Rigenerazione culturale

“Innesti Inneschi”, quando il teatro in Puglia rigenera luoghi e persone

Ruvo di Puglia, Lecce e Castellana Grotte. Tre città pugliesi unite nell’arte attraverso la rassegna “Innesti Inneschi”, che fino al 19 novembre ha l’obiettivo di portare il teatro ad abitare gli spazi delle comunità coinvolte. Un progetto della Compagnia la Luna nel letto che sta organizzando spettacoli in una ex ferramenta, un teatro autocostruito, una scuola di danza

di Emiliano Moccia

Castellana Grotte ha perso già da diversi anni il suo teatro da 600 posti, ma non ha mai accantonato la sua voglia di promuovere questa affascinante forma di arte. Per questo cerca piccoli luoghi in cui portare spettacoli dal vivo, come la scuola di danza Artinscena, sempre aperta a tenere viva la porta agli spettacoli. A Lecce, invece, lo spazio “Nasca – Il Teatro” progettato e autocostruito nella periferia della città, è diventato sede permanente di residenze artistiche ed iniziative espressive. A Ruvo di Puglia, infine, nell’ex ferramenta Brucoli dove un tempo si poteva trovare di tutto, è stato ricavato un ambiente in cui costruire nuovi ponti culturali con la città. E’ in questi spazi un po’ atipici che la rassegna “Innesti Inneschi” punta a piantare il seme della cultura e portare il teatro ad abitare gli spazi della comunità. Perché il teatro ha la forza di rigenerare i luoghi e le persone.

Un momento dello spettacolo “Con la carabina”

«Ci sono spazi paragonabili a quei terreni che sono pronti a diventare bosco, ma dove ancora non si vedono gli alberi» dice Michelangelo Campanale, direttore artistico della Compagnia La Luna nel Letto che ha ideato e promosso questa piccola rassegna teatrale itinerante insieme a Nasca – Teatri di Terra di Lecce e Artinscena di Castellana Grotte. Partita lo scorso 21 ottobre, fino al 19 novembre la manifestazione porterà in scena sei spettacoli tra prosa e teatro ragazzi in tre diversi comuni del territorio pugliese: Ruvo di Puglia, Lecce e Castellana Grotte, «uniti dalla volontà di piantare, insieme, il seme dell’arte e del teatro all’interno di quegli spazi che, con i giusti innesti, possono contribuire a far crescere l’albero della cultura e a donarlo ad una comunità che possa farsi carico della sua cura».

In questa rassegna itinerante c’è la storia di “Ternitti” che racconta di Mimì, un’operaia di 50 anni, ragazza madre, impiegata nel cravattificio della sua città, che sale sul tetto della fabbrica a difendere il suo lavoro dalla nuova prevista delocalizzazione. Lo spettacolo “Con la carabina” che parla di una bambina di 11 anni che un tribunale francese ha riconosciuto consenziente allo stupro che ha subìto da parte di un amico del fratello maggiore, che decide, diventata donna, di farsi giustizia da sola. C’è la “Dea del Cerchio”, che attraverso il ricordo dei giochi nei cortili dei bambini solleva una riflessione sull’invidia, dove chiunque può riconoscersi perché provare invidia non è sbagliato, è solo umano. E così via, una serie di spettacoli «per accogliere famiglie e bambini in luoghi in cui la cultura in qualche modo è già presente, grazie al lavoro instancabile degli operatori culturali impegnati, ma dove è possibile innestare ed innescare nuove possibilità e far germogliare occasioni di cultura». Per Campanale non ci sono dubbi: «La metafora delle piante è quella più adatta per spiegare questo tipo di rassegna. Un po’ come nella favola “Il giardiniere dell’anima” di Clarissa Pinkola Estés, dove l’anziano protagonista prepara il terreno per riportare il bosco in quel luogo. La gente ha voglia di andare a teatro, ma occorre avere gli spazi necessari».

Vogliamo accogliere famiglie e bambini in luoghi in cui la cultura in qualche modo è già presente, grazie al lavoro degli operatori culturali, ma dove è possibile innestare ed innescare nuove possibilità e far germogliare occasioni di cultura

— Michelangelo Campanale

L’ingresso dell’ex-ferramenta Brucoli a Ruvo di Puglia

Di qui, l’esigenza di organizzare una rassegna che gira per le città, per i luoghi, per le comunità. «A Castellana Grotte da quando il teatro è chiuso è finita la cultura. La scuola di danza Artinscena di Annalisa Bellini, però, mette a disposizione i suoi spazi che ci permettono di organizzare residenze teatrali, di fare le prove, di preparare i nostri spettacoli. A Ruvo di Puglia, invece, c’era una ferramenta che era il cuore pulsante del paese. A causa della ristrutturazione della piazza, questo cuore pulsante ha chiuso e si è spostato in periferia, fino a chiudere definitivamente. Parlando con la famiglia Brucoli, proprietaria della struttura, si è deciso di trasformare questo luogo magnifico in un piccolo teatro, l’ex ferramenta Brucoli, sistemandola con belle sedie e luci, diventando un punto di collegamento tra la periferia ed il centro della città.

Lo spazio Nasca – Il Teatro di Lecce

Infine, a Lecce lo spazio Nasca – Il Teatro, progettato e autocostruito da Ippolito Chiarello, è un posto intimo in cui poter fare teatro». Da quando è iniziata, la rassegna «l’innesto sta detonando, perché in tutti questi spazi la gente ha chiesto di continuare con gli spettacoli, organizzando altre serate, anche nel mese di dicembre. La finalità era proprio questa» conclude Campanale «quella di innestare nuovi rami su tronchi già esistenti per realizzare un bosco».

A Castellana Grotte la scuola di danza Artinscena ospita iniziative teatrali

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