Welfare

Contro la povertà educativa in Calabria si gioca a crescere

Era atteso da dieci anni, in un territorio in cui le complesse condizioni economiche delle famiglie accrescono la vulnerabilità dei bambini. Nasce in una frazione di Reggio Calabria il primo Polo d’infanzia per bambini da zero a sei anni e per genitori che, attraverso il coinvolgimento dei soggetti beneficiari, vuole innescare un modello educativo che crei comunità educante. Sostenuto da Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, il progetto nasce dalla consolidata esperienza nel settore del Consorzio Macramè.

di Gilda Sciortino

Partiamo da alcuni dati. La Calabria è al penultimo posto per numero di servizi per l’infanzia e asili nido ed ultima per servizi socio-educativi rivolti allo 0-2, a fronte di una popolazione di età 0-6 di circa 29mila residenti (ISTAT 2018). Se, poi, confrontiamo la spesa pro-capite di alcuni Comuni capoluogo calabresi, scopriamo che a Reggio Calabria si parla di 19 € per bambino, a Catanzaro – 38 €, a Vibo Valentia – 46 €; valori estremamente al di sotto della media dei parametri nazionali. Nonostante l’esigenza di spazi che rispondano a un bisogno sempre più crescente, oggi l’offerta di asili e nidi, sia pubblici sia privati, copre solo il 2,8% dei bambini, a fronte del target stabilito dall'UE che fissa a 33% il tasso dei piccoli fino a 3 anni che dovrebbero frequentare l'asilo nido.

Ecco perché costituisce un traguardo, ma anche un punto di partenza fondamentale per la comunità, la nascita del primo Polo d’Infanzia che avrà sede nell’ex scuola di Via Nazionale Bocale Pellaro, a Reggio Calabria. Uno spazio pensato e progettato per bambini da zero a sei anni e a supporto di genitori e famiglie, che contribuirà concretamente a implementare l’offerta pubblica di servizi dedicati all’infanzia.

Una struttura che si realizza grazie al progetto “Giochiamo a crescere”, selezionato da Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

A tagliare il nastro il piccolo Francesco, la nuova generazione di una comunità emozionata per un momento atteso da tempo in quanto la pronta risposta a un contesto complicato in cui le difficili condizioni economiche delle famiglie vedono aumentare le situazioni di svantaggio e vulnerabilità dei bambini, ma hanno anche un impatto negativo sull’occupazione femminile dal momento che una tale situazione non può favorire la conciliazione dei tempi di vita-lavoro. Povertà educativa, per una realtà di questo genere, vuol dire soprattutto povertà di relazioni, isolamento, carenza di servizi, di opportunità educative e di apprendimento non formale. progetto, pensato per dare forza ai territori e alle comunità nel ricostruire relazioni, rieducare alle emozioni, rimettere il bambino al centro, concependo i Poli d’Infanzia non come spazi di “parcheggio” ma luoghi da vivere insieme. Il Polo, infatti, sperimenterà il modello educativo Gac (Giochiamo a crescere), co-progettato e sperimentato all’interno del progetto, concepito in aree e attività rivolte a genitori, operatori e bambini. Gac porta in sé i valori di “restituzione” e “autodeterminazione” dei territori e dei cittadini che, oltre a fruire di un nuovo servizio, saranno protagonisti di una politica di co-gestione dei Poli. Le azioni di attivazione della comunità educante con la diffusione del metodo ed il coinvolgimento delle famiglie, non solo come beneficiarie, ma soprattutto come protagoniste di un processo di empowerment culturale, rappresentano il cuore del progetto.

La forza di un tale percorso progettuale è, quindi, data dalla costituzione di un partenariato caratterizzato dalla contaminazione di diverse esperienze – pubblico/non profit/università – con l’obiettivo di “ri-disegnare” politiche territoriali per l’infanzia. Un’idea progettuale che trova forza nella consolidata esperienza del Consorzio Macramè in gestione e programmazione di interventi nell’area delle politiche sociali. Gac, infatti, nasce dalla necessità di innovazione dei servizi e dalla volontà di aggregare diverse “storie” presenti nei territori che nel corso degli anni si sono rese protagoniste di azioni di contrasto alla povertà educativa minorile.

Dicevamo primo traguardo ma anche punto di partenza perché quello di Bocale è solo il primo di 3 poli previsti dal progetto, che apriranno le porte a Taurianova, anch’esso in un bene comunale, e Gioiosa Ionica, in un bene confiscato, dando sempre più forza a ricco partenariato che coinvolge università, associazioni e organizzazioni con una consolidata esperienza su educazione e infanzia. A Reggio Calabria, inoltre, si può parlare di risultato virtuoso dell’alleanza con l’amministrazione comunale, che nel 2019 ha creduto nel progetto aderendo al partenariato e, nel 2021, lo ha confermato mettendo a disposizione l’immobile quale bene comunale di interesse pubblico e generale. Ed è proprio grazie alla sinergia tra il consorzio Macramè e gli uffici comunali preposti che ci si è potuto lasciare alle spalle i dieci anni di chiusura dell’ex scuola di Bocale, inutilizzata anche a causa di complicate vicende burocratiche. Frutto di un virtuoso percorso di collaborazione reso possibile da un lato dalla volontà dell’amministrazione e dei suoi assessorati al Welfare e all’Istruzione, e dall’altro dal prezioso apporto dell’Istituto comprensivo “Cassiodoro-Don Bosco”, con l’inaugurazione del Polo si confermano le attività in corso con l’equipe di operatrici specializzate, ma anche i primi inserimenti di bambini. Il tutto in preparazione della programmazione che dopo l’estate darà il via alla nuova annualità.

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