Welfare

Cosa fate di bello per i nostri bambini?

Il filo rosso sul muro che parte dalla lampada brandizzata del Punto luce di Save the Children non è solo un dipinto ma è la conduzione per mano di una storia nuova, tessuta qui, tra Platì e San Luca, luoghi raccontati sempre e solo per fatti di cronaca e criminalità organizzata

di Maria Pia Tucci

Secondo i dati INVALSI, diffusi nei giorni scorsi, in Calabria la dispersione scolastica implicita (ragazzi che escono dalla scuola superiore senza aver acquisto il livello basico di competenze previste) raggiunge il 22,4% contro una media nazionale del 9,5%. Il 17% nella sola provincia di Reggio Calabria.

«Cosa fate di bello qui, oggi, per i nostri bambini?»

A raccontare un territorio interno, quello della locride, definito spesso e da molti “problematico”, potrebbero bastare queste due frasi, apparentemente in netta contraddizione tra loro.

La prima porta con se la fredda, sconfortante e razionale fotografia del dato Invalsi; la seconda la speranza, che si nutre di fatti, di una mamma che davanti allo storico Palazzo Furore di Platì si sofferma con Daniela, operatrice di Save the Children, sfoderando un sorriso smagliante di complicità nel chiedere cosa si fa di bello.

Anche entrando nel palazzo, si continua a vivere la contraddizione: è come uscire fuori. Dalle finestre entra prepotente il paesaggio dell’ Aspromonte. Quello del monolite Piatracappa, 1000metri di roccia circondata da biodiversità mediterranea che si tuffa nell’azzurro del mare.

E il filo rosso sul muro che parte dalla lampada brandizzata del Punto luce di Save the Children non è solo un dipinto ma è la conduzione per mano di una storia nuova, tessuta qui tra Platì e San Luca, luoghi raccontati sempre e solo per fatti di cronaca e criminalità organizzata.

«Lavoriamo con 150 minori – ci racconta Daniela- , con laboratori suddivisi per fasce di età, dai 6 ai 16 anni. E ci lavoriamo tutto l’ anno». Lo sottolinea della loro presenza continua, perché questo non è e non era scontato.

E a confermarlo è Carla Sorgiovanni – referente regionale per i programmi di Save the Children- « Quando siamo arrivati la prima cosa che ci hanno detto è stata: tanto andrete via anche voi. Invece abbiamo iniziato dai desiderata. Dalle e dentro la scuola prima di avere in uso questo palazzo. E ricorda – ad ottobre 2020, il primo giorno di inizio attività, dopo settimane di sensibilizzazione nelle classi, una fila di minori per mano dalle mamme, occupava l’ intero cortile e metà delle scale della scuola. Chiedevano di essere accompagnati in un percorso nuovo, con la volontà di costruire insieme». E ora? «Le mamme ora sentono che questi possono essere luoghi sicuri dove far stare i loro figli. Significa poter guardare oltre e sognare un futuro con una crescita più sana nel segno della socialità».

Gli interventi sono qualificati, con un approccio sistemico il personale qualificato di Save The Children si intreccia con le competenze della Civitas Solis, di cui è direttore Francesco Mollace. Associazione di promozione sociale con una lunga esperienza sia a livello territoriale che internazionale nel campo della formazione non formale e nelle attività socio educative rivolte ai minori. «Siamo su questi territori da oltre trenta anni. – ci dice Mollace -.Luoghi deprivati di servizi dove il contrasto alla povertà educativa è necessario per invertire i fenomeni di devianza».

La pandemia non ha fermato le attività in presenza ,- raccontano le operatrici – (sì perché la maggior parte di loro sono donne) né per i minori né per le mamme e i papà. Dallo spazio a loro dedicatonel comune di San Luca, ai laboratori, alla fornitura dei tablet per i ragazzi, il racconto di chi c’è stato è di vicinanza e condivisione e anche di acquisizione di competenze. Un corso di alfabetizzazione digitale infatti ha consentito a 16 mamme e 2 papà di conseguire la certificazione PEKIT Expert, certificazione delle competenze digitali riconosciuta dal MIUR.

Con l’arrivo dell’ estate le attività sono finalmente programmate all’ aperto ed è il momento di predisporsi a nuove socialità ed esperienze.

E così partono, per la prima volta su questo territorio, anche i corsi di Scuola Vela, grazie alla disponibilità della Lega Navale Italiana della non lontana cittadina di Roccella. Che si affiancano ai laboratori per il recupero degli apprendimenti e di cittadinanza attiva, attività di promozione della lettura, di sport e movimento, corsi di sub, ed escursioni in montagna.

L’Associazione YMCA di Siderno inoltre ha messo a disposizione le proprie strutture e operatori qualificati per lo svolgimento di corsi sportivi e si sono già chiusi i campi estivi di calcio targati Juventus dedicati a ragazzi e ragazze e in cui i giovani iscritti tra i 10 e i 14 anni hanno potuto sperimentarsi in divertenti attività sportive e allenamenti tecnici guidati da uno staff di allenatori qualificati.

«Queste attività – ci dice ancora Carla Sergiovanni – coinvolgono quei bambini e bambine, ragazzi e ragazze che rischiano di pagare il prezzo più alto della crisi causata dalla pandemia laddove sono maggiormente esposti alle conseguenze devastanti della povertà educativa».

L’obiettivo, si capisce, è di non lasciare indietro nessuno. È quello di guidare le famiglie e le comunità ad allargare lo sguardo. È quello di produrre opportunità. Di uscire dagli steccati e far vedere che c’è un’ area più vasta del piccolo borgo lasciato solo e con le sue ataviche problematiche.

https://vimeo.com/574060513

La foto di copertina e la 3, 4, 5, 6 sono di Roger Lo Guarro per Save the Children

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