L’affido culturale approda anche a Cagliari
Il progetto Outsiders della cooperativa Panta Rei Sardegna, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, consente di combattere la povertà culturale oltre quella economica. Bambini e adolescenti hanno l'opportunità di vivere esperienze mai fatte e in apparenza scontate, come andare al mare o al parco, al teatro o al cinema, praticare attività sportive o recarsi in una biblioteca
Solidarietà, incontro, conoscenza, condivisione. L’Affido culturale decolla finalmente anche a Cagliari, in virtù di un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini (finanziato dal bando “Un passo avanti”) nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nato da un protocollo d’intesa tra Acri, Forum nazionale del Terzo settore e Governo. Il capoluogo sardo ci arriva dopo Bari, Milano, Modena, Napoli e Roma, grazie all’impegno della Cooperativa Panta Rei Sardegna con il suo Progetto Outsiders. Il progetto è partito inizialmente in quattro città e successivamente replicato in quanto modello di successo per le sue caratteristiche moderne e innovative nel sistema sociale.
L’idea di fondo dell’Affido culturale è molto semplice. Un genitore, che abitualmente frequenta con i suoi figli il cinema, un teatro, un museo o una libreria, porta con sé anche una bambina o un bambino – eventualmente con un membro della sua famiglia – che in questi luoghi non entrerebbe per diversi motivi: economici, di difficoltà linguistica, di salute o altro. In questo modo si crea la possibilità di offrire delle opportunità culturali ai giovanissimi e spesso anche ai loro familiari. Allo stesso tempo consente di rinforzare le relazioni e i legami, in una visione solidale e concreta della società.
L’Affido culturale propone di mobilitare, contro la povertà educativa, le cosiddette “famiglie risorsa”, valorizzando l’esperienza dell’affido familiare ma declinandola sullo specifico della fruizione di prodotti e servizi culturali. «L’idea – racconta la vicepresidente di Panta Rei, Marta Chessa – è nata dalla nostra pregressa esperienza nell’affiancamento familiare. Abbiamo avuto modo di sperimentare il modello “Una famiglia per una famiglia” della Fondazione Paideia di Torino. Un’esperienza formidabile che ha concorso a migliorare il benessere di 8 bambini (ogni affiancamento familiare dura un anno). L’idea dell’Affido culturale completa le nostre azioni di solidarietà familiare».
La peculiarità del progetto declinato a Cagliari sta proprio nel potenziare ulteriormente il concetto di rete e di coinvolgimento del territorio. Gli esercenti culturali che hanno aderito saranno pagati con uno strumento che si chiama LocalPay e che è stato implementato da Sardex, partner di Outsiders. La caratteristica delle LocalPay è proprio quella di mettere in rete gli esercenti che aderiscono al progetto senza nessun costo, destinando il 3% di quanto ricevono in LocalPay a progetti ideati dai bambini. Inoltre, non c’è nessun costo per le persone che intendono diventare affidatari culturali: attraverso la LocalPay le famiglie hanno un budget da spendere presso gli operatori aderenti. Le risorse economiche diventano uno strumento positivo e di responsabilità sociale. «In questo modo sta sorgendo una nuova comunità educativa ed educante in città, perché i Merchant e Associazioni sono parte attiva e propositiva del progetto; sta nascendo, per scelta, un modello fresco e riconoscibile», commenta Gian Paolo Marras di Sardex). Si guarda, dunque, a una società inclusiva, solidale, sostenibile e coesa.
Affido culturale può essere fatto da tutti, persone singole, coppie e famiglie. Attualmente il Panta Rei Sardegna ha una rete di persone e famiglie disponibili ad essere una risorsa per altre famiglie e bambini ma, come spiega Marta Chessa, «c’è bisogno che la rete della solidarietà familiare cresca. Ognuno dona il tempo che può per un bambino o una bambina che rischia di non avere parità di accesso alle risorse culturali della città. Le persone che sono interessate all’Affido culturale possono contattarci scrivendo all’indirizzo email outsiders@pantareisardegna.it oppure chiamarci al numero 070-651199».
Tiziana Pompei, insegnante di un liceo classico di Cagliari, spiega: «Nel 2019 ho conosciuto le operatrici di Panta Rei e mi sono innamorata di questo progetto, che ha dovuto fare i conti con un periodo di sospensione a causa della pandemia ma che ora riprende a decollare. Perché ho aderito? È un’esigenza maturata dentro di me, la voglia di volerci essere per qualcun altro. Il desiderio di dare qualcosa al di là della famiglia di appartenenza o dell’ambito lavorativo. Un dare gratuitamente una parte di sé, senza aspettare un ritorno. In questi tre anni ho scoperto un mondo, fatto di persone attivissime nell’aiutare ma anche famiglie che hanno bisogno di una mano d’aiuto, non necessariamente sotto il profilo economico. Parliamo, in particolar modo, di persone arrivate da Paesi lontani, che spesso lavorano dalla mattina presto alla notte. Ci sono bambini o adolescenti che vanno da casa a scuola e viceversa, ma non hanno mai visto la spiaggia o un parco di Cagliari, non sono mai andati al cinema o al teatro. Cose apparentemente scontate, ma non per tutti. Queste famiglie fanno parte del progetto Ribes (Risorse integrate per i bisogni educativi speciali) e hanno figli in età scolare. A volte non siamo in presenza di povertà economica, piuttosto di povertà culturale: a parte il canale scolastico, non hanno occasioni per conoscere ciò che offre il territorio in cui vive. Non hanno persone della loro cerchia familiare che possano aiutarli a fruire di una passeggiata al mare o di uno spettacolo per minori. Noi famiglie affiancanti cerchiamo di colmare questo vuoto».
Maria Virginia Siriu, direttrice artistica di “Theandric – Teatro non violento” di Cagliari, rappresenta una delle 30 associazioni culturali e sportive o attività commerciali che sinora hanno aderito al progetto. «Lo abbiamo fatto – spiega – perché ci sembra del tutto in sintonia con la nostra filosofia. Noi siamo una compagnia teatrale che da sempre ha una sensibilità particolare per le tematiche sociali e politiche che riguardano la comunità. Ci occupiamo di teatro contemporaneo, sia attraverso le nostre produzioni, sia con l’organizzazione di eventi culturali come rassegne, festival, laboratori e corsi di formazione rivolti alle diverse fasce d’età. Tutto questo lo mettiamo a disposizione del progetto perché i bambini e i ragazzi possano fruire dell’intero pacchetto. Ciò consente una piena integrazione da parte di minori che, altrimenti, difficilmente si avvicinerebbero a questo tipo di offerta. Abbiamo appena completato tutte le procedure, dalle prossime rappresentazioni saremo operativi».
Credits: foto concesse da Is Mascareddas e Theandric
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