Politica & Istituzioni

Foggia, codice etico per i candidati sindaci contro mafia e corruzione

Il presidio di Libera Foggia ha chiesto a tutte le candidate e i candidati alla carica di primo cittadino di aderire e sottoscrivere la Carta di Avviso Pubblico, per evitare che si ripeta lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose come accaduto due anni fa. Al codice etico hanno aderito tre dei cinque candidati sindaci

di Emiliano Moccia

«Dobbiamo ridare credibilità alle nostre istituzioni democratiche, in primo luogo attraverso la partecipazione, che sia convinta e che esprima un orientamento in piena coscienza, avulso da condizionamenti di sorta. Questa responsabilità, però, la esigiamo innanzitutto da parte di coloro che hanno scelto di candidarsi, proprio a partire da chi si propone come futuro sindaco della città e che, pertanto, guida una coalizione elettorale per scongiurare nuovi conflitti fra interessi pubblici e privati e meno che mai connivenze mafiose. Perché il voto deve essere onesto, libero e responsabile». A pochi giorni dalle elezioni del nuovo sindaco di Foggia, in programma il 22 e 23 ottobre, il presidio di Libera Foggia “Nicola Ciuffreda e Francesco Marcone”, si rivolge direttamente ai cinque aspiranti alla carica di primo cittadino: tre candidati di liste civiche – Antonio De SabatoNunzio Angiola e Giuseppe Mainiero – due candidati espressione delle grandi coalizioni Raffaele Di Mauro (centro-destra) e Maria Aida Episcopo (centro-sinistra). Perché dopo due anni di commissariamento a causa dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose alla cui guida c’era l’ex-sindaco della Lega Franco Landella, il tema del contrasto alla mafia, alla corruzione, alla contiguità degli amministratori locali con esponenti delle consorterie criminali, è tra quelli che stanno particolare a cuore alla comunità.

L’adesione al codice etico non è solo formale. I valori e i principi su cui è basata la Carta fanno emergere una guida di comportamento per l’amministratore locale

— Daniela Marcone

Per questo, Daniela Marcone, del presidio di Libera foggiano e vice-presidente nazionale scandisce bene ai presenti all’incontro organizzato a Foggia insieme all’Associazione Avviso Pubblico «che l’adesione alla Carta di Avviso Pubblico non è solo formale. I valori e i principi su cui è basata fanno emergere una guida di comportamento per l’amministratore locale». Non a caso, l’idea di arrivare a questo momento nasce lo scorso 9 marzo, quando proprio il presidio di Libera presentò i contenuti prefettizi relativi allo scioglimento del Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose. «La relazione evidenzia la pervasività della mafia nelle questioni amministrative» aggiunge Giuliano Sereno, volontario di Libera. «Vogliamo evitare che si ripeta ciò che ha portato il Comune allo scioglimento e questa Carta impone ai candidati sindaci e consiglieri un comportamento etico. Ma questa Carta può anche aiutare a recuperare un rapporto di fiducia dei cittadini con l’amministrazione pubblica, per favorire processi di confronto democratico e ricucire il rapporto con la comunità».

Vogliamo evitare che si ripeta ciò che ha portato il Comune di Foggia allo scioglimento per infiltrazioni mafiosi e questa Carta impone ai candidati sindaci e consiglieri un comportamento etico

— Giuliano Sereno

L’incontro di ieri sera, quindi, aveva la finalità di illustrare la Carta di Avviso Pubblico, il codice etico composto da 20 articoli che indica come un buon amministratore/amministratrice può declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti dagli articoli 54 e 97 della Costituzione. Proprio su VITA.it, nelle scorse settimane, Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, in vista delel elezioni del 22 e 23 ottobre aveva ribadito «che la città di Foggia, come tutte le esperienze dei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, ha sicuramente bisogno di un atto di responsabilità di tutte le forze politiche nell’andare a selezionare la classe dirigente in maniera appropriata. Si deve comprendere che un’Amministrazione libera dalle relazioni criminali, libera da interessi privati, libera dalla volontà di soggiacere a dinamiche mafiose, è un’Amministrazione che garantisce meglio i diritti». Per l’associazione nata con l’intento di collegare ed organizzare gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere sui rispettivi territori la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, uno dei primi passi potrebbe essere quelle di far aderire l’Amministrazione di Foggia al sodalizio che oggi raggruppa 550 enti nella rete.

I candidati sindaci, a partire da sinistra: Episcopo, De Sabato, Angiola, Di Mauro, Mainiero

All’appello di Libera, dunque, hanno aderito tre dei cinque candidati sindaci: Antonio De SabatoNunzio Angiola e Maria Aida Episcopo. «Fino al giorno delle elezioni ed anche dopo è sempre possibile aderire» puntualizza Marcone «ma farlo prima sarebbe un bel segnale per tutta la città». L’invito è rivolto anche ai consiglieri comunali. Perché spulciando attentamente i singoli programmi dei candidati sindaci, il tema legalità e sicurezza è trattato da tutti, ma nessuno in realtà parla apertamente di una eventuale adesione del Comune ad Avviso Pubblico, con una sola, piccola eccezione.

Per il candidato Antonio De Sabato «è opportuno organizzare un piano strutturale ed operativo per la creazione di un sistema di riutilizzo dei beni confiscati alle mafie e l’istituzione di un comitato di legalità, trasparenza ed efficienza amministrativa», senza dimenticare che «una delle tante proposte fatte in questi due anni di impegno quotidiano è stata proprio quella di inserire Foggia nella rete di Avviso Pubblico». Maria Aida Episcopo, invece, nel suo programma scrive che «non tollereremo alcuna forma di corruzione all’interno dell’amministrazione. Implementeremo rigorose politiche anticorruzione e procedure di controllo per garantire che ogni centesimo dei fondi pubblici sia utilizzato per il bene comune e non per interessi privati». Anche se una delle liste a lei collegata, la Comunità Politica per Foggia, composta principalmente da esponenti dalla società civile, del volontariato e del mondo associativo, ha già avanzato «una nostra proposta per la prima delibera del futuro consiglio comunale: aderire all’associazioni di enti locali per la trasparenza e la legalità Avviso Pubblico colpevolmente ignorata dal Comune di Foggia in passato».


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Per Giuseppe Mainiero, invece, non ci sono dubbi: «Occorre mettere in campo strumenti e soluzioni in grado di assicurare trasparenza e legalità, innanzitutto con riferimento alle gare di appalto. E’ con questo spirito che il Comune di Foggia finalmente aderirà alla Stazione Unica Appaltante, portando fuori dalle propria mura la gestione degli appalti, troppo spesso fonte di corruzione ed opacità». Anche Nunzio Angiola non fa sconti al passato: «Il fenomeno mafioso è stato per troppo tempo sottovalutato, o comunque non efficacemente ostacolato dalle forze politiche. Vogliamo accendere i fari sulla persistenza dell’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico e produttivo del nostro territorio». Di qui, «l’istituzione di un Osservatorio comunale per la legalità e la lotta alla mafia, un piano attento e aggiornato per la gestione dei beni confiscati alla mafia e piano programmatico per relativo riuso, con conseguente valorizzazione e promozione del riuso a fini sociali e di sviluppo del territori, l’obbligo per il Comune di costituirsi parte civile nei processi per mafia o corruzione avvenuti sul territorio o contro soggetti che abbiano recato danno all’immagine della città».

Infine, sul fronte della legalità, per il candidato Raffaele Di Mauro «per rendere tangibile il costante riferimento alla trasparenza sarà utile l’istituzione dell’Osservatorio sugli atti amministrativi degli organi comunali con un rendiconto periodico alla città.  Da non trascurare la necessità di dotarsi di regole di buona amministrazione per il corretto e trasparente andamento dei cantieri e delle opere appaltate». Nel fine settimana la città è chiamata al voto. Chiunque sarà eletto avrà il compito di provare a restituire fiducia e speranza ad una comunità ferita, scollata, indifferente, ma che nonostante tutto è animata da una forte vivacità culturale, sociale e solidale. Ma da sola, se non si scrolla dal peso di mafia, corruzione, criminalità, difficilmente riuscirà a venire fuori dalla polvere.

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