Lavoro

Cerignola, diritti e dignità col salario minimo di 9 euro negli appalti pubblici

Il consiglio comunale della città in provincia di Foggia ha approvato il salario minimo comunale di 9 euro all’ora per i lavoratori degli appalti pubblici. Al personale impiegato si applicherà il contratto collettivo per garantire un tenore di vita più dignitoso. Un modo per riaprire dal basso il dibattito a livello nazionale

di Emiliano Moccia

Tutela dei diritti dei lavoratori, riduzione delle disuguaglianze sociali, retribuzioni adeguate ad un tenore di vita più dignitoso. Sono i pilastri su cui si fonda la decisione del consiglio comunale di Cerignola di approvare ed introdurre il salario minimo comunale di 9 euro all’ora per i lavoratori degli appalti pubblici. Dopo Firenze, Napoli, Livorno e qualche altro comune italiano che ha adottato il provvedimento che punta a garantire una paga adeguata, la città di Giuseppe Di Vittorio – sindacalista, politico e fondatore della Cgil – ha introdotto il principio che al momento non è nell’agenda del Governo guidato da Giorgia Meloni.

Il sindaco Francesco Bonito

«Non ci siamo inventati nulla, è tutto previsto nella nostra Costituzione. Lo ha scritto anche Di Vittorio che fu tra i primi firmatari di una proposta di legge per fissare un minimo garantito di retribuzione per tutti i lavoratori e le lavoratrici, al fine di assicurare una vita dignitosa alle persone e garantirle un’esistenza tranquilla. Ci ispiriamo ai valori della solidarietà e della tutela dei lavoratori e delle lavoratrici» spiega Francesco Bonito, sindaco di Cerignola. «In pratica, al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni si applicherà il contratto collettivo maggiormente attinente alla attività svolta, salvo restando i trattamenti di miglior favore. Parliamo di tutte le attività che possono interessare l’amministrazione comunale, come edilizia, servizi, agricoltura ed altro. La ditta che si aggiudica l’appalto dovrà sempre garantire livelli minimi insindacabili».

Nel 2022 l’Inps ha rilevato che 4,5 milioni di lavoratori italiani guadagnano meno di 9 euro lordi all’ora, mentre 2,5 milioni non arrivano a 8 euro. Nell’unione Europea, il salario minimo è già stato introdotto in 22 Stati dei 27 Paesi membri. In Italia non è al momento in vigore alcuna legge nazionale e, di conseguenza, le amministrazioni comunali più sensibili al tema si stanno muovendo in maniera autonoma, proprio attraverso l’approvazione di questa misura. Uno spunto è offerto dalla direttiva dell’Unione europea di due anni fa, che invita i Paesi ad assicurarsi che il loro salario minimo legale nazionale consenta uno standard di vita dignitoso a tutti i lavoratori e le lavoratrici.

la città di Cerignola vista dall’alto

Cerignola, dunque, si è mossa in attesa di capire cosa succede a livello nazionale. L’iniziativa è stata approvata all’unanimità dai consiglieri di maggioranza e minoranza, su mozione presentata dai consiglieri di minoranza Tommaso Sgarro e Francesco Sorbo. «Abbiamo impegnato l’amministrazione comunale a costruire una delibera di giunta che adesso dia piena concretezza a questo strumento e possa essere introdotto il salario minimo di 9 euro per quel che riguarda gli appalti pubblici. La nostra proposta, che al momento è la prima di questo genere in Puglia, nasce con due finalità» evidenzia Sgarro, consigliere di Noi-Comunità in movimento. «Il primo è quello di riavviare un dibattito su questa tema che parta dal basso, visto che il Governo nazionale sta boicottando ogni tipo di discussione su questo argomento. I comuni che stanno adottando il salario minimo stanno lanciando dei segnali molto chiari. Il secondo è quello di intervenire e sistemare delle situazioni non sempre chiare che spesso sono lasciate alle decisioni delle tecnostrutture, che in questo caso sarebbero costrette ad inserire nella stesura del testo di tutti gli appalti comunali un salario minimo di 9 euro l’ora come pre-condizione obbligatoria. Un tema molto sentito dai lavoratori e dalle lavoratrici, in particolare da chi opera nel settore dei servizi, già penalizzati dai loro contratti nazionali».

Vogliamo riavviare un dibattito su questa tema che parta dal basso, visto che il Governo nazionale sta boicottando ogni tipo di discussione su questo argomento

Tommaso Sgarro, consigliere comunale di Cerignola

Per verificare che tutto proceda correttamente, è prevista una doppia linea di monitoraggio: una destinata a verificare l’attuale situazione sui contratti già in essere stipulati dal Comune di Cerignola con le ditte vincitrici di appalti pubblici, affinché in caso di proroghe venga poi introdotto il nuovo provvedimento; «l’altra, per monitorare il rispetto dell’applicazione del contratto» conclude Sgarro «in modo da valutare come questo atto impatti nella qualità dei lavori svolti e nella qualità della vita delle persone». Perché come ricorda l’articolo 36 della Costituzione italiana: «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa».


Scegli la rivista
dell’innovazione sociale



Sostieni VITA e aiuta a
supportare la nostra missione