Da spazio abbandonato a centro multiculturale, ora “Crocevia” è una casa per tutti
Una casa privata, abbandonata da tempo, che diventa Crocevia e spazio pubblico per la condivisione di progetti, idee ed energie, per un nuovo modello di welfare e rigenerazione sociale, che mette insieme, terzo settore, istituzioni e società civile
di Redazione
Sul grande murales dipinto all’interno del centro multiculturale Crocevia, c’è una bambina che legge un libro non ancora edito dal titolo: “Una storia tutta da scrivere”. La storia è quella che ruota attorno alle diverse associazioni e ai tanti giovani, uomini e donne, che abitano questo spazio inserito in un borgo periferico della città di Lecce.
Un luogo nato dal desiderio di colmare il gap di integrazione, lasciato dalla fine dei progetti di accoglienza per i migranti, attraverso la cultura, i servizi legali e il supporto alle Pubbliche Amministrazioni, come leva per creare questa connessione. Da qui sono nati “Cultura mondo”, lo sportello “Nessuno è straniero” e il progetto FARI dedicato alla mediazione linguistica culturale in ambito sanitario, attraverso cui l’Associazione ha fornito servizi di mediazione a più di 1.800 cittadini stranieri, in ben 25 lingue diverse, e formato circa 500 dipendenti delle ASL di Taranto, Lecce e Brindisi, che a vario titolo hanno a che fare con migranti.
Nel marzo 2020, inoltre, in piena emergenza sanitaria, il progetto FARI non si è fermato ma ha piuttosto ripensato la sua formula, trasformando i servizi di mediazione linguistica in servizi di comunicazione multilingue. Con grande tempestività infatti lo staff di progetto, in sinergia con i 15 mediatori linguistici, ha prodotto 9 video pillole, diffuse attraverso Youtube e i canali social dell’associazione, per spiegare in 9 lingue differenti norme igieniche e restrizioni da adottare per contrastare il contagio da covid-19. Sono state raggiunte migliaia di persone, sia in Italia che nei paesi di origine delle comunità straniere, anche grazie alle centinaia di condivisioni, tra tutte quella della Regione Puglia che li ha subito rilanciati. Un lavoro che ha richiamato anche l’attenzione del New York Times! A breve il progetto verrà portato a termine con la diffusione del sito e dell’app multilingue gratuita, pensata per informare e orientare i cittadini stranieri sul Sistema Sanitario Nazionale italiano.
Nel giro di pochi mesi, questa piccola realtà associativa è cresciuta e si è trasformata, diventando luogo di riattivazione, rigenerazione sociale e riappropriazione ecologica, dove far gemmare idee come fossero fiori e grazie a questi attrarre nuovi partner. Da qui sono nate le tante e proficue collaborazioni con Sale della Terra Salento, l’associazione TiAscolto, la cooperativa Fore.
Realtà differenti ma complementari, accomunate dal desiderio di sperimentare nuovi modelli di welfare e di rigenerazione culturale; impegnate nel contrasto alle disuguaglianze sociali e nella promozione dei diritti, attraverso pratiche di socialità, mutualismo e partecipazione alla comunità.
Un vero e proprio laboratorio collettivo, che Camera a Sud conduce, mettendo insieme impresa culturale e sociale e valorizzando competenze, energie ed esperienze di ciascuno/a attraverso un costante lavoro di rete con cittadini e Istituzioni.
Ribaltando il classico approccio che il Terzo settore vive da sempre con le Pubbliche Amministrazioni, Camera a Sud è impegnata in un processo di rigenerazione e modernizzazione dei rapporti tra enti, promuovendo percorsi di co-progettazione su spazi o idee, che diventano generativi di altre progettualità.
Accade così, che gli uffici spesso ingolfati delle PA trovino nell’associazione uno strumento per ampliare il proprio raggio d’azione e mettere in piedi servizi e attività, non contemplati dal sistema pubblico. Come nel caso dei servizi di mediazione linguistica che sono stati offerti ad oltre 200 comuni salentini.
Dalla mediazione alla formazione professionale, dalle innovazioni tecnologiche che promuovono l’inclusione al turismo sostenibile (Itaca migranti e viaggiatori), dalla promozione di lettura e legalità (BILL Biblioteca della legalità) alle iniziative di contrasto alle povertà educative (PFP. Budget Educativi), dal multiculturalismo alla comunicazione sociale (Cultura Mondo); tanti e diversi sono i progetti promossi da questa associaizone di promozione sociale che lavora, trasversalmente, in ambiti differenti, sostenendo l’idea di una società aperta e inclusiva.
A partire dal proprio spazio di lavoro, Crocevia di idee e visioni e luogo di contatto e network capace di realizzare quelle piccole rivoluzioni, che solo il terzo settore sa coltivare. Un po’ come l’orto sociale che nutre il terreno attorno alla sede, spazio di incontro e crescita, che attraverso la piantagione di ortaggi e frutta, alimenta relazioni sociali e pratiche di vita sostenibili.
Nato nel 2017, con PIN Pugliesi Innovativi, programma di sviluppo delle politiche giovanili pugliesi, Crocevia è diventato in pochi anni punto di riferimento e aggregazione per studenti, accademici e professionisti del terzo settore, italiani e stranieri. Attraverso l’organizzazione di eventi e iniziative di inclusione sociale, il centro stimola la nascita di collaborazioni e progettualità comuni e promuove l’azione culturale.
Oggi continua ad essere spazio multidisciplinare e rifugio urbano, all’interno del quale è possibile trovare uno sportello per il sostegno psicologico, il counseling e la psicoterapia; uno sportello legale per la tutela dei propri diritti; un orto sociale; uno spazio eventi multiculturale e un (quasi) bistrò!
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.