Economia
Dopo le miniere, Fluminimaggiore rinasce con la coop di comunità
Trecento abitanti del paese del Sulcis hanno già aderito. L’obiettivo è risistemare le abitazioni abbandonate ed accogliere e offrire servizi ai pensionati del nord Italia. L’idea del sindaco Marco Corrias è stata sposata da Legacoop e grazie all’ecobonus presto partiranno lavori per dieci milioni di euro.
Mettete assieme un piccolo comune in crisi di identità, un sindaco visionario, una comunità che lo segue e si costituisce in cooperativa, una grande organizzazione che crede nel progetto e l’ecobonus del governo che fa da ulteriore volano. Il risultato è che a Fluminimaggiore, 3500 abitanti nel Sulcis delle miniere dismesse, grazie al progetto Happy Village voluto dal sindaco Marco Corrias e sostenuto dalla Lega delle Cooperative, a partire dal prossimo mese apriranno cantieri per oltre dieci milioni di euro. Più che una boccata di ossigeno, una valanga di risorse e lavoro nell’anno più sciagurato dell’economia mondiale. Eppure non è un miracolo ma il frutto di una visione chiara che il primo cittadino, conclusa la sua carriera di giornalista per testate come Epoca, Mediaset e Repubblica, ha perseguito con tenacia e che ora fa di Fluminimaggiore un paese pilota in Sardegna per le politiche antispopolamento.
Tutto nasce con l’idea dell’Happy Village. “Un mio collega del Resto del Carlino, Mario Palumbo, si era comprato una casa qui e io non capivo perché lo avesse fatto” racconta Corrias. “Ma come? mi rispose, È un paese di montagna a dieci minuti dal mare, gente cordiale, tranquillità, e l’aeroporto a poco più di un’ora. Così quella sera nacque l’idea di recuperare parte delle 400 abitazioni abbandonate del paese e metterle a disposizione di chi, soprattutto pensionati del nord, avesse voluto trasferirsi qui e offrire loro servizi attraverso una cooperativa costituita dai residenti”.
Con questo programma Marco Corrias nel 2018 è stato eletto sindaco e lo scorso 17 settembre la cooperativa di comunità è nata davvero. A presiederla è Pierluigi Aru, 34 anni, esperto di politiche del lavoro. “A Melpignano sono partiti in venti soci, noi siamo già a 220 ma in un mese arriveremo a trecento” spiega. “Crediamo che la cooperativa di comunità possa essere un fattore di sviluppo molto forte e l’introduzione dell’ecobonus al 110 per cento ci ha dato una grossa mano”.
Legacoop Sardegna ha infatti messo assieme un gruppo di imprese che hanno acquisito i crediti di imposta dei soci e adesso inizieranno a risistemare a costo zero le loro abitazioni. “Le opportunità offerte dall’ecobonus e il progetto Happy Village costituiscono assieme una leva straordinaria per un progetto che realmente è in grado di combattere lo spopolamento” spiega il presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori. “I lavori di risistemazione degli stabili sono infatti stati affidati in gran parte ad imprese della zona, con una ricaduta reale sull’occupazione”.
Il progetto Happy Village non guarda solo all’edilizia ma soprattutto ai servizi “ed è quanto di più lontano si possa immaginare da un’idea turistica” continua il sindaco. “Oltre duecento persone, soprattutto del nord Italia, hanno già manifestato la volontà di trasferirsi qui e le regole sono chiare: devono prendere la residenza e passare gran parte del loro tempo a Fluminimaggiore. Noi assicureremo loro tutti i servizi, una assistenza medica costante e in futuro anche un servizio di primo intervento sanitario”.
Nelle dodici case per il momento a disposizione del progetto Happy Village i primi ospiti arriveranno già da marzo. Per loro la spiaggia di Portixeddu è a dieci minuti, il tempio millenario del Sardus Pater a poche curve dal centro abitato e d’estate il paese si anima grazie ad Andaras, un festival internazionale sul cinema di viaggio.
Dopo la chiusura della miniera di Su Zurfuru, Fluminimaggiore era uno dei tanti paesi della Sardegna che si interrogava a vuoto sul suo destino. Ora invece vede un futuro davanti a sé. Chi lo avrebbe mai detto?
Nella foto: la costituzione della coperativa di comunità a Fluminimaggiore
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