La Maddalena, la perla del Mediterraneo minacciata dai rifiuti

Sessanta tonnellate di plastica e materiale vario raccolte in due anni dai volontari dell'associazione “Un arcipelago senza plastica”, un gruppo di 125 persone guidato da Antonello Sagheddu. Sabato una nuova iniziativa promossa dall'Ente Parco contro l'inquinamento ambientale e l'inciviltà di tante persone

di Luigi Alfonso

È una delle perle dell’intero Mediterraneo, senza alcun dubbio. È incastonato all’interno di un parco nazionale ma ciò non lo mette al sicuro dall’inciviltà di buona parte del genere umano. L’arcipelago della Maddalena, a nord della Sardegna, è un paradiso che incanta tutti i turisti che vi si recano in visita. Eppure, ogni giorno bisogna combattere una battaglia che non è più di pochi e neppure silente. Contro l’inquinamento e la maleducazione, da poco più di due anni si muove il gruppo di volontari dell’associazione “Un arcipelago senza plastica”, guidato dal fondatore Antonello Sagheddu. Dal 27 ottobre 2018 a tutto il 2020, con le restrizioni della pandemia che hanno condizionato l’attività, sono stati raccolti oltre 60 tonnellate di rifiuti vari: non solo plastica, ma anche lavatrici, frigoriferi, televisori, armadi e suppellettili varie. Li hanno trovati nei posti più impensabili. La stupidità, a volte, fa compiere fatiche inutili quando basterebbe ricorrere gratuitamente al servizio comunale di raccolta rifiuti speciali.

«È tutto nato quasi per gioco», racconta Sagheddu, un maddalenino innamorato della sua isola nell’isola. «Tanti anni fa, quando mio figlio aveva appena 3 anni, avevamo iniziato a raccogliere cicche e buste di plastica disperse nelle nostre spiagge. Mi dava fastidio vedere tutta quella sporcizia in luoghi che sono sempre stati incontaminati, sino a qualche decennio fa. Poi, viste le dimensioni del problema, ho iniziato a coinvolgere amici, conoscenti e altre persone sensibili. Non nascondo che ci sono molte difficoltà. Ormai è da oltre 35 anni che mi dedico alla pulizia delle coste, con la collaborazione di tre amici, ma da allora la situazione è peggiorata notevolmente: rinveniamo rifiuti che arrivano dalla Spagna e dalle coste del Tirreno».

Boe, bombole di ossigeno in dotazione alle ambulanze, estintori, relitti di imbarcazioni e altro materiale di varia natura si depositano incessantemente tra le rocce e nelle spiagge dell’arcipelago. «Per fortuna possiamo contare sulla collaborazione dell’Ente Parco, della Guardia Costiera, del Consorzio “Le Meraviglie dell’Arcipelago” e della “Flotta del Parco”, oltre all’associazione “Cento Comuni di Spoleto” che si è offerta di aiutarci. In 31 uscite di gruppo, alle nostre iniziative hanno preso parte 776 persone. Intanto la nostra Associazione ha raggiunto quota 125 tesserati, con volontari di La Maddalena, Iglesias, Guspini, Marrubiu, Arzachena, Palau, Torino, Parma, Milano, Faenza, La Spezia, Verona, Firenze, Reggio Emilia, Spoleto, Roma e Losanna. Ci sosteniamo da soli e acquistiamo tutto il materiale necessario, dalle buste ai guanti. Ora siamo alla ricerca di una scialuppa di salvataggio dismessa da qualche nave. Confidiamo nella sensibilità di qualche persona di buona volontà».

Sabato 22 maggio, meteo permettendo, è in programma la giornata ambientale “Progetto Isole 2021”, un evento organizzato dall’Ente Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena e da “Un arcipelago senza plastica”, con la partecipazione della Guardia Costiera e l’Associazione Velieri in Vela latina di La Maddalena. Alla manifestazione hanno già aderito oltre 100 volontari e sono stati messi a disposizione gratuitamente 20 natanti, un traghetto della GPD di La Maddalena e una barca da traffico del consorzio “Le Meraviglie dell’arcipelago”.

«È doveroso fare un plauso a questi meravigliosi angeli del Parco», commenta Fabrizio Fonnesu, presidente dell’Ente Parco. «Li definisco angeli perché, grazie al loro intervento, riusciamo effettivamente ad essere operativi in termini di ecologia e tutela dell’ambiente. A volte la macchina burocratica non consente di essere molto veloci e operativi. Grazie all’ausilio di questi volontari, riusciamo a fare qualcosa di concreto per l’ambiente in un contesto così particolare. Queste persone hanno raccolto un’enormità di rifiuti, che solo in parte arrivano trasportati dal vento e dalle correnti marine».

«Non cerchiamo contributi o altre forme di sovvenzione, soltanto rispetto e collaborazione», sottolinea Sagheddu. «Anche se alcune aziende ci stanno dando una grande mano d’aiuto, per esempio mettendoci a disposizione magliette e giubbotti per essere facilmente distinguibili. Oltre agli enti e alle associazioni già citate, non posso dimenticare la Delcomar, la Maddalena Lines, Ma&MA, il Centro Velico di Caprera, la Flotta del Parco, il Riviera di Gallura Rotary, Amici dell’Arcipelago e La Maddalena Ambiente: quest’ultima accoglie all’isola ecologica tutti i rifiuti che noi conferiamo. È tuttavia necessario che, per pulire adeguatamente le isole dal degrado portato dal mare e lasciato anche dagli umani, coloro che operano nel settore durante il periodo estivo diano la disponibilità del loro natante. Gli interventi vengono effettuati anche nelle zone interne nelle giornate di sabato o domenica, per consentire la partecipazione di un maggior numero di volontari».

Una battaglia feroce che ha bisogno della collaborazione di tutti, residenti e visitatori occasionali. I controlli delle autorità si sono moltiplicati, negli ultimi anni, ma a volte non sono sufficienti per scoraggiare gli incivili. Un esercito altrettanto agguerrito. Non a caso, l'associazione “Un arcipelago senza plastica” porterà nelle scuole (si inizierà dalle primarie) alcuni progetti di educazione ambientale, per sensibilizzare i più giovani.

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