Economia

L’antimafia sociale che costruisce inclusione e benessere

Nasce dalla sinergia tra la cooperativa "Energ - etica" e il Comune di Misterbianco, in provincia di Catania, la Fattoria Sociale “Orti del Mediterraneo” per l'inclusione socio-lavorativa di giovani autistici. Ora l'ultimo step con l'inaugurazione del nuovo edificio, dotato dalla "Rete delle Fattorie Sociali Sicilia" degli arredi anche per l'appartamento che verrà utilzzato per il "Dopo di Noi".

di Gilda Sciortino

Una storia in controtendenza, quella che ha come protagonisti il Comune di Misterbianco e la cooperativa sociale “Energ-etica Catania” che dal 2016 gestisce un bene confiscato alla mafia sulle colline di Misterbianco, piccolo comune del catanese. È qui che nel 2017 è nata la Fattoria Sociale “Orti del Mediterraneo” per l'inclusione socio-lavorativa di soggetti fragili, in particolare 15 giovani autistici, il più grande dei quali ha 40 anni. Un progetto che prende vita grazie al sostegno di Fondazione CON IL SUD e della Fondazione “Peppino Vismara”, aderendo all’Associazione Nazionale BioAgricoltura Sociale, alla Rete Fattorie Sociali Sicilia e collaborando con l’Associazione Italiana Educazione Sanitaria sezione Sicilia (A.I.E.S.). Percorso che ha accompagnato alla formazione e all’inclusione socio-lavorativa di soggetti svantaggiati e di giovani inoccupati, coinvolgendoli nei processi produttivi della fattoria soprattutto per l’estrazione della pappa reale e della lavorazione dei semi di canapa.

Alle 18 di lunedì 4 luglio l'inaugurazione del nuovo edificio, in via Pascoli, a Misterbianco, struttura di circa 400 metri quadrati coperti, finanziata dall’assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana con i fondi del POR FESR 2014/2020.

«È la chiusura del cerchio – spiega Salvatore Cacciola, presidente della Rete Fattorie Sociali Sicilia- che completa il percorso progettuale. Abbiamo dotato la nuova struttura degli arredi per l'aula didattica, per gli uffici e per l'appartamento per il "Dopo di Noi", fase alla quale teniamo particolarmente, essendo uno dei nostri obiettivi, insieme al problema del lavoro».

Un traguardo importante raggiunto in una Regione, la Sicilia, che ha il maggior numero di beni confiscati, molti dei quali abbandonati e poco utilizzati. Ce lo dice Libera con la ricerca “Fattiperbene”, evidenziando il fatto che sono 947 i soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, ottenuti in concessione dagli Enti locali, in ben 18 regioni su 20, in più di 350 comuni. Il 28 %, pari a 267 realtà associative, si trovano in Sicilia dove, in molti casi, la singola esperienza di riutilizzo comprende più beni confiscati, anche di tipologia catastale diversa. Il 18% riguarda appartamenti, abitazioni indipendenti, immobili; il 16% ville, fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale, palazzine; il 22% terreni agricoli, edificabili e di altra tipologia (anche con pertinenze immobiliari); il 20 % locali commerciali o industriali, capannoni, magazzini, locali di deposito, negozio, bottega, uffici .

Complessivamente, secondo i dati dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 25 febbraio 2022) In Sicilia sono 7406 i beni immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice antimafia; , in totale 7328 gli immobili ancora in gestione e in attesa di essere destinati. Sono, invece, 536 le aziende siciliane confiscate e destinate, mentre 979 quelle ancora in gestione.

Un indubbio valore sociale, quello che porta con sé e trasmette questo progetto, rispondendo alle esigenze di una fascia di popolazione fragile, quali sono i giovani adulti affetti dallo spettro autistico. Colpito nel segno, poi, l’obiettivo se interviene la sinergia attiva dell’antimafia sociale che offre risposte sociali innovative. restituendo alla comunità una risorsa di inclusione sociale.

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