Il Comune che ha saputo diventare comunità energetica

San Lorenzo Bellizzi è l'esempio più classico di come la sinergia tra ente pubblico e privato riesca a far compiere i passi giusti verso la transizione ecologica. Premiato da Legambiente come Comune rinnovabile, grazie all'associazione "I ragazzi di San Lorenzo Bellizzi" torna dopo due anni di pandemia ad animare il territorio

di Gilda Sciortino

Chi lo scopre se ne innamora perché San Lorenzo Bellizzi è un paese del cosentino che sembra come un ricamo tessuto dalla natura, ricco di grotte e foreste, con torrenti da cui scorrono acque limpide e fresche.

Un incanto naturale del quale si sono presi nel tempo cura i giovani che nel 2011 hanno dato vita all’associazione “I ragazzi di San Lorenzo Bellizzi” e che finalmente, dopo due anni di pandemia, tornano a vivere e far vivere il proprio territorio dando il via a una serie di iniziative che renderanno questo mese di agosto speciale da tanti punti di vista.

R’estate in natura”, per esempio, è il ciclo estivo di seminari di educazione ambientale che, dal 4 al 20 agosto, alimenterà momenti di dibattito molto interessanti. Il 4 agosto si dibatterà di energia con tre ingegneri, il sindaco di San Lorenzo, Antonio Cersosimo, il presidente dell' associazione no profit "Energia Calabria", Nicola De Nardi, e Marco Baudino. Il 5 agosto parlerà di raccolta differenziata e rifiuti Gaetano Perrone, esperto del tema; l’8 si discuterà di cambiamento climatico con Domenico Vito, ricercatore esperto del settore, insieme a Lorenzo Sallorenzo, guida di comprovata esperienza del luogo; di valore dell’acqua, il 9, parlerà Katarina Faillace, accesa sostenitrice e supporto del marito, famoso idrogeologo nato a San Lorenzo Bellizzi; il tema dell’agro forestazione sarà dibattuto l’11 agosto da Alessandro Di Donna, esperto di food forest; sulla biodiversità ci si confronterà, il 12, nuovamente con Lorenzo Sallorenzo, per concludere con due escursioni sul Pollino, il 13 e 14, e con la conoscenza, il 20 agosto, di una start up innovativa come Biorgfarm. Partner dell'iniziativa è l'associazione "Manola", composta anch'essa da giovani di San Lorenzo Bellizzi.

«Temi che ci stanno a cuore .afferma Domenico Vito, anche Osservatore alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop26) – e lo dimostra il fatto che San Lorenzo è già da anni una comunità energetica. Da tempo, infatti, il Comune spinge sul green, tanto che nel 2014 è stato attivato un progetto di approvvigionamento del 70% attraverso l’energia rinnovabile che proviene dai campi agrivoltaici della Piana di Sibari e dall’ energia dei pannelli solari installati sugli edifici pubblici».

Terreni, ceduti a titolo gratuito a cooperative agricole locali, sui quali sono stati realizzati 15 MW di solare sulle coperture di serre per la coltivazione di kiwi, fave, funghi, goji e altri ortaggi, in modo particolare patate, cipolle e pomodori, in modo da non sottrarre terreno agricolo agli usi consueti. Parte delle entrate provenienti dal conto energia, circa 80mila euro l’anno per 25 anni, tra il 2013 e il 2015 sono stati ridistribuiti alla cittadinanza attraverso l’esenzione della TASI, mentre un’altra parte è stata investita nella valorizzazione del patrimonio edilizio storico in disuso e nella solarizzazione degli edifici pubblici realizzando quattro impianti solari fotovoltaici. Non a caso nel 2016 San Lorenzo Bellizzi é stato premiato da Legambiente come Comune rinnovabile, avendo dimostrato di sapere incamminarsi anzitempo verso la transizione ecologica.

Per Domenico Vito, attivista per il clima, si tratta di un cammino importante per tutti.

«La grande prospettiva per il sud è l’agricoltura rigenerativa, l’agro forestazione, frontiera che può rigenerare suoli ed evitare emissioni. La riforestazione, infatti, cattura Co2, una strategia per combattere il cambiamento climatico. Allo stesso tempo, la transizione energetica è la leva grazie alla quale può avvenire la svolta per il Sud, dando modo a molti borghi di diventare comunità energetiche. Su tutto questo c’è gran fermento. “Energia Calabria”, per esempio, è una no profit attivissima in questo genere di proposte».

Un percorso che fa di San Lorenzo Bellizzi un’oasi.

«Proprio con l’associazione "I Ragazzi di San Lorenzo Bellizzi" – aggiunge Domenico Vito – abbiamo pensato a diversi progetti, come uno sugli orti abbandonati, recuperando quelle terre che molte persone hanno lasciato negli anni '70 per trasferirsi al Nord. I terreni si stanno ricoltivando grazie anche all'esperienza dei campi di volontariato fatti con Legambiente. Abbiamo, poi, lavorato sul sistema dell’agroforesta che si basa sull'agricoltura successionale. Vuol dire che le piante vengono disposte come in un bosco naturale, al cui centro stanno quelle più alte attorniate da arbusti. Una disposizione che porta le piante a cooperare. Quelle che riescono ad assorbire tanta luce e crescono molto vengono chiamate strati emergenti perché, appunto, spiccano su tutte. In Calabria lo stiamo vedendo accadere con una composizione fatta da ulivo, fico e susino. Sul Pollino, per esempio, il fico e il susino si collocano naturalmente attorno all’ulivo. Questa consociazione determina un'agricoltura più produttiva perché non impoverisce il terreno, anzi la sua produttività ha un netto incremento arricchendosi anche di biomassa».

Di tutto questo si parlerà nel ciclo di seminari che chiameranno a raccolta i ragazzi dell’associazione, i cui aderenti sono attualmente un’ottantina sparsi tra Calabria, resto dell'Italia ed Europa, in modo in Francia dove risiede anche il presidente, Giustiniano Rossi

«Il patrimonio economico e ambientale di questo paese sono gli oliveti di montagna – spiega Rossi – che, per tanti motivi, nel corso dei decenni sono stati abbandonati. Nei limiti dei nostri moderati mezzi cerchiamo di recuperarne più possibili. Al momento sono circa cinquanta, ma il problema è che dobbiamo lavorare anche sulla coscienza civile e ambientale che da noi non è molto sviluppata. C'è anche l'altro grosso problema della mancanza di opportunità lavorative. Si combatte contro una diffusa logica assistenzialistica che non fa bene a nessuno. Basti pensare che 50 su 600 abitanti hanno il reddito di cittadinanza. Proprio il progetto sugli orti a cui si riferisce Domenico Vito ha subito la mancanza di manodopera. Abbiamo, poi, avviato molti anni fa il recupero di un edificio in pietra depositario della storia di questo paese agricolo. Immaginavamo un bellissimo uliveto rimesso in produzione, con percorsi didattici per bambini. Siamo riusciti a costruire anche un vialetto, lungo il quale volevamo collocare piante di un certo tipo, sino ad arrivare a un ex pagliaio dove accoglievamo i più piccoli. Progetto rimasto sulla carta per mancanza delle forze lavoro necessarie».

Un Comune che soffre del lento spopolamento, ma che guarda a nuove prospettive di rilancio.

«La demografia della nostra regione è catastrofica – prosegue il presidente dell’associazione “I ragazzi di San Lorenzo Bellizzi -. Ovviamente non è esclusiva di questo Comune, anche se qui alle elementari ci sono pochissimi bambini, ma il paese in pochi anni si è spopolato: dai 2000 abitanti degli anni Sessanta, oggi non si superano i 600. Una situazione estremamente grave e molto difficile da risolvere. San Lorenzo ha avuto una storia travagliata. Una quarantina di anni fa sembrava dovesse franare, quindi è stato ricostruito un po' più in alto, abbandonando il vecchio paese. In seguito si capì che la frana era più lenta del previsto, così nuovi abitanti sono andati a occupare le case di una volta. Nel tempo divenne più chiaro a tutti che il vecchio paese è quello che meglio rappresenta la storia di questa zona della Calabria, così il Comune si è adoperato per trovare i fondi per il suo recupero. Ovviamente tutto questo richiede molto tempo e molti fondi, ma almeno l’attuale amministrazione ha compreso l'importanza di un intervento che può avere grande ritorno dal punto di vista economico attraverso operazioni di turismo eco-solidale. Considerate che San Lorenzo è all'interno di un parco nazionale, sono presenti ancora allevatori e agricoltori, quindi c'è la possibilità di portare avanti iniziative di tipo anche gastronomico come quella in programma il 5 e 6 agosto. Noi ci crediamo e non ci arrenderemo mai».

Un appuntamento, infatti, al quale non mancare "Saperi e Sapori", che torna dopo due anni di pandemia con la sua decima edizione.

Una manifestazione organizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale per far riscoprire un territorio ancora incontaminato. Il programma prevede musica e gastronomia in un intreccio di tradizioni contadine che affondano le loro radici nella cucina e nella storia. Tamburi, ciaramelle, cornamuse, chitarre, organetti, fisarmoniche, porteranno a San Lorenzo musiche, canti e danze della tradizione contadina e pastorale del Cilento. I sanlorenzani e le sanlorenzane cucineranno crespelle e polpette, grano cotto e scurzu, pecora e pasta cu a muddica, scorza fritta e patate cotte e fritte, cavatelli con finocchietto e ceci e molto altro.

Il 5 agosto, come nell'antico mondo contadino, arriverà la "Paranza del sud" con suoni, canzoni e tarantelle in tutto il centro storico. Il 6 agosto, invece, mani sapienti prepareranno e proporranno i piatti tradizionali dell'antica cucina locale. Ci saranno, però, anche il couscous, il gulasch e la cucina africana in una fusione di “saperi e sapori” che vedranno le imprese locali proporre formaggi e prosciutti, miele e marmellate di loro produzione. Il profumo dei forni a legna invaderà le strade, consentendo a chi sarà per l’occasione a San Lorenzo Bellizzi di immergersi in un mondo magico, nel quale la natura fa da padrona e regala emozioni a piene mani.

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