Economia
Il dolce che invita le istituzioni a riflettere
Non solo impresa sociale, ma anche luogo nel quale nascono sollecitazioni e impulsi. È stato realizzato da Moltivolti, il ristorante multiculturale del centro storico di Palermo, il dolce di martorana, simbolo della pasticceria siciliana, inviato all'Assemblea Regionale Siciliana e agli inquilini di Palazzo delle Aquile, sede del consiglio comunale di Palermo. Un dono forse scomodo perché pone un interrogativo politico pressante e cioè se la Sicilia oggi si può considerare veramente al centro del Mediterraneo
Può un dolce avere il potere di animare le coscienze, facendo onore alle sue antichissime origini che lo vedono testimoniare una storia di accoglienza? Una filosofia che fa parte dell’anima di chi lo propone in occasione di queste festività, raccontando un percorso di piena integrazione multiculturale.
È realizzato in pasta di mandorle il particolare dolce di Natale che Moltivolti ha recapitato a tutta l’Assemblea Regionale Siciliana, al sindaco, ai membri della Giunta comunale, come anche agli assessori e consiglieri del Comune di Palermo non per un gradito omaggio alla vigilia di Natale, ma per invitarli a chiedersi se, a parer loro, la Sicilia è la frontiera d’Europa o il centro di un Mediterraneo ricco e accogliente.
Due le facce, due i gusti e due le visioni del mondo opposte, sintetizzate dal fumettista Giuseppe Lo Bocchiaro in questo dolce che, da un lato, invita a gustarlo in quanto biscotto dolce, arricchito dal gusto delle olive essiccate a rievocare la ricchezza dell’ulivo, simbolo di prosperità e pace nel Mediterraneo; dall’altro emerge la sua sapidità con un retrogusto di mare che riporta alla mente i drammi che ogni giorno si consumano nel Mediterraneo. A prepararlo sono stati i ragazzi e le ragazze di Moltivolti, impresa sociale che, attraverso il “cibo dal mondo”, sviluppa un percorso di incontro e condivisione, che crea comunità.
«Le due facce del nostro dolce sono le due facce che le scelte politiche e le azioni dal basso determineranno nei prossimi decenni designando per la nostra isola un futuro o un altro – afferma Claudio Arestivo, socio fondatore di Moltivolti -. Un dono che abbiamo pensato per sollecitare le istituzioni a prendere una posizione politica su questi temi, a legiferare, a proporre, dibattere ma anche a combattere per quella che pensiamo essere una sfida cruciale per il destino della nostra terra. Siamo convinti che l’infinita ricchezza dei tre continenti che bagnano il Mediterraneo offra alla Sicilia una grandissima opportunità di protagonismo geografico e politico».
Una storia affascinante, quella che riguarda la pasta di martorana, nata dalla spinta di Eloisa Martorana, nobildonna palermitana che amava dedicarsi con anima e corpo alle donne fragili e bambini, fondatrice nel 1194 del terzo monastero benedettino di Palermo, espropriato nel 1876 dallo Stato, che oggi ospita la il Dipartimento di Architettura dell’Ateneo palermitano, mentre è ancora visitabile creando non poco stupore in tutti l’adiacente chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota proprio come “La Martorana”. Al suo interno c’era il giardino più bello della città, ricco di alberi di aranci, cedri e limoni, il cui profumo di spandeva tutto attorno. Secondo la leggenda furono proprio dalle monache della Martorana a inventare la martorana quando, un giorno di fine ottobre, venne loro annunciata l’imminente visita di un personaggio importante del tempo, curioso di vedere con i propri occhi il meraviglioso giardino delle benedettine di cui tanto si parlava. Essendo autunno, gli alberi del monastero erano spogli e non rigogliosi come nelle altre stagioni, così inventarono un dolce a base di mandorle e miele, da offrire al re, dal cui impasto sarebbero nati dei fruttini dipinti talmente bene, da sembrare dei veri agrumi da appendere tra i rami degli alberi. Furono realizzati così bene da lasciare a bocca aperta gli illustri ospiti, piegati a tanta bellezza e bontà. Dolcezze con i quali Eloisa Martorana fece felici i bambini orfani accolti nel suo palazzo. Un messaggio importante che trova oggi nuovo vigore grazie all'iniziativa di Moltivolti.
«È in questa storia di accoglienza, solidarietà e scambio culturale che abbiamo costruito l'immaginario simbolico di questo dolce natalizio, donandolo ai nostri rappresentanti regionali e comunali augurandoci che possa accendere un dibattito proficuo all'interno delle istituzioni – conclude Arestivo -. Per quel che cvi riguarda il nostro lavoro non solo continua ma si potenzia sempre di più grazie alla sinergia innescata con i nostri 35 dipendenti provenienti da 13 diversi paesi del mondo. Un team che ci consente di dimostrare che una Sicilia che fa tesoro dell’incontro e della diversità e che non si barrica dietro il concetto di muro e difesa dei confini nazionali ed europei è possibile».
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