Politica

La Calabria che vogliamo

Arrivano da don Giacomo Panizza e dalla rete di Comunità Progetto Sud le proposte per una politica di «vivo presente e invogliante futuro». - dice il sacerdote bresciano che ha scelto la Calabria come luogo in cui vivere e opeare - «Proposte prioritarie di natura politica e sociale, che aspiriamo a costruire insieme».

di Maria Pia Tucci

La Calabria è chiamata al voto per eleggere la nuova compagine amministrativa regionale e la campagna elettorale, tra vuoto e pieno, fa capolino tra i servizi e le realtà che in questa regione sono spesso da traino alle politiche di welfare.

Da 45 anni la Comunità Progetto Sud, co-fondata da Don Giacomo Panizza, di cui è Presidente, pone al centro della propria mission la promozione di culture e pratiche solidali apprendendo dalle esperienze di vita associativa e di impresa sociale, cooperando con molteplici realtà italiane e straniere.

Ed è da don Giacomo Panizza e dalla rete di Comunità Progetto Sud che arrivano le proposte per una politica di «vivo presente e invogliante futuro». – dice il sacerdote bresciano che ha scelto la Calabria come luogo in cui vivere e opeare – «Proposte prioritarie di natura politica e sociale, che aspiriamo a costruire insieme».

Cinque, sono i punti schematici proposti e che richiamano l' etica e una politica ordinaria che non lasci indietro nessuno; politiche partecipate e democratiche, forti sui temi della salute e, della solidarietà, del sociale e che favoriscano l' impresa giovane e innovativa.

«Questo periodo preelettorale impegnativo, sottoponiamo alla popolazione, e a coloro che intendono corresponsabilizzarsi nell’agone politico partitico, alcune proposte – spiega – don Panizza – sulle quali costruire insieme:

  1. Un governo regionale capace di amalgamare etica e politica, per portare la Calabria ad accrescere persone e gruppi amanti della libertà di lavoro, di pensiero e di partecipazione ampia, non clanica ma aperta a un “noi” sempre più collettivo.
  2. Una politica ordinaria in cui la popolazione si senta a casa sui territori e negli ambiti istituzionali, curando che le persone e le fasce sociali fragili vengano sostenute a emanciparsi nei loro diritti e nei loro doveri.
  3. Una politica di comparti multilivello democratici, capaci di governare per il bene comune e di attuare governance con le molteplici realtà interessate ai beni comuni (acqua, aria, terra, ambiente, ecc.), e alla efficacia ed efficienza dei servizi per la vita sociale, l’economia, la finanza e la cultura.
  4. Un governo regionale responsabile più che nel passato, competente al governo democratico del Welfare e della solidarietà pubblica, privata e sociale, valorizzando la sussidiarietà e il mutualismo, con riguardo ai temi della salute (es.: ospedali efficienti ma anche servizi territoriali diffusi, quali le case della salute/di comunità e il budget di salute); del sociale (con più servizi); la cultura nei suoi aspetti vari.
  5. Una competenza a governare la tradizionale imprenditoria come anche quella ideata dai giovani attraverso nuovi strumenti, offrendo infrastrutturazione digitale, valorizzando l’agricoltura, il turismo, i trasporti, il commercio, le piccole e medie imprese, e non solo».

Conclude «Un governo regionale democratico, alla luce della Costituzione italiana, non deve aver paura della democrazia sociale, della sussidiarietà, dei movimenti giovanili o delle famiglie o delle categorie di autotutela delle persone con disabilità, o di chi lotta per debellare la povertà e i poteri criminali ancora attivi sui nostri territori e deleteri ai diritti delle popolazioni e alla condotta delle istituzioni democratiche della nostra regione Calabria ».

ph Maria Pia Tucci 2018

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