Economia
ECO-Ostello Locride: da bene confiscato a struttura innovativa
«Dalla Locride si può imparare non solo la lotta alla ‘ndrangheta ma anche la modernità» dice Vincenzo Linarello, Presidente GOEL- Gruppo Cooperativo mentre presenta il primo Eco-Ostello d’Italia che sorge in un bene confiscato alla ‘ndrangheta
Pannelli solari, coibentazione termica, niente carta, riduttori di flusso per l’acqua, bandito l’usa e getta, e una raccolta differenziata facilmente accessibile. Android box in ogni camera, 15, per 45 posti letto. Queste alcune delle caratteristiche innovative e sostenibili dell’ Eco-Ostello Locride. «Dettagli che messi insieme fanno un progetto di Calabria che GOEL vuole portare avanti» racconta Vincenzo Linarello, presidente di GOEL – Gruppo Cooperativo.
Nel nome, che ne indica la localizzazione, Locri, in Calabria, il bene confiscato alla ‘ndrina dei Cataldo, e già Ostello gestito da GOEL dal 2017, anticipa la transizione ecologica e diventa ecosostenibile grazie ad un progetto finanziato da Fondazione CON IL SUD e dalla Fondazione Peppino Vismara.
«Non ci è bastato mettere insieme i tour operator che hanno fatto una chiara scelta di campo nella lotta alla 'ndrangheta e non ci è bastato accogliere le scolaresche da tutta Italia e far comprendere come si porta avanti nei nostri territori, la lotta alla ‘ndrangheta. Volevamo dire che qui è possibile anche innovare grazie a scelte di campo chiare e ben visibili». – Continua Linarello – «Una realtà di innovazione sociale ed ecologica, testimoniata attraverso scelte concrete». Un esempio di sostenibilità e innovazione in un bene confiscato. Il primo in Italia.
Nessun taglio di nastro o operazioni annunciate, ma fatti che raccontano già il futuro e l’impegno in continua evoluzione di un terzo settore che in Calabria spesso traccia le strade del welfare prima della politica che ne disattende le necessità.
E salendo i 3 piani, fino al terrazzo-solarium «dove anche l’ ombra è ecologica» – spiega ironicamente Linarello – perché le tende sono frutto di plastiche riciclate – si legge tutta la filiera sociale di GOEL , «la biancheria e gli arazzi infatti, sono frutto del lavoro delle tessitrici di CANGIARI marchio moda del gruppo così come il Km 0 dei prodotti serviti per le colazioni ed erogati dai distributori».
E poi l’ innovazione dell’ Agorà, una vera e propria sala multimediale di ultima generazione «pensata per il digital nomads – continua Linarello – ma che non trascura l’ opportunità per le persone con disabilità che potranno venire a stare qui da noi».
«L’obiettivo ambizioso che con questa struttura ci proponiamo è anche quello di andare verso una destagionalizzazione del turismo». Il messaggio chiaro è che «Dalla Locride si può imparare non solo la lotta alla ‘ndrangheta ma anche la modernità».
«Un lavoro di 10 anni per una città che ha pagato a prezzo alto l’invasione della criminalità organizzata». Sottolinea nel suo saluto il Sindaco di Locri Giovanni Calabrese.
Così la logica dei beni confiscati diventa valorizzazione dei beni comuni. «Si affronta una delle questioni decisive per lo sviluppo del sud, per la giustizia, per la legalità» ne è convinto Carlo Borgomeo, Presidente di Fondazione CON IL SUD a Locri per l’ occasione «Questa di GOEL è una delle esperienze di terzo settore più importanti in Italia».
Sono 108 i beni confiscati al sud che Fondazione CON IL SUD sostiene: «Ma la nostra esperienza ci insegna – continua Carlo Borgomeo – che c’è anche una gran confusione sui beni confiscati. Lo Stato dimostra la propria forza sulle mafie confiscando il bene che se viene successivamente valorizzato è una doppia vittoria dello Stato perché da bene utilizzato contro la comunità diventa bene per la comunità».
«Oggi c’è una grande opportunità – conclude – i 300milioni di euro che il PNRR ha stanziato per la valorizzazione dei beni confiscati che speriamo non vengano utilizzati con vecchie logiche che sono quelle che si danno ai comuni per la ristrutturazione. Non ce ne frega niente della ristrutturazione, ce lo teniamo anche così se no lo valorizziamo. Qui ha funzionato perché dopo la ristrutturazione c’è stato l’ intervento di valorizzazione. Questo dell’ ECO-Ostello Locride può diventare un modello da far conoscere in tutta Italia. E la grande provocazione è proprio questa: da un territorio immaginato come periferico, marginale e incapace che si dibatte in questioni di legalità viene fuori una proposta così innovativa: è davvero straordinario. È la cosa più bella che mi portò da questa giornata a Locri: la comunità si rafforza così ed è il vero antidoto all’illegalità».
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