Welfare
Lecce, Alimenta: il bar sociale che genera inclusione e relazioni
Dopo oltre un mese di formazione, dieci aspiranti baristi con disabilità, sono diventati i gestori del bar all’interno di Palazzina Basaglia. Preparano caffè e cappuccini, servono ai tavoli, si occupano della gestione. Un percorso di lavoro e di autonomia promosso dalla Rete di Economia civile Sale della Terra
«Ho imparato a preparare il caffè, mi piace servire al banco, portare i vassoi ai clienti, conoscere gente nuova. Mi piace lavorare qui al bar. Prendo le comande, faccio anche ginseng e le consegne a domicilio quando arrivano gli ordini ad una scuola che sta qui vicino». Maurizio Tana ha 37 anni ed ogni mattina si sveglia alle 6 per prepararsi, prendere in tempo la circolare ed arrivare più che puntuale al suo posto di lavoro. Perché da qualche giorno Maurizio è impegnato nel bar sociale Alimenta, un progetto della Rete di Economia civile Sale della Terra nel quartiere San Pio di Lecce, in via Egidio Reale 61/A. Anche Marika Anglano è di turno ed è appena rientrata dalla consegna di caffè ordinati dalla scuola. «Oggi ho preparato già tanti caffè. Ho imparato a fare anche il cappuccino. Mi dà soddisfazione lavorare qui al bar, mi piace lavorare insieme agli altri colleghi». Anche se ha solo 20 anni, Marika si è tuffata con passione ed energia in questa nuova avventura. E come lei, in questo percorso di inclusione e partecipazione si sono lanciati con entusiasmo tutti i dieci baristi con disabilità fisiche e cognitive coinvolti nel progetto, veri protagonisti di questo spazio che crea relazioni, opportunità, crescita, per tutto il territorio. Anche grazie al prezioso sostegno dei loro famigliari e della comunità locale.
In questo percorso di inclusione e partecipazione si sono lanciati con entusiasmo tutti i dieci baristi con disabilità fisiche e cognitive coinvolti nel progetto, veri protagonisti di questo spazio che crea relazioni, opportunità, crescita
Il bar è aperto dal lunedì al sabato dalle ore 7.30 alle 12.30, all’interno di Palazzina Basaglia, uno spazio inaugurato lo scorso mese di maggio che accoglie, include e sperimenta nuovi percorsi di vita; a partire dall’autonomia lavorativa, relazionale e sociale delle persone con vulnerabilità. Come i nuovi dieci baristi che si occupano di tutto ciò che serve a far funzionare un bar. Oltre a Maurizio e Marika, a dividersi nei turni di lavoro settimanale ci sono Arianna, Marco A., Marco B., Mattia, Matilda, Lara, Gabriele e Davide, seguiti dalla pedagogista Marcella Buttazzo, dalla psicologa Federica Valente e dall’educatore Davide Di Pede, insieme alla responsabile del nodo Salento della Rete Sale della Terra, Federica Lupo.
«I ragazzi e le ragazze hanno fatto un corso di formazione con Incas caffè, torrefazione di Benevento, che ha sposato il progetto. Ci siamo esercitati per un mese di mattina per fare un po’ di esperienza a porte chiuse. Parenti e amici venivano al bar ed hanno potuto assaggiare caffè, cappuccini, orzo ginseng preparati dai nostri baristi anche per permettere loro di prendere confidenza con macchine, attrezzature, spazi del locale» spiega Di Pede. Il giorno dell’inaugurazione c’erano più di 400 persone, tutte desiderose di conoscere il bar e degustare le bevande rigorosamente preparate dagli aspiranti baristi, impegnati anche nel servizio in sala, gestione delle forniture e della cassa, manutenzione dei luoghi di lavoro. Per i ragazzi coinvolti nell’attività, dunque, si tratta anche di vivere una piccola occasione di reddito e di autonomia economica grazie al lavoro che svolgono «che speriamo possa crescere sempre di più nel tempo» aggiunge Di Pede. «Il format di alimenta bistrot esiste anche a Milano, Palermo e Benevento, ha aperto da poco anche ad Anacapri. A Lecce abbiamo voluto provare un format un po’ diverso, come un bar sociale, un luogo di inclusione di soggetti fragili fondamentalmente, ma che poi in realtà siamo tutti uguali».
Particolarmente entusiasta dell’attività che ha dato il via anche al percorso di Palazzina Basaglia è Federica Lupo. «È un genere di welfare innovativo che esce dalle mura ed entra nella vita quotidiana del territorio. Vogliamo abbattere i muri attraverso un welfare che si mescola nella società, che porta cose nuove, che crea le condizioni affinché tutte le persone, anche quelle più fragili, possano avere il proprio posto, possano lavorare, socializzare e vivere a pieno la propria esistenza, senza ostacoli né discriminazioni». Al taglio del nastro era presente anche la sindaca di Lecce Adriana Poli Bortone, in carica da quattro mesi dopo l’amministrazione di Carlo Salvemini, anch’egli presente all’evento: «È la cosa più bella che mi sia capitata in questi quattro mesi perché avete avuto una bellissima sensibilità, avete fatto tutto da soli, noi non c’entriamo nulla».
Vogliamo abbattere i muri attraverso un welfare che si mescola nella società, che porta cose nuove, che crea le condizioni affinché tutte le persone, anche quelle più fragili, possano avere il proprio posto
Federica Lupo, responsabile nodo Salento Sale della Terra
Ed un ruolo speciale in questo cammino formativo ed inclusivo, lo hanno avuto le famiglie dei dieci baristi di Alimenta. «Il progetto nella sua fase iniziale non coinvolgeva le tutor e di conseguenza abbiamo deciso di dare un contributo come famiglie per sostenere la presenza di queste importanti figure. Sosteniamo con convinzione questo progetto nella speranza che guadagnino qualcosa, anche perché attraverso questa attività si sentono importanti perché per il bar lo sentono come se fosse il loro». Maria Rosaria Staiano è la mamma di Lara Capoccia, una delle bariste impegnate a preparare caffè o servire ai tavoli. Lara, che di anni ne ha 41, aveva già vissuto un’esperienza di lavoro simile ed era entusiasta di riprendere questo tipo di percorso.
Neanche noi genitori a volte riusciamo a capire fino a che punto i nostri ragazzi riescano. Ma loro sono sempre capaci di stupirci. Noi genitori spesso diamo dei limiti e invece poi restiamo meravigliati
Maria Rosaria Staiano, mamma di Lara Capoccia
«Come genitore so già cosa voglia dire avere una ragazza impegnata a fare qualcosa che le piace, fare un cammino di inclusione» aggiunge Staino. «Vediamo quanto sono felici, contenti, impegnati a far sì che il bar vada bene. E come genitori vediamo i ragazzi di cosa sono capaci. Perché neanche noi genitori a volte riusciamo a capire fino a che punto i nostri ragazzi riescano. Ma loro sono sempre capaci di stupirci. Noi genitori spesso diamo dei limiti e invece poi restiamo meravigliati». Di qui, un appello affinché a crederci e spingere siano davvero tutti, soprattutto la comunità leccese. «In questo tipo di iniziative è importante che ci creda prima il genitore e poi il ragazzo, che avverte la forza ed il sostegno del suo caro. A questo punto, però, serve anche la cittadinanza, che capisca l’importanza di questo progetto, che dia continuità, che lo sostenga». Se vi trovate a passare per Lecce, quindi, donatevi qualche minuto per fare una tappa al bar sociale Alimenta. Maurizio, Marika e gli altri baristi vi stupiranno con i loro caffè, i loro cappuccini ed il loro entusiasmo. Forse l’ingrediente migliore per rendere ogni bevanda particolarmente buona.
Foto di Flavio Massari
Scegli la rivista
dell’innovazione sociale
Sostieni VITA e aiuta a
supportare la nostra missione
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.