Welfare
Il bilancio sociale che narra la visione condivisa con la comunità
Generare cambiamento innescando processi capaci di mettere al centro le persone, le loro energie e il capitale di fiducia. Un percorso raccontato nelle pagine del bilancio sociale 2021 della "Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani" , il cui orizzonte è rappresentato dal paradigma della generatività sociale
Come posso aiutare? Una domanda tanto semplice e diretta quanto scomoda, arma a doppio taglio se la si pone retoricamente, ma che da semplice dubbio sull’operato di tutti è diventato il titolo della lettera che apre il Bilancio Sociale 2021 della Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani, la cui storia ha inizio nel 2019 dopo un percorso di animazione territoriale durato tre anni. Per essere, però, ancora più specifici, ha inizio nel 2015 il percorso di formazione e accompagnamento sulla generatività sociale per giovani, mentre un anno dopo arriva la spinta propulsiva nel 2016 di un gruppo di giovani che, mettendo in moto istituzioni e terzo settore, costituiscono il comitato promotore ossia l’associazione “Scirocco”. Una ventata di nuovo, di determinato e coinvolgente che, nel 2019, porta alla nascita della Fondazione la cui costituzione si inserisce nel programma di sostegno alle Fondazioni di Comunità nel Mezzogiorno promosso dal Fondazione CON IL SUD.
Un percorso che oggi raccoglie ottimi risultati, raccontandoli proprio nel Bilancio Sociale che perfeziona l’esperienza di questi anni, soprattutto in termini di narrazione del territorio.
«Si tratta di uno strumento che ci consente di narrare ciò che la Fondazione sta facendo– spiega il suo direttore, Giuseppe La Rocca – ma come patto sociale e metodo di lavoro. L’idea è di avere una piattaforma che lavora sull’infrastrutturazione sociale delle due province, Agrigento e Trapani appunto, dove siamo da sempre. Lo riproponiamo focalizzando l’attenzione, rispetto all’anno scorso, sui progetti più operativi messi in campo. Mi riferisco in modo particolare a tutta l’attività di contrasto alla povertà educativa portata avanti l’anno scorso sul tema dello sviluppo sia dell’impresa sociale sia delle imprese direttamente generate».
Il riferimento specifico è a “Beehive”, un incubatore creato a Trapani da tre giovani dello stesso comune volto alla promozione del south working e di accompagnamento all’impresa sociale di giovani. Un modello di sviluppo sostenibile che trasforma l’idea di lavoro.
«Penso anche a “ Fa Bene Sicilia”, progetto che punta a ridurre le disuguaglianze attraverso il cibo, che diventa mezzo per promuovere coesione sociale. Ci sono, poi, le altre iniziative sostenute con programmi che guardano, per esempi, al microcredito. Il nostro bilancio sociale racconta l’evoluzione della Fondazione di Comunità, il suo ampliamento e l’ impatto sociale che ha avuto sul territorio, sottolineando il valore di un metodo che sollecita il territorio. Non a caso abbiamo voluto intitolare la lettera di apertura “Come posso aiutare?” perché la Fondazione esiste per essere una piattaforma comune, non certo per fare da sola. Stiamo anche cercando di lavorare con l’amministrazione pubblica, spingendo sui temi della co-progettazione e della co-programmazione, fondamentali nell’ottica della “Next Generation You”, proprio per dire che c’è uno strumento sul territorio a disposizione delle comunità locali. Ci tengo a ricordarlo, Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani non è il circolino degli amici del Terzo Settore, ma la rappresentazione del territorio sotto le sue varie componenti: , l’impresa sociale, la pubblica amministrazione e gli enti del Terzo Settore».
Un’interazione che è stata continua, sin dal giorno in cui questa Fondazione ha emesso il primo vagito. Basta scorrere le pagine del suo bilancio sociale da cui emerge la forza che le realtà del territorio hanno tratto dalla sinergia messa in campo.
Attraverso il bando di crowdfunding di comunità “Ripartenze inclusive”, per esempio, è stato possibile cofinanziare sei progetti locali portati avanti da enti del Terzo Settore: “Ripartiamo insieme: Sali a bordo”, realizzato dalla cooperativa sociale "Arcobaleno" di Valderice (TP) per rispondere alle esigenze di trasporto di anziani e di soggetti con disabilità; "Cantieri educativi" con il quale l'associazione "Casa delle Comunità Speranza" di Mazara del Vallo (Tp) porta avanti laboratori educativi per ragazzi e adolescenti; "Sou e Prime MInister", che vede l'associazione "Farm Cultural Park" di Favara (Ag) proporre attività educative per adolescenti e una scuola di politica per giovani donne; "Il Buon Samaritano", con cui la parrocchia "San Giuseppe" di Castellammare del Golfo (TP) si dedica agli ultimi; l'Infopoint Diffuso della cooperativa "Identità e Bellezza" di Sciacca (Ag) per accogliere i turisti che decidono di passare da queste splendide località; infine, "#ApeOperosa" della cooperativa sociale "Al Kharub"di Agrigento , per tutelare l'ape nera siciliana salvaguardando la biodiversità locale.
«C'è, poi, anche “Trapani per il futuro”, associazione giovanile che lavora da un po’ di anni sul suo stesso territorio. Si occupa di attività legate alla sensibilizzazione rispetto all’impegno politico nel senso più ampio del termine, facendo propri temi come la sostenibilità e la cultura della legalità. Quest’anno abbiamo deciso di stringere una collaborazione più forte con loro per valorizzare il loro impegno. Si tratta di una situazione molto interessante perché solitamente le associazioni composte da giovani, non tutte ma molte, nascono sulla spinta di qualcuno o di qualcosa, ma dopo poco muoiono. Questa, invece, resiste da tempo e lo dimostra con azioni concrete».
Una realtà, la Fondazione, che funziona in un territorio che risponde. O no?
«Risponde, certamente, anche se per quel che riguarda l’amministrazione pubblica combattiamo sempre con l’estrema lentezza della burocrazia. Rispetto a un tessuto presente, mi piace ricordare il progetto sostenuto dalla Commissione Europea sull’economia sociale che coinvolge alcuni comuni europei, Per l’Italia si è scelto Alcamo, in provincia di Trapani, mentre gli altri comuni sono portoghese, spagnolo e greco. L’idea da cui si è partiti è stata quella di creare un piano di azione locale per lo sviluppo dell’’economia sociale nei piccoli contesti. La Fondazione è capofila perché, a soli 3 anni dalla nascita, le si è anche riconosciuto un ruolo di pensiero e di impatto sociale rilevante. Ruolo che manteniamo facendo in modo che quelle che mettiamo in campo non siano esperienze isolate, ma diventino un punto della narrazione per un lavoro collettivo che dia reale sviluppo al territorio favorendo gli scambi tra tutto e tutti».
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