Non profit

Arcipelago Sardegna, fare rete per combattere disuguaglianze e apatia della gente

Costituita a Cagliari un'associazione che ha quattro pilastri fondamentali: partecipazione, intergenerazionalità, inclusione e multiculturalità. Si punta a rafforzare il ruolo del terzo settore come motore della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Tra i progetti più immediati, il supporto a un Master di primo livello in progettazione e gestione di processi migratori e di sviluppo

di Luigi Alfonso

Partecipazione, intergenerazionalità, inclusione e multiculturalità. Sono questi i pilastri dell’associazione Arcipelago Sardegna, costituita a Cagliari lo scorso giugno ma presentata ufficialmente questa mattina. Una nuova realtà che si apre al territorio e alla comunità, attraverso un progetto comune tra giovani e meno giovani. «Arcipelago Sardegna – sottolinea Caterina Benoni, la giovanissima presidente – si impegna a costruire e diffondere servizi di rete insieme a tutti i sistemi associativi che operano sul territorio sardo. L’associazione nasce dalla convinzione che sia fondamentale, soprattutto in un momento come questo, ripartire dal rafforzamento delle reti sociali e in particolare del ruolo del Terzo Settore come motore della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Negli anni, quest’ultima è stata infatti fortemente intaccata dal susseguirsi di crisi socio-economiche insieme alla diffusa disillusione politica, al sempre più debole ruolo degli attori di intermediazione e al crescente senso di solitudine delle persone».

Caterina ha 26 anni e una grandissima determinazione. «La nostra convinzione – spiega – è che l’attuale condizione determinata dalla pandemia, e in particolare le sue conseguenze in termini economici, sociali e psicologici, possano essere la molla per iniziare a remare in direzione opposta, immaginando e costruendo insieme una nuova socialità attraverso la promozione del dialogo tra pari, lo scambio di saperi e di servizi, che a cascata inneschino nuova e costante linfa nella vita della comunità regionale e non solo».

Arcipelago Sardegna vuole operare come attore di congiunzione in grado di attivare un dialogo proficuo, in particolare sui temi della lotta alle disuguaglianze e della promozione della multiculturalità in contesti di migrazione. «Negli scorsi mesi – precisa la giovane presidente – abbiamo fornito supporto per la costruzione di partenariati e l’intermediazione con le istituzioni. Inoltre, abbiamo portato avanti attività di consulenza, segretariato tecnico e progettazione. Sono diversi i progetti in cantiere: dalle iniziative sperimentali comunitarie per l’inclusione sociale, lo sviluppo locale e la lotta alle diseguaglianze nel quartiere di Santa Teresa a Pirri (Area metropolitana di Cagliari) e nel Sulcis Iglesiente, con particolare attenzione al coinvolgimento dei giovani del territorio (incluse le seconde generazioni), sino alla realizzazione di percorsi di alta formazione, sia curriculari che extrauniversitari. Uno di questi, ad esempio, si è concretizzato nel supporto alla ideazione di un Master di primo livello in progettazione e gestione di processi migratori e di sviluppo, a partire dal quale si vorrebbero realizzare dei moduli di approfondimento rivolti anche alle imprese e al personale della pubblica amministrazione, in tutta la Sardegna. Siamo in attesa di risposte da parte di enti pubblici e fondazioni per la copertura di alcune di queste linee progettuali».

Arcipelago Sardegna si rivolge a tutti gli attori del territorio e li invita a seguire le iniziative future e soprattutto ad unirsi alla rete, contattando l’associazione o visitando il blog («aperto al confronto», precisa Benoni) e la pagina linkedin ufficiali.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.