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Basilicata

La vecchia Potenza sfida il paradosso: sarà capitale dei giovani?

Potenza è nella top5 dei capoluoghi di regione più vecchi d’Italia, con quasi 1500 giovani in meno rispetto a 10 anni fa. Ma si candida a diventare capitale italiana dei giovani 2024, per sfidare le statistiche e dimostrare che i numeri possono cambiare, se prima cambiano le narrazioni

di Luca Iacovone

potenza capitale dei giovani

A Napoli – Capitale italiana dei giovani 2023 – per ogni 100 anziani si contano circa 76 ragazzi sotto i 14 anni. A Potenza, invece, ce ne sono appena 45: l’indice di vecchiaia, qui, negli ultimi vent’anni è quasi raddoppiato.

Leggere il nome del capoluogo lucano tra quelli delle città candidate al titolo di capitale italiana dei giovani, fa pensare alla storiella del calabrone. Stando all’adagio, secondo le leggi della fisica l’insetto avrebbe delle ali troppo piccole per riuscire a volare, ma il calabrone non lo sa e per questo vola lo stesso.

Abbiamo chiesto ad Antonio Candela, tra i primi promotori della candidatura potentina, insieme all’associazione alumni dell’università di Basilicata, Extra, se ha letto i dati sulla Basilicata dell’ultimo rapporto Svimez, Potenza capitale dei giovani è solo una provocazione, vero? «Ma quale provocazione», dice. «Anzi! Conosco bene numeri e statistiche e non fanno che ribadire quello che noi diciamo da un pezzo. Che a Potenza mancano tantissime cose, dalle infrastrutture ai servizi, e sì, mancano anche i giovani, ma questo vuol dire una cosa: che qui c’è tantissimo spazio per loro perchè c’è tanto da fare. Potenza è la capitale dei giovani perché è la capitale delle opportunità per i giovani. Non parlo solo dei fondi di coesione e del Pnrr, che – proporzionati al numero di residenti – basterebbero da soli a convincere qualunque giovane a venire adesso in Basilicata, ma soprattutto penso ad una regione in cui quelli che credevano di aver costruito una cortina inespugnabile attorno ai loro nuclei di potere, sono giunti ormai all’epilogo. Hanno iniziato a vent’anni, loro, e ora che si avvicinano ai settanta, si accorgono di avere tutt’attorno il vuoto».

Vuoto è una parola chiave per capire la Basilicata degli ultimi dieci anni, se si considera che tra il 2013 e il 2022 la popolazione del suo capoluogo nella fascia di età tra i 19 e i 29 anni è diminuita del 17%. Un vuoto, appunto, che farà sentire la sua eco anche nei prossimi anni: i calcoli previsionali dicono che nel 2030 i potentini nella fascia di età tra i 45 e i 49 anni saranno il 20% in meno rispetto agli attuali.

Ma in che modo allora un titolo da capitale e un programma di eventi possono invertire questa tendenza? «Mica i giovani vanno dietro ai titoli e alle capitali!», aggiunge Antonio Candela. «A loro non interessa nulla del titolo. È stata la scusa per mettere a tema in questa città le politiche giovanili. E davvero, titolo o no, abbiamo già ottenuto quello che volevamo: abbiamo raccolto i fondi che ci occorrono a realizzare la programmazione prevista per il prossimo anno; al comitato promotore per la candidatura hanno aderito praticamente tutte le realtà giovanili della città, per la prima volta unite in un progetto comune; il dossier di candidatura è stato scritto interamente da 230 ragazzi tra i 15 e i 30 anni; il Comune ha di nuovo costituito il suo Forum dei giovani under 26; con Ashoka Italia e Startnet Youth si sta svolgendo in questi giorni la Winter School e stiamo per dare vita al Festival delle opportunità, per l’anno europeo delle competenze: finalmente a Potenza si torna a parlare di competenze ed opportunità, è solo così che possiamo invertire trend e previsioni. E secondo me non è un caso che tutto questo stia accadendo adesso a Potenza, sono mesi difficili per la nostra comunità, ma tutti avvertiamo che è arrivato il momento: è ora che i giovani escano allo scoperto in questa città, non possono più stare nascosti».

Candela non la nomina mai, è un nome che a Potenza si fa grande fatica a pronunciare, ma il riferimento è chiaramente alla vicenda della giovanissima Elisa Claps. Al suo corpo martoriato tenuto nascosto per trent’anni nel sottotetto di una chiesa del centro cittadino. Nel lungo silenzio che segue le sue ultime parole, pronunciate a mezza voce, ma arrivate dritte come una sciabolata, stiamo pensando entrambi ad Elisa e alla città che non ha saputo – voluto? – vedere quello che era sotto gli occhi di tutti.

«Capisci perché è importante questo 2024?», conclude Candela. «Perché i giovani adesso sentono di avere il coraggio di dire quello che a Potenza non si poteva dire, quel muro è venuto giù. Pensa che ad una nostra conferenza, organizzata per iniziare a discutere la candidatura potentina, al termine di un lungo intervento il relatore, rivolgendosi ai giovani presenti, ha chiesto se avessero domande da porgli. Ha alzato la mano una ragazzina dal pubblico: il punto è un altro, professore! Gli ha detto impettita: il punto è se lei vuole fare delle domande a noi, se è vero che ci candidiamo a capitale dei giovani. Capisci perché è adesso che tutto può succedere a Potenza?».

In copertina Vista di Potenza, foto di Michele Luongo, via Wikimedia Commons