Quartu Sant'Elena

La cultura e i progetti di 20 associazioni fanno decollare la prima Casa del quartiere in Sardegna

A pochi chilometri da Cagliari nasce Spazio Michelangelo Pira, uno spazio di comunità dedicato alla memoria del grande intellettuale sardo. La gestione di questo bene del Comune quartese è stata affidata alla cooperativa sociale “Liberitutti” di Torino in partenariato con l’associazione isolana Domu Mia

di Luigi Alfonso

È dedicata alla figura di Michelangelo Pira la prima Casa del quartiere della Sardegna, inaugurata oggi a Quartu Sant’Elena (Cagliari). Pira era un giornalista, scrittore e antropologo di Bitti (Nuoro) appassionato delle tematiche legate alla cultura e alla lingua sarda. Morì a soli 52 anni ma ebbe comunque modo di mettersi in luce come uno dei più illuminati intellettuali dell’Isola. Quartu Sant’Elena, città in cui si spense nel 1980, lo ha ricordato con un’iniziativa di grande spessore sociale: l’inaugurazione di uno spazio di comunità rigenerato, a lui dedicato nel nome e nello spirito. Un luogo di aggregazione che deve fare da incubatrice di idee e moltiplicatore di progetti in rete.

Il sindaco di Quartu, Graziano Milia, e Stefano Pira, figlio di Michelangelo

«Realizzammo questo spazio negli anni ‘90, al tempo come sala convegni, e abbiamo voluto confermare quella intitolazione», sottolinea il sindaco Graziano Milia. «Ritenevamo allora che potesse diventare un luogo d’incontro, di scambio, di crescita comune. Quartu era città dai tanti conflitti ed era necessario creare un luogo dove poter comunicare, dove dialogare. L’attuale Amministrazione ha voluto riprendere quel filo e quella proposta, non solo per onorare la memoria di Michelangelo Pira, uno degli intellettuali più lucidi del secolo scorso in Sardegna. Ripartiamo da lì, sperimentando la co-progettazione, mettendo insieme chi si deve occupare del bene comune, cioè chi amministra la città, con tutti quei soggetti che stanno diventando sempre più determinanti e fondamentali per il futuro della nostra società: le associazioni del Terzo settore».

Il momento del taglio del nastro allo Spazio Michelangelo Pira

Il Comune ha messo a disposizione 300mila euro per garantire i lavori di ristrutturazione. «Diventerà un centro polifunzionale», commenta Marco Camboni, assessore comunale dei Servizi sociali e politiche generazionali. «Tutto è partito con un lungo percorso di coprogettazione, il quale sfocerà in una serie di iniziative che coinvolgeranno la popolazione da un punto di vista culturale e sociale. Sono due azioni che vanno di pari passo: molte volte il sociale viene associato ad azioni di emergenza, invece il veicolo della cultura porta a prevenire certe problematiche sociali, come la povertà educativa».

Così si presentava sino a due anni fa lo Spazio Pira, a Quartu Sant’Elena

In due anni di lavori sono state coinvolte 19 persone provenienti da percorsi di giustizia riparativa: due di loro sono state assunte con contratto a tempo determinato, ma c’è la volontà di far proseguire loro questo cammino. Cinque le imprese che hanno lavorato, compresa una cooperativa sociale di tipo B in attività di inserimento lavorativo. Ci sono voluti 23 viaggi alla discarica per smaltire 2.300 kg di rifiuti di vario genere raccolti in quei locali abbandonati nell’arco di 216 giorni, per complessive 864 ore di lavoro.

Anche il Parco Matteotti sarà presto rigenerato

«Siamo felici di restituire alla città questo spazio e vogliamo fare lo stesso anche per il Parco Matteotti», spiega Ninni Santus, presidente di Domu Mia. «Va rigenerato e rivissuto, e questo è un risultato che si ottiene occupando il territorio con idee e progetti. Quartu è un bellissimo esempio di come si possano restituire al territorio i suoi spazi, come questo appunto, nel cuore della città».

Oggi Spazio Pira è un fiore all’occhiello della città quartese

«Dopo i lavori di ristrutturazione fisica, parte il vero processo di rigenerazione di un luogo che appartiene a tutta la città e alla popolazione quartese», spiega Andrea Camedda, community manager dello Spazio Michelangelo Pira. «Questo era un bene pubblico totalmente abbandonato e dimenticato, l’ex stazione degli autobus; nel corso di un anno e mezzo è stato reso fruibile a tutti per volontà della pubblica amministrazione. Il Terzo settore è stato coinvolto in pieno: capofila del progetto è la cooperativa sociale “Liberitutti” di Torino, che lavora in partenariato con l’associazione Domu Mia».

Un gruppo di operatori di Liberitutti e Domu Mia

«Il valore aggiunto è dato dal lavoro svolto in tutti questi mesi da un gruppo di persone, che a loro volta hanno bisogno di essere rigenerate e incluse nel contesto sociale», prosegue Camedda. La nostra sfida per l’immediato futuro è che questo Spazio diventi un luogo più sentito dalla comunità quartese. Non è facile, spesso le associazioni di volontariato chiedono al Comune un locale per poi svolgere in piena libertà le proprie attività. Qui, invece, ciascuna associazione deve scendere a un patto e portare un valore allo Spazio Michelangelo Pira e a tutta la comunità. Non è affatto scontato, occorre l’apporto di tutti».

Andrea Camedda, community manager di Spazio Pira

Le realtà locali del Terzo settore si stanno prenotando per proporre laboratori, eventi e iniziative sociali varie. L’assessorato comunale dei Servizi sociali sta mettendo a disposizione i servizi che già svolge e che ora potranno essere trasferiti all’interno di Spazio Michelangelo Pira. Il processo di interazione e interlocuzione tra associazioni è stato sinora molto partecipato, in quanto vi ha preso parte lo zoccolo duro dell’associazionismo quartese (una ventina di organizzazioni). Il mese di aprile servirà a prendere l’abbrivio e riempire quel luogo di contenuti e proposte, per poi partire da maggio a pieno regime.

Esterni dello Spazio Michelangelo Pira

«Ci siamo aggiudicati il bando del Comune di Quartu Sant’Elena con una coprogettazione di Domu Mia e Liberitutti», spiega Carla Sirigu, responsabile della comunicazione di comunità. Domu Mia ha messo a disposizione la sua rete di contatti, di volontari e di persone dell’area Uepe (Ufficio di esecuzione penale esterna, ndr) che hanno ripulito i locali: abbiamo trovato di tutto, siringhe e spazzatura varia. La cooperativa Liberitutti, invece, mette tre operatori di comunità e tutte le competenze maturate in tanti anni di esperienza: in Sardegna non c’è una impresa sociale che abbia i requisiti richiesti dal bando. Si crea, dunque, una governance che deve tracciare una linea di condotta e mantenere il focus delle attività. Questo luogo nei prossimi mesi deve diventare a tutti gli effetti una Casa del quartiere e offrire uno spazio alle buone pratiche e all’attivismo sociale. In quest’area urbana passano tantissimi giovani e immigrati, ma anche pensionati e persone sole che spesso vagano per l’adiacente Parco Matteotti senza sapere che cosa fare. Tutti loro potranno accedere a questo spazio intergenerazionale e sentirsi accolte, ma anche attive e propositive. Potranno portare la loro conoscenza e trasformarla in attività partecipate. Un doppio protagonismo, in sostanza, che vedrà all’opera il mondo dell’associazionismo e i cittadini. Anzi, l’innovazione consiste proprio nel cambio di paradigma: spesso i cittadini si lamentano perché non ci sono spazi di aggregazione e confronto, ora viene messo a disposizione questo immobile che consente di fare rigenerazione urbana e sociale. In questo, l’esperienza ventennale di Liberitutti con le Case del quartiere a Barriera di Milano, a Torino, in ambienti degradati, è una garanzia di qualità. Con loro Domu Mia ha ritrovato gli stessi obiettivi».

Carla Sirigu, responsabile della comunicazione di comunità a Spazio Pira

Quartu conta 80mila abitanti, in buona parte cagliaritani che qui hanno trovato casa a prezzi più accessibili rispetto al capoluogo. I giovani, negli ultimi decenni, hanno perso molti punti di riferimento e le associazioni culturali e sportive non sempre riescono a intercettarli. Lo Spazio Michelangelo Pira offrirà una opportunità per trovare nuovi stimoli.

«Una cosa che mi ha sempre colpito della Sardegna è che tantissimi sardi svolgono attività associative; significa che questa caratteristica appartiene alla cultura isolana. E non è una cosa scontata», è il parere di Erika Mattarella, componente del consiglio di amministrazione di Liberitutti con delega allo sviluppo locale partecipato. «Oggi abbiamo visto tanto entusiasmo, era un giorno di festa, ma per il prossimo futuro mi aspetto che Spazio Pira venga animato dalle tante associazioni che si sono avvicinate. Bisogna arrivare insieme a qualcosa di importante, togliendo un pochino di identità delle singole realtà del Terzo settore per trovarne una nuova, che è quella di Spazio Pira. È vero, in Sardegna talvolta è difficile far dialogare le varie componenti, ma sono ottimista: credo che a settembre entreremo a pieno regime. Nel Nuorese ho visto fiorire progetti in rete che ora mostrano i loro frutti, soprattutto grazie ai giovani. I problemi della società attuale sono a volte più grossi di noi, , ma ci sono sfide gigantesche che appartengono al Terzo settore, come le disuguaglianze sociali e la solitudine, che si possono affrontare soltanto con un bagaglio collettivo. Altrimenti non si va da nessuna parte».

Erika Mattarella, componente del consiglio di amministrazione di Liberitutti

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