Economia
Il riscatto che ha il dolce sapore di miele
Piccolo Comune del catanzarese, con due ampie finestre sul monte Carbonara e il Golfo di Squillace, Amaroni è "Città del Miele di Calabria" che, dopo avere esordito nel mondo gastronomico, ha sviluppato un progetto che ha dato a giovani ospiti della casa per minori LunaRossa di “Comunità Progetto Sud” la possibilità di conoscere e lavorare la cera d’api
Scontato sarebbe dire che si tratta di una storia dolcissima, che unisce una comunità attraverso il suo prodotto di punta, ma non è assolutamente un caso che Amaroni, comune di 1700 anime in provincia di Catanzaro, sia diventata Città del Miele non solo perché lo produce. È, infatti, un territorio che ha armonizzato le relazioni per favorire anche processi di uscita dal disagio.
Grazie alla cera d’api, per esempio, ha dato vita a un laboratorio didattico e artigianale che ha preso vita grazie alla proposta dell’amministrazione comunale e la collaborazione dell’azienda di Daniela Mancini, una delle due fattorie didattiche del Comune (l’altra è quella di Anna Teresa Pungitore, ndr.), grazie alla quale si entra nel mondo delle api.
Protagonisti 10 giovani ospiti della casa per minori non accompagnati “LunaRossa” della Comunità Progetto Sud ai quali è stata data la possibilità di condividere la conoscenza dell’apicoltura e scoprire le potenzialità di un sapere antico e prezioso capace di creare anche nuove opportunità.
«Una meraviglia, quegli occhi sgranati dei ‘nostri’ giovanissimi di sette o otto nazioni diverse» – afferma don Giacomo Panizza, presidente di “Comunità Progetto Sud” -«e una sorpresa il dialogo, le loro intelligenti domande e le puntuali risposte ricevute riguardo la vita delle api e la produzione di queste profumatissime candele. Bello registrare l’interesse e l’evidente appassionarsi dei giovani stranieri verso i piccoli insetti e la loro vita, così come coinvolgente è stato il loro entusiasmo nell’apprendere i procedimenti di lavorazione della cera d’api. Un laboratorio intrigante e utile, con l’opportunità che potrà venire dalla produzione di bomboniere solidali».
Ad accompagnare il gruppo di giovani, ai quali l’amministrazione comunale ha donato una prima fornitura di fogli cerei e di stoppini, materiale necessario per la produzione delle candele, Anna Bambara, coordinatrice delle attività di LunaRossa, e Giannalisa Morelli, operatrice del servizio.
«I giovani di LunaRossa sono rimasti entusiasti » – aggiunge Bambara – «nel registrare un clima di grande accoglienza e opportunità imparando direttamente dalle api, e come si dice, sul campo, ma soprattutto da chi ne ha cura. Una bella occasione formativa, di incontro e confronto costruttivo».
È dal 2005 che Amaroni, terra dei castagni in fiore, fa parte delle città del miele, rete di comuni uniti in tutta Italia dalla bontà di un prodotto che costituisce il valore identitario del territorio di turno
«Siano comuni molto piccoli »– spiega Teresa Lagrotteria, vicesindaco di Amaroni – «ma ognuno ha una propria peculiarità. Noi, per esempio, possediamo una forte vocazione migratoria. Numerose famiglie, negli anni ’60 e ’70, sono andate via contribuendo a fare crescere le economie di altri paesi. Ultimamente, però, c’è il rientro dei giovani, figli che tornano durante le vacanze; una sorta di turismo delle radici verso Amaroni. Forse anche il fatto che la nostra ricchezza sia cresciuta attorno a questo prodotto sta facendo cambiare tante cose».
Il miele ha sicuramente fatto da attrattore, ma anche da collante per la comunità, che oggi ha anche un marchio collettivo, l’Amaroni Miele, strategia di marketing di un Comune che ha debuttato a Vinitaly nel 2012 con un approccio certamente diverso da quello che si potrebbe pensare. È, però, da dicembre 2005 che Amaroni fa parte dell’associazione Nazionale “ Le Città del Miele”, nata per sostenere e promuovere il riconoscimento delle tipicità dei mieli Italiani.
«Abbiamo fatto degustare il nostro prodotto declinandolo come ingrediente principe in cucina all’interno di un intero menu a base di miele, dall’antipasto al dolce. Questo» – dice ancora Lagrotteria – «davanti allo scetticismo dei commensali. Siamo, però, andati dritti per la nostra strada e abbiamo avuto ragione. È stata un’esperienza interessante anche perché la nostra brigata di cucina è stata chiamata fuori per ricevere grandi applausi. È nato un ricettario recensito anche da Gambero Rosso. Lo potete trovare su www.amaronimieli.it».
Una sfida, Vinitaly, da tanto punti di vista.
«Siamo stati audaci »– si inserisce Wanda Chiodo, responsabile marketing e comunicazione per lo sviluppo del progetto di identità territoriale attraverso il brand – «perché abbiamo portato il miele nel mondo del salato, coinvolgendo le associazioni di categoria con le quali abbiamo realizzato 12 menu completi, dall’ antipasto all’ ovvio dessert. L’accostamento rimane ancora molto povero, ma se stimolata la fantasia porta lontano. Noi, per esempio, ci abbiamo provato con la pizza al miele con uvetta e pinoli, come anche con tonno, cipolla e miele. Chi le ha assaggiate è rimasto folgorato. Per non parlare dei filetti di tonno con miele di zagara per i palati più esigenti o con quello di acacia per chi ama i sapori delicati. Addirittura con le nostre classiche olive verdi calabresi pestate, condite con peperoncino. Bisogna provare per parlarne. Ora intendiamo interessare i diversi ristoranti della zona per ampliare il progetto, dando anche ai ragazzi ai margini della società la possibilità di capire che possono trovare un mercato nel quale inserirsi».
Sicuramente tante le bontà che sono alla base delle 15 aziende apistiche di Amaroni, i cui servizi sono anche quelli offerti dalle fattorie didattiche dove le scolaresche trascorrono giornate immerse nella natura. Realtà che raccontano anche di storie centenarie come quella dell’azienda di Daniela Mancini per la quale il miele è stato l’ingrediente per eccellenza di tutta la famiglia. Apicoltori a cui il Comune offre gratuitamente il marchio “Amaroni Miele – I Buoni di Calabria”, nel quale è contenuto tutto il sapere e il sapore di una regione che ha capito come valorizzare il suo prodotto principe, incentivando un settore che non ha subito cali di richieste in quanto genuino e sano, amato e apprezzato da tutti. Ma anche un prodotto versatile.
È, infatti, partendo dalla sua duttilità che è stato possibile pensare a un progetto che coinvolgesse realtà che operano con le fragilità per offrire percorsi di riscatto sociale.
«Il progetto esprime e sviluppa la voglia di acquisire esperienza e trasformarla in opportunità professionali ».- ribadisce Chiodo – «suggerendo anche la realizzazione delle prime bomboniere solidali della stessa Comunità. Bellissimo vedere i ragazzi confessarci che pensavano di venire a trascorrere una giornata noiosa ascoltando persone che avrebbero parlato all’infinito. L’avere potuto realizzare candele colorate, frutto della loro fervida fantasia, è stata una gioia per tutti. Hanno scoperto e usato i fiori di lavanda, la rafia naturale, solo per fare un paio di esempi, andando via con la gioia nel cuore. Hanno realizzato qualcosa con le loro mani la cui soddisfazione la leggevi sui loro volti. Qualcuno ha anche chiesto come e a quanto poterle vendere. Sicuramente ripeteremo a settembre altre giornate del genere sapendo di avere avviato un percorso che ha già lasciato tracce di positività nella vita di tutti noi».
Un mondo nuovo scoperto da tutti. Ma se volessimo spiegare cosa si trova oggi ad Amaroni se si decide di fare un salto da queste parti?
«Intanto la dolcezza, e non mi riferisco solo a quella che appartiene specificamente al miele. Lo dico alla fine di questa chiacchierata ,– conclude il vicesindaco – «Amaroni è l’anagramma di armonia. Basterebbe solo questo per spiegare un’altra caratteristica che appartiene ai nostri cittadini, che con il resto del popolo calabrese condividono un senso di ospitalità non comune».
Nella foto di apertura: I giovani di LunaRossa ad Amaroni imparano i segreti della cera d’api (foto: Ufficio stampa)
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