Solidarietà & Volontariato

Foggia, fotografie sociali per costruire un pozzo in Africa

Giuseppe Lacertosa ha lavorato in banca per tanti anni. È andato in pensione da poco ma non ha mai abbandonato la sua passione per la fotografia sociale. Con il corso “Diversa-mente insieme” vuole insegnare ai partecipanti le tecniche per realizzare fotografie e raccogliere fondi per costruire un pozzo d’acqua per la missione di Bigene presente in Guinea-Bissau

di Emiliano Moccia

Raccontare il tema della disabilità e del disagio attraverso degli scatti fotografici che hanno, è il caso di dirlo, l’obiettivo di realizzare un pozzo a Bigene, in Guinea-Bissau, in Africa, dove piccoli e grandi macinano ancora tanti chilometri per prendere l’acqua e portarla nei loro villaggi. «Il corso di fotografia “Diversa-mente insieme” tocca tre tematiche importanti: insegnare ai partecipanti tutte le tecniche per realizzare delle belle fotografie, anche attraverso l’uso di cellulari e smartphone ormai usati da tutti; sensibilizzare che non lo è ai problemi delle persone con disabilità, i disagi che vivono quotidianamente, tipo quando trovano le macchine che ostruiscono il passaggio degli scivoli dei marciapiedi; raccogliere fondi per costruire un pozzo d’acqua nella missione di Bigene dove sono presenti due suore oblate per aiutare la popolazione».

I partecipanti al corso di fotografia

Giuseppe Lacertosa ha 68 anni e da poco tempo è andato in pensione dopo aver lavorato in una banca di Foggia. Nato a Matera, è arrivato nel capoluogo Dauno nel 1987 dove ha costruito la sua famiglia, composta da una moglie e due figli, e dove non ha mai abbandonato la passione per la fotografia, che in questi anni ha subito notevoli evoluzioni e trasformazioni grazie alle innovazioni tecnologiche. «Bisogna imparare a conoscere i nuovi linguaggi della fotografia perché il loro corretto utilizzo può essere usato per lanciare dei messaggi importanti alla comunità». Lacertosa lo sa bene, perché anche se neo-pensionato non ha mai smesso di muoversi, andare in giro, portare nei luoghi della sofferenza o del disagio la sua passione per le immagini. In particolare, per la fotografia sociale. Anziani, minori, persone con disabilità. Lacertosa gira per strutture, per piazze, per case di riposo incontrando grandi e piccini a cui insegna i trucchi indispensabili a scattare una bella immagine e per svolgere attività di volontariato. Il corso di fotografia che ha promosso anche quest’anno ha però finalità più complesse.

Giuseppe Lacertosa insegna agli anziani di una casa di riposo come scattare fotografie

«Il percorso di “Diversa-mente insieme” vuole raccontare il disagio, attraverso le immagini: i luoghi “calpestati”, le barriere architettoniche e psicologiche. Abbiamo coinvolto fotografi professionisti, in particolare Alfredo Urbano, per condurre i partecipanti nel realizzare fotografie sociali in giro per la città. Già dieci anni fa con fra Giacomo Teofilo, un frate che si muova in carrozzina a causa della sclerosi multipla, sognavamo la città accessibile. Purtroppo» evidenzia Lacertosa «poco è cambiato da allora, per questo con le immagini di denuncia vogliamo avvicinare quanti sono indifferenti a mostrare più attenzione e rispetto sulle questioni legate alla disabilità».


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Ma il corso vuole far pensare i partecipanti anche a chi a migliaia di chilometri di distanza vive ancora forti disagi legati all’approvvigionamento idrico. Come nel caso della comunità di Bigene, un piccolo villaggio nel cuore della foresta guineense con tanti piccoli villaggi attorno.

Con le immagini di denuncia vogliamo avvicinare quanti sono indifferenti a mostrare più attenzione e rispetto sulle questioni legate alla disabilità

– Giuseppe Lacertosa

«Con le quote dei partecipanti al corso, gli sponsor e simpatizzanti vogliamo raggiungere la cifra di 2000 euro per costruire un pozzo d’acqua nella missione gestita da suor Mires e suor Merione, due suore oblate brasiliane, e due padri diocesani guineensi. All’interno del terreno della missione c’è una grande scuola elementare, un centro nutrizionale e una maternità. La missione di Bigene, gemellata con la città di Foggia, negli anni passati è stata seguita da alcuni sacerdoti missionari, come don Ivo Cavraro e don Marco Camilletti. Vogliamo “calpestare” questi posti dove l’acqua diventa vita» conclude Lacertosa. Il calendario degli incontri si svilupperà fino al mese di aprile, affrontando in ogni appuntamento un argomento diverso insieme a fotografi professionisti che si alterneranno e che ha dato la loro disponibilità per questa iniziativa.

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