Welfare

La casa? A Palermo, l’Agenzia per l’inclusione abitativa aiuta a non perderla

Nell'arco di 6 anni ha preso in carico e risposto a oltre 5100 famiglie, per le quali l'affitto di casa e le relative utenze erano diventati un peso, se non un incubo. Una boccata di ossigeno, l'Agenzia per l’Inclusione sociale e abitativa del Comune di Palermo, grazie alla quale le conseguenze del Covid, ma soprattutto il taglio o la definita sospensione del reddito di cittadinanza non sono più, almeno per un certo periodo di tempo, una spada di Damocle

di Gilda Sciortino

Abitare è oggi un diritto, ma non certo di tutti. È ormai più che altro una sfida che deve mettere in campo strategie condivise che diano reale sviluppo alle politiche sociali delle nostre città. Da qui l’importanza di un servizio, dedicato all’inclusione abitativa, che prenda in carico chi la casa la vede come bene primario, ma non per la propria famiglia, luogo a cui è bene non affezionarsi perché la sua conquista e il suo mantenimento dipendono da quei chiari di luna dipendenti da lavori precari, improvvise emergenze familiari, cause di forza maggiore che impediscono di avere con i padroni di casa un rapporto stabile e sereno.

I progetti che prevediamo guardano alla complessità della situazione che sta vivendo la famiglia, nella quale ogni singolo componente ha una storia unica

Francesca Pruiti, coordinatrice Agenzia per l’Inclusione Abitativa del Comune di Palermo

«La casa oggi? Sinceramente non so qual sia il suo vero significato», dice Rosa, 53 anni, singole, separatasi da qualche anno dal compagno con cui conviveva, un lavoro precario nel campo dei servizi. «Vorrei tanto riuscire a svegliarmi e andare a letto sapendo che in quella che abito ci potrò restare sino a quando lo vorrò io e non essere soggetta alla paura di non avere come pagare l’affitto. Fortunatamente in questo periodo mi sta aiutando il Comune di Palermo e non lo ringrazierò mai abbastanza, ma chi non ci passa, chi non vive questa esperienza, non può capire cosa vuol dire temere che tutto questo finisca e che, al primo ritardo nel pagamento dell’affitto, bussi alla porta di casa l’ufficiale giudiziario con l’ingiunzione di sfratto. E se avessi avuto figli?».

Rosa vive nei pressi del centro storico di Palermo ed è una delle beneficiarie del contributo che arriva dall’Agenzia per l’Inclusione sociale e abitativa del Comune di Palermo, il cui aiuto copre il 90 per cento dell’affitto mensile e le utenze. Un servizio che nel capoluogo siciliano funziona veramente, riuscendo a rispondere alle reali esigenze di chi rischia di soccombere alla ineluttabilità di affitti, le cui scadenze non vanno certo di pari passo con i ritmi di un mercato del lavoro, fatto di precarietà che si presentano sotto varie forme. Ovviamente, per potere accedere ai contributi che coprono 12 mensilità, con possibilità di proroga in base allo specifico percorso di inclusione abitativo avviato nel caso in cui la situazione di difficoltà persista, necessita un Isee che attesti le condizioni economiche del singolo o del nucleo familiare. Condizioni che, per esempio, si sono aggravate durante e subito dopo il Covid, mettendo in ginocchio non poche famiglie.

«Quando nel 2018 l’Agenzia sociale per la Casa ha iniziato a prendere vita e forma a Palermo» scrivono nella relazione gli operatori del servizio, «per molti era un “semplice” esperimento di riorganizzazione dei servizi sociali che potessero occuparsi concretamente di inclusione abitativa. Oggi, quello che sembrava un progetto di sperimentazione nato al Sud, è diventato un modello al servizio del territorio, che ha rimesso al centro le politiche abitative come strumento per rilanciare la coesione sociale».

«Consideriamo il nucleo familiare nella sua complessità», sottolinea Francesca Pruiti, coordinatrice dell’Agenzia, «attivando un percorso di sostegno per favorire l’uscita dalla situazione che genera il disagio abitativo. Le persone non sono fascicoli, numeri di protocollo, ma esseri umani che vanno ascoltati, compresi e accompagnati».

Un contributo economico, quello elargito alle famiglie, reso possibile grazie ai fondi europei messi a disposizione dal Pon Metro, che interviene a garanzia dei proprietari di casa, dando loro modo di usufruire di pagamenti anticipati da parte del Comune di Palermo per un periodo sufficiente a favorire l’autonomia alle persone accolte. Va da sé che, per potervi accedere, si deve attivare un progetto di inclusione abitativa concordato con il Servizio sociale comunale e l’èquipe del Punto snodo di riferimento della stessa Agenzia

Numeri che parlano

A essere state accompagnare sino alla fine del 2022 sono state 2567 famiglie, mille delle quali hanno ricevuto un contributo diretto, con 3.731.306,30 euro di risorse impegnate attraverso il Pon Metro per contrastare il disagio abitativo dovuto anche all’improvviso taglio o addirittura la sospensione del reddito di cittadinanza.

La seconda rilevazione parte da maggio 2023 e arriva a maggio 2024 quando i beneficiari degli interventi sono stati 2618. Di questi,  il 43,7% ha tra i 25 e 54 anni, il 35 per cento meno di 25, mentre il 21,4 supera i 54 anni. Il 56,4% è costituito da donne. In tutto 504 i nuclei familiari presi in carico dal servizio, anche se 211 nella prima parte del 2024. A essere erogati sono stati contributi per un totale di 1.393.225,99, 231.588,97 dei quali nel solo anno in corso.

Il disagio non guarda in faccia la provenienza sociale

Aiuti che arrivano trasversali e che non riguardano solo fasce di popolazione le cui condizioni lavorative sono condizionate da un determinato status sociale.

«Questa flessibilità qualcuno mi deve spiegare che vantaggi ha portato –  lamenta Francesco, unico in famiglia a lavorare nel mondo della comunicazione -. Io faccio i salti mortali per non fare mancare nulla alla mia famiglia ma, essendo una Partita Iva potete ben immaginare cosa voglia dire. Non avrei mai pensato di dovere ricorrere all’aiuto del Comune, ma questa volta devo dire di avere trovato un servizio che funziona. Ovvio che non durerà in eterno, così come mi auguro che non durerà neanche questo nostro momento di difficoltà, ma senza saremmo finiti ospiti di chissà quale parente. Abbiamo vissuto momenti di panico nei mesi scorsi per un ritardo dovuto a una variazione di bilancio che non veniva approvata, ma ora fortunatamente è tornato tutto a posto e respiriamo di nuovo».

È chiaro che, per servizi del genere, che guardano a 360 gradi alla loro complessità, i risultati arrivano solo se quello che si sviluppa è un vero e proprio modello innovativo capace di mettere al centro le politiche che nell’inclusione abitativa trovano una leva di sviluppo sociale.

vita a sud

Non a caso l’Agenzia è stata riconosciuta come best practice dalla Commissione Europea “Employment, Social Affairs & Inclusion”, rappresentando un esempio positivo di politiche abitative inclusive e a elevato impatto sociale, frutto di una stretta e costante collaborazione tra amministrazione pubblica e Terzo settore. Al fianco del Comune di Palermo, infatti, ci sono realtà importanti del privato sociale come il Consorzio Sol.Co. Rete di Imprese Sociali Siciliane, la cooperativa sociale Sviluppo Solidale, Inventare Insieme Onlus, Next – Nuove Energie X il Territorio ETS, Centro di Accoglienza Padre Nostro – ETS, Istituto Don Calabria, Fondazione Don Calabria per il sociale ETS, Centro Diaconale “La Noce” – Istituto Valdese, Associazione Euro, Coop. Sociale La Panormitana.

Ognuno copre un pezzetto di territorio, ognuno ha in carico le famiglie che più hanno bisogno, ognuna di queste realtà monitora tutte quelle situazioni in cui la professionalità unita all’umanità degli operatori fa la differenza. Tutte insiene fanno rete e creano quelle sinergie giuste e necessarie per fare in modo che le richieste di aiuto siano sempre di meno o, comunque, dirompano con minore impatto nel tessuto sociale.

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