Elezioni Palermo. Terzo Settore, questo sconosciuto

Tanti i temi che hanno animato in questi mesi il dibattito politico a Palermo dove il 12 giugno si voterà per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. Sei i candidati alla poltrona di primo cittadino, nei cui programmi il Terzo Settore non fa neanche capolino, quasi non considerato tra le priorità del futuro governo della città

di Gilda Sciortino

Il sottobosco è sempre quello che fonda le sue radici sul bisogno e, quindi, ecco che, com’è d’uso a ogni tornata elettorale, specialmente nelle periferie dove è facile “scambiare” il voto colmando qualche bisogno primario, compaiono spesa e sigarette o, come in questo caso, panini con panelle. Uno scenario al quale non ci si può abituare mai e contro il quale si dovrebbe rispondere con la concretezza delle proposte.

A Palermo domenica 12 giugno si va alle urne per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. Una sfida molto difficile per tanti motivi, anche e soprattutto perché si chiude l’ampio capitolo di quella che è considerata un’era, l’era orlandiana, che ha visto l’uscente Leoluca Orlando, primo cittadino nel 1985, poi dal 1993 al 2000 con l’elezione diretta durante una grande stagione come quella della "Primavera di Palermo", e ancora dal 2012 a oggi.

Difficile veramente, quindi, voltare pagina, a meno che non lo si faccia con la consapevolezza che la città ha bisogno di qualcuno che la sappia amare veramente sanando le sue tante ferite.

Una città che si cura e cura i suoi cittadini, specie quelli vulnerabili e gli invisibili che costituiscono una larga fetta di popolazione, infatti, ha bisogno di tanto altro oltre agli interventi che puntano a risolvere i problemi legati alla mobilità, all’emergenza rifiuti e ai cimiteri; cavalli di battaglia, questi ultimi, di chi vuol far distogliere lo sguardo da altro, dagli enormi progressi che Palermo ha fatto per diventare la città che ha consolidato tanti e tali rapporti internazionali da non avere confronti. Forse anche per questo nei programmi dei 6 candidati a sindaco le priorità non sono quelle che appartengono al mondo che si anima all’interno del Terzo Settore, nonostante sia quello che in questi anni ha colmato tanti vuoti, che non viene citato neanche per caso. durante i tanti dibattiti pubblici. Forse i candidati intendono occuparsene una volta seduti sull'ambita poltrona di Palazzo delle Aquile? Lo si spera.

La città di tutte e tutti” è quella che desidera il candidato del centro sinistra, l’architetto Franco Miceli, al quale fanno riferimento le quatto liste Pd, M5s, Sinistra ecologista e Progetto Palermo, e che, attraverso le sue “immersioni” nelle realtà delle 8 circoscrizioni, ha toccato con mano i reali problemi della comunità. L’unico che, almeno pubblicamente, ha passeggiato lungo le strade del centro cittadino e delle periferie, per incontrare i residenti.

Non si cita mai il Terzo Settore, ma Il suo Progetto Palemo, grazie alla presenza nel territorio di molti dei candidati nelle diverse liste che lo appoggiano, parla di legalità, cittadinanza attiva, scuola, innovazione, equità, inclusività, concretezza, competenza, diritti, uguaglianza, coraggio, giustizia, pari opportunità, innovazione, regole e cooperazione.

Palermo, città nella quale le emergenze diventano la normalità, come quella abitativa. Basti pensare che la graduatoria per l’assegnazione degli alloggi da parte del Comune di Palermo ha appena festeggiato la maggiore età, non aggiornata da un arco di tempo veramente imbarazzante.

Emergenza abitativa

Il Cohousing è, per esempio, la risposta che Miceli intende dare per le vicende più emergenziali, utlizzando allo scopo i beni confiscati di grande dimensioni. Necessario, però, adottare parallelamente un piano straordinario di recupero del patrimonio abitativo, proveniente da confische, attraverso una creazione di un fondo ad hoc.

Di un nuovo piano di edilizia residenziale pubblica che non riutilizzi i beni comunali non assegnati, ma costruisca nuove case popolari, da assegnare poi seguendo la graduatoria ferma da anni, parla l’avvocato Francesca Donato, candidata in contrapposizione alle coalizioni di centrodestra e centrosinistra.

Il concetto di Integrazione lo introduce Roberto Lagalla, specialista in radiologia diagnostica e radioterapia oncologica all’Università di Palermo, appoggiato da nove liste che pescano nel bacino di centro destra. Per lui il contributo deve giungere da tutte le componenti della società, arricchito delle diverse culture e punti di vista.

Sostenibilità

Tema del quale parla ancora Lagalla, ricordando che ogni gesto che compiamo ha una ricaduta sull’ambiente, sull’economia, sulla qualità della vita. Un programma per una città del terzo millennio, quindi, deve garantire la qualità del presente guardando alla cittadinanza del futuro.

Donne

A parlarne in modo esplicito è Rita Barbera, ex direttrice degli istituti penitenziari Pagliarelli e Ucciardone di Palermo. La sua è una candidatura sostenuta da un movimento "di semplici cittadini" che rivendica di non avere alcun legame con la politica dei partiti. La sua squadra sarlàcomposta al 50% da donne.

Bilancio di genere, da introdurre attraverso fondi necessari che supportini servizi e politiche volti a eliminare le barriere che ostacolano il lavoro e l'azione delle donne. In termini pratici, servizi a supporto delle attività culturalmente attribuite a loro, come la cura degli anziani e dei bambini.

La Barbera preferisce parlare di associazionismo e volontariato, riferendosi anche alla possibilità di sbloccare il regolamento dei Beni Comuni, fermo in Consiglio comunale, in quanto strumento che renderebbe più semplice e chiaro l'affidamento di spazi pubblici.

Giovani

Sono tra i punti del programma di Fabrizio Ferrandelli, appoggiato dalle liste +Europa/Azione, E tu splendi Palermo, Rompi il sistema (candidati under 25). Per le nuove generazioni si potrebbe pensare a dei punti Informa Giovani, non proprio una proposta innovativa, ma guardare anche alla scuola come vera scommessa per far crescere una città che non sia solamente solidale ma che abbia anche futuro.

La Rigenerazione urbana è uno dei primi punti del programma politico di Ciro Lomonte, il sesto candidato sindaco di Palermo. Un tema che ha a che fare con il recupero e la riqualificazione delle periferie. Per Lo Monte, questo vuol dire "demolire e ricostruire, sostituendo pessima edilizia non solo con abitazioni di qualità, ma anche con un buon tessuto urbano nel quale siano previsti anche cortili, marciapiedi a misura di bambini, zone adatte per le biciclette".

Una bella sfida quella del prossimo 12 giugno, che qualcuno pensa già di sapere da chi sarà vinta, ma che si giocherà tutta nella segretezza, si spera, della cabina elettorale. Difficile competizione anche per i 1200 che costituiscono l’ esercito di candidati per le otto circoscrizioni, ognuna delle quali dovrà avere un presidente e nove consiglieri.

Sembra scontato dirlo, ma sta alla responsabilità dei cittadini e delle cittadine decidere in quale tipo di città vorranno vivere, scegliendo il candidato migliore che possegga quella “visione” umana e comunitaria capace di non distruggere quanto fatto, anzi che prosegua il lavoro compiuto facendo di tutto affinchè al centro del Mediterraneo ci sia una Palermo nella quale tutti siano al primo posto. Un percorso già avviato non senza difficoltà, non senza conseguenze, ma che ora necessita di qualcuno che sappia continuare a porre le giuste tessere all'interno di questo mosaico ancora incompleto.

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