Trani
I benefici delle api, detenuti del carcere realizzano un apiario olistico
Il progetto “Arnie APErte” è promosso dall’associazione Facelia che si occupa di apicoltura didattica. «Le api insegnano come si vive in comunità» spiega la psicologa Alessia Laudisa. Dopo aver costruito e pitturato le arnie, i detenuti realizzeranno nel cortile della casa circondariale la struttura che ospiterà l’apiario olistico, che porta benessere alla salute delle persone
Imparare dalle api il loro senso di comunità, il loro vivere insieme rispettando le regole, operando per raggiungere un obiettivo comune. Partire dalle proprie paure per scavare affondo dentro sé stessi ed iniziare pian piano a trovare delle risposte, ad immaginare un futuro migliore per quando il loro periodo di detenzione sarà terminato e dovranno iniziare a camminare da soli. Per i detenuti della casa circondariale di Trani “Arnie APErte” rappresenta molto di più di un semplice progetto. Perché è «un’opportunità che genera una serie di benefici fisici, mentali, emotivi che un apiario olistico può offrire: i profumi, il propoli, il miele, le frequenze del ronzio, il cosiddetto beehumming, che provocano effetti di benessere sulla salute delle persone sia in termini di rilassamento sia sotto l’aspetto psico-emotivo». Alessia Laudisa è psicologa e psico-terapeuta ed è la referente del progetto che da qualche settimana sta animando gli spazi del carcere di Trani con la finalità di costruire un apiario olistico in materiale di bioedilizia coinvolgendo una decina di detenuti, in sinergia con l’area trattamentale, anche se le domande di partecipazione sono state di più.
Promosso dall’Aps Facelia, il progetto è finanziato dal Garante Regionale dei diritti delle persone sottoposte a restrizione della libertà e Cofinanziato con i fondi liberali della Banca d’Italia. Un’idea che nasce dall’esperienza di apicoltura didattica portata avanti in questi anni a Bari, con la realizzazione del primo apiario urbano realizzato nel quartiere Japigia su un terreno confiscato alla mafia gestito dalla cooperativa sociale Semi di vita. «Venivano bambini, famiglie, adulti per vedere le api dal vivo e degustare il miele. Un modo per lavorare sulle loro paure, e proprio da questa riflessione» spiega Laudisa «abbiamo pensato a quanto potesse essere interessante aprire l’iniziativa a contesti che possono sembrare complessi, difficili, come quello di una casa circondariale. Le api fanno passare messaggi preziosi. La cura di un animale porta con sé tante cose, come il prendersi cura di sé stessi, il rapporto con gli altri, la socialità, le emozioni, le responsabilità. E le api, in particolare, insegnano come si vive in comunità, come vivere bene lavorando in gruppo per raggiungere un obiettivo comune».
Le api insegnano come si vive in comunità, come vivere bene lavorando in gruppo per raggiungere un obiettivo comune
Alessia Laudisa, referente progetto “Arnie APErte”
Per questo, dopo aver iniziato con una prima fase dedicata alle informazioni sui temi dell’apicoltura e dell’apiterapia, i detenuti coinvolti nel progetto si sono subito dati da fare. Seguiti dai formatori e dall’architetto di Lan – Laboratorio Architetture Naturali – sono stati impegnati nella costruzione delle arnie, nella pitturazione, nella realizzazione del telaio, nella conoscenza dei fogli cerei. «A breve, all’interno del cortile della casa circondariale, sarà effettuata anche la piantumazione delle piante mellifere, di cui sono ghiotte le api. Dal 18 marzo, invece, in collaborazione con il Lan si procederà alla costruzione della casetta in materiale di bioedilizia a cui saranno collegate esternamente le arnie per dare vita all’apiario olistico» aggiunge Laudisa. «Grazie a questa struttura, le api non entrano nella casetta ma permettono a tutti di poter beneficiare di un’esperienza multisensoriale salutare, in cui poter svolgere laboratori, attività, lettura dei libri, beneficiando dei profumi e dei suoni che aiutano a rilassarsi, riposare, ascoltare, vedere. Nel corso dell’iniziativa faremo anche laboratori psico-emotivi per approfondire tematiche più profonde legate all’ambiente in cui vivono i detenuti, alle loro difficoltà».
L’iniziativa di “Arnie APErte” si inserisce in un percorso più ampio che l’associazione Facelia porta avanti nel territorio. Un percorso di diffusione del mondo delle api e di tematiche ambientali in generale nato nell’ambito del progetto “Dont’ BEE scared”, un gioco di parole in inglese che invita a “Non avere paura – stai senz’APEnsieri”, proponendo ad adulti e bambini attività di apicoltura didattica urbana. L’ultimo tassello di questo intervento è la realizzazione di un apiario sul tetto dell’Ipercoop sempre nel quartiere Japigia di Bari. «Ci rivolgiamo a chiunque sia interessato a vivere un’esperienza naturale diretta. Entrare in contatto con le api è un momento di emozione pura e conoscenza di sé e dell’ambiente che ci circonda».
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