regione sulla carta, non sono quelli reali ma c’è un gap di un terzo rispetto a quello che noi vediamo e trattiamo sui territori».
Si esprime così Cesare Caracuta (in foto), referente del coordinamento dei venti centri diurni della provincia di Lecce, facenti parte di 13 cooperative e enti di terzo settore firmatari di una missiva collettiva, indirizzata alla Regione Puglia, che denuncia la grave situazione in cui versano i centri diurni per persone con disabilità.
«La situazione dei centri diurni della Provincia di Lecce è al collasso economico e gestionale» scrivono – «La confusione creata dalla Regione non permette una tutela sanitaria per il soggetto disabile di recupero, di mantenimento funzionale e di continuità a causa dei rinnovi trimestrali imposti alle ASL che hanno modificato gli inserimenti bloccandoli al 31/03/2021 creando non pochi problemi per gli utenti e per le loro le famiglie. Il tutto in grave violazione all’art. 30 dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), art. 1, comma 7 del DL 30 dicembre 1992, n°502».
La lettera entra nei dettagli di una situazione che tra pochi giorni, al 31 marzo, andrà a compromettere l’ operato sociale degli Enti che lavorano da anni e che hanno la responsabilità della presa in carico di persone con disabilità.
IL FATTO
«Con DGR n. 2153/2019 e con DGR n. 2154/2019 sono stati approvati gli atti ricognitivi attuativi rispettivamente del R.R. n. 4/2019 e del R.R. n. 5/2019, per cui dal 01/12/2019 è decorso il termine per la presentazione delle istanze di conferma dell'autorizzazione all'esercizio e/o dell'accreditamento da parte delle strutture sociosanitarie già autorizzate al funzionamento”. Contestualmente, la Regione ha dato mandato ai Dipartimenti di Prevenzione di verificare il possesso dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi previsti dalla intervenuta normativa regionale in tema di strutture sociosanitarie, ai fini del rilascio dei provvedimenti definitivi di autorizzazione all'esercizio». Tuttavia, a fronte di quanto imposto per legge «la decorrenza delle [nuove] tariffe di cui [alla DGR 1502/2020] avverrà alla data di adozione dei provvedimenti regionali di rilascio delle autorizzazioni all'esercizio e/o delle autorizzazioni all'esercizio ed accreditamento ai sensi del RR n. 4/2019 e RR n. 5/2019 e comunque la decorrenza non può avere effetto retroattivo rispetto alla data di pubblicazione del presente provvedimento».
«Indubbiamente un’anomalia, se si tiene conto che i Centri Diurni sono stati obbligati per legge all’adeguamento strutturale, tecnologico e organizzativo, oggetto di verifica da parte delle ASL, e dall’altra beneficiare ancora delle tariffe in vigore ai sensi della DGR 3032/2010».
LA SITUAZIONE ECONOMICA
«Con l’aumentare dei costi soprattutto di personale, dovuto all’introduzione di figure professionali sanitarie quali il Direttore Sanitario, il Consulente Medico, non compresi precedentemente in pianta organica, nonché dalle ulteriori spese riferite a sanificazioni e dispositivi anti Covid, i Centri Diurni disabili si trovano a fare i conti con i costi fissi aumentati, con le ripetute assenze degli utenti e con l’incertezza dei tempi di erogazione.
A titolo di esempio, la quota del 50% spettante agli Ambiti Sociali relativa al mese di ottobre 2020 ad oggi, non è stata ancora “fatturata” perché si rimane in attesa di “rinnovo della convenzione” determinando così una esposizione finanziaria non più sostenibile».
L’ AGGRAVANTE
«I tempi di conclusione dell’iter amministrativo per tutte le strutture della provincia, sono incerti stante anche le problematiche legate al rinnovo contratto degli operatori dell’Ambito Sociale Lecce.
Pertanto, la pubblicizzata “presa in carico graduale dei pazienti già dal 01/07/2020 (30%), per giungere ad un 60% già dal 01/09/2020, per poi arrivare al 100% con l’accreditamento definitivo a valere sul bilancio 2021” seppure in parte “giustificata” e ritardata dall’emergenza Covid, rischia oggi di minare definitivamente la sopravvivenza dei Centri stessi».
LA RICHIESTA E LA DISCRIMINANTE
«Vi chiediamo i tempi previsti per l’accreditamento e la contrattualizzazione e da quando vengono applicate le nuove tariffe? Sottolineiamo, tra l’ altro, che le che le strutture del barese e del foggiano sono già contrattualizzate da tempo!
Inoltre in riferimento all’autorizzazione di nuove strutture vi chiediamo, vista la lista di attesa nei vari distretti e vista la necessità emersa dal fabbisogno reale, quali sono i tempi previsti?»
IL NODO TRASPORTI
«Contrariamente a quanto previsto con DGR 1512/2020 “Approvazione tariffe regionali per le prestazioni sociosanitarie erogate dalle strutture sociosanitarie per soggetti non autosufficienti e disabili”, la Regione Puglia non ha inserito nel costo tariffa il costo inerente il trasporto.
Pertanto chiediamo alla Regione di affrontare il tema del trasporto degli utenti che frequentano i Centri diurni sociosanitari, al fine di meglio disciplinare e stabilire quali siano i soggetti legittimati ed effettuare il predetto servizio.
A tale proposito, si ritiene necessario e urgente “definire i soggetti legittimati per il servizio trasporto” e rivedere – eventualmente – la “remunerazione del servizio”, dal momento che nella sola Provincia di Lecce il predetto servizio non è uniformato: alcuni centri beneficiano “gratuitamente” del trasporto, altri devono sostenere costi aggiuntivi, nettamente superiori alla quota riconosciuta oggi dagli Ambiti. Si ribadisce, ancora, che – in questa fase emergenziale – i Centri che erogano direttamente il Servizio sono gravati da ulteriori costi determinati dal “distanziamento sociale” imposto dalla norma sanitaria che presuppone non più un solo collegamento, ma almeno tre collegamenti a parità di utenti.
Ci risulta che nella ASL di Bari le strutture art. 60 fatturano alla asl di riferimento la quota trasporto con una fatturazione distinta. Questo costituirebbe una grave violazione della normativa regionale».
LA CONFUSIONE DEI PROFILI PROFESSIONALI
«Nonostante le inequivocabili difficoltà economiche, si rendono necessari da parte della Regione Puglia anche opportuni chiarimenti riferiti ai profili professionali. Molti Centri Diurni sono in “confusione” soprattutto la qualifica di <<educatore>>, per i quali – ai fini dei requisiti per l’accreditamento di cui al punto 8.1.6 risorse umane dell’art. 8 del Reg. Reg. n. 5/2019 – si stabilisce che il “possesso dei requisiti di accesso deve risultare identici a quelli richiesti per l’accesso al SSN” (ovvero Educatore Socio Sanitario). Tuttavia, in questa fase, la Regione Puglia – relativamente agli “educatori professionali in servizio nella struttura alla data di entrata in vigore del regolamento” – ha “[contemplato transitoriamente] il possesso di idoneo titolo (D.M. 8 ottobre 1998, n. 520 – D.M. 27 luglio 2000)” e rinviato “a quanto previsto dall’art. 46 del R.R. n. 4/2007 per quanto compatibile con la normativa nazionale e regionale in materia di professioni sociosanitarie” (educatore socio pedagogico).
Nel nostro caso, trattasi sostanzialmente di “personale” impegnato nei Centri Disabili da diversi anni che hanno conseguito il titolo di “educatore professionale socio pedagogico” (corso di Laurea L_19), ai quali sono state riconosciute “funzioni, competenze e titolo”, allorquando la “figura di Educatore professionale socio-sanitario” non era ancora prevista, ne esistevano a quel tempo specifici “percorsi di studio”. Pertanto, “al fine di promuovere la qualità delle prestazioni erogate dalle strutture e dai servizi oggetto del presente regolamento e di tutelare e valorizzare le esperienze professionali acquisite dagli operatori” si chiede – per gli “educatori” attualmente inseriti nei Centri Diurni – la possibilità di integrare il titolo in possesso (in collaborazione con Università, Regione Puglia e ASL), ovvero “promuove percorsi di formazione professionale per la riqualificazione di operatori già in servizio alla data di entrata in vigore del presente regolamento, pur non in possesso dei titoli di studio richiesti dalle normative successive, purché non in contrasto con le norme comunitarie e nazionali vigenti” (come richiamato nel Reg. Reg. n. 5/2019 e stabilito con l’art. 46 del Reg. Reg. n. 4/2007)».
I BUONI SERVIZIO
«In riferimento ai buoni Servizio per Disabili e Anziani non autosufficienti, relativa alla 1^ finestra della V^ annualità 2020/2021 risulta essere stato finanziato in questi giorni solo il 40% circa delle richieste fatte dalle famiglie. Situazione grave intanto per il ritardo dell’approvazione delle graduatorie che sarebbero dovute essere approvate ed essere operative dal 1 Ottobre 2020 per permettere alle strutture di coprire i costi del personale ed alle famiglie che si ritroverebbero a pagare il 50% della retta prevista circa €. 700,00 per gli utenti Disabili e € 875,00 per gli Anziani affetti da demenza/Alzheimer mensili con grave disagio economico ed organizzativo».
LE RICHIESTE E L’EMERGENZA
«In tema emergenziale da Covid 19 riteniamo necessario e urgente estendere la platea dei vaccinati anche a coloro che frequentano i Centri Diurni e ai loro familiari o cargiver, al pari degli operatori delle RSA.
Non è superfluo ipotizzare che i rischi di contagio di una semi-residenza sono sicuramente più elevati rispetto ad una struttura residenziale protetta, tenuto conto del contatto diretto/costante/ripetuto tra famiglie/utenti/Centri/mondo esterno.
Per ultimo vi chiediamo, in riferimento al Decreto n. 34/20 convertito in Legge 77/20 che ha erogato alla Regione Puglia € 2.760.000,00 destinati alle strutture semiresidenziali per disabili, per il rimborso per le spese derivanti dall’adozione di sistemi di protezione del personale e degli utenti».
I 20 FIRMATARI DEL COORDINAMENTO DEI CENTRI DELLA PROVINCIA DI LECCE
COOPERATIVA SOCIALE DON BOSCO ENTE DEL TERZO SETTORE
Centro diurno “Panta Kalà” di Martano art. 60
Centro diurno “Nomeni” di Martano art. 105
Centro diurno “Girasole” di Calimera art. 105
AGAPE ORGANISMO DI VOLONTARIATO
Centri diurni “Mondo di Colori” Cavallino
Centri diurni “C’entro Anch’io” di Cavallino
COMUNITA’ CAPODARCO “PADRE GIGI MOVIA”
Centri diurni “Amos” di Galatone
Centri diurni“via Zara” di Sannicola
SERVIZI ED EMARGINAZIONE S.C.S.
Centro diurno “Il Quadrifoglio” di Magliano art. 60
ENEADUE s.r.l.
Centro diurno “Elisi” di Galatone art. 60 TER
PROVITAMED s.r.l.
Centro diurno “Provita” di Copertino art. 60 TER
COOPERATIVA LE ALI DELLA VITA
Centro diurno “La bussola” di Galatina art. 60
COOPERATIVA NUOVI INCONTRI
Centro diurno “Santa Rita” di Galatina art. 60 TER
R.S.S.A. SANTA LAURA S.r.l.
Centro diurno “Santa Laura” di Seclì art. 60
COOPERATIVA SOCIALE L’ADELFIA
Centro diurno “La casa di Igor” di Alessano art. 60
Centro diurno “Scarpenuove” di Castiglione di Otranto art. 60
Centro diurno “Don Tonino Bello” di Andrano art. 60
SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE REGINA DELLA PACE
Centro diurno “San Gabriele” di Tuglie art. 60 TER
AMICI DI NICO OMLUS
Centro Diurno art. 60 Matino (LE)
Centro Diurno art. 60 Lizzanello (LE)
SORGENTE Srl
Centro Diurno art. 60 ter (Racale)
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