Economia
Alluvioni, da una start up un dispositivo per prevenire l’evento
Si chiama Rainapp Srl ed è una delle tre start up innovative a vocazione sociale attualmente presenti in Sardegna. Laura e Omar hanno inventato un sistema modulare che si installa nelle caditoie e in tutte le opere della rete di drenaggio, per tutelare l’ambiente, l’ecosistema e anche le persone dal rischio idraulico
Il nome fa pensare ad una applicazione da installare sullo smartphone. In verità Rainapp è un sistema che aiuta a interpretare e gestire la pioggia, per ridurre l’impatto ambientale e possibilmente prevenire eventi catastrofici e luttuosi. L’iniziativa è di due amici con competenze complementari: la 37enne Laura Pala, ingegnere idraulico originaria di Abbasanta (Oristano), e il 42enne Omar Mamusa, metalmeccanico con esperienza ultradecennale in contesti industriali importanti, nativo di Pabillonis (provincia Sud Sardegna). Gli studi universitari, e il lavoro, anni orsono li hanno portati a trasferirsi a Cagliari; ora, la sede operativa della loro Srl è localizzata presso il Parco scientifico e tecnologico della Sardegna, a Pula.
«L’occasione della mia tesi di laurea – spiega Laura, amministratore unico della società – ci ha permesso di dare forma a un progetto di cui avevamo discusso tante volte. Il titolo di quel lavoro era “Sviluppo di un sistema prototipale per la mitigazione del rischio da allagamento in ambito urbano”. Siamo partiti da qui, analizzando proprio i fenomeni di allagamento, intesi in un senso più ampio. Ormai le alluvioni sono diventate piuttosto frequenti, a causa dell’impermeabilizzazione del suolo, dell’urbanizzazione sfrenata, dei sistemi di drenaggio che sono fermi a 50 anni fa. Molti corsi d’acqua, tra gli anni ’60 e ’70, sono stati tombati e oggi la pioggia ci presenta il conto, mostrandoci criticità elevate. Tutti fattori che, alle porte dell’autunno, riportano di stretta attualità questo argomento».
Rainapp Srl è una delle tre start up innovative a vocazione sociale attualmente presenti in Sardegna: l’aspetto formale di questa vocazione consiste nel migliorare e preservare l’ambiente e l’ecosistema dal rischio idraulico, ma anche tutelare la persona. La società ha partecipato a due bandi pubblici dell’Agenzia regionale “Sardegna Ricerche” che le hanno permesso di avviare l’ambizioso progetto, il quale nel frattempo è stato brevettato. «Il bando Insight, che ci ha permesso di capire se l’idea potesse avere prospettive di mercato e ci ha consentito di costruire il primo prototipo; al bando Voucher Start Up, invece, abbiamo partecipato dopo la costituzione della società e ci ha fatto arrivare alla fase due.».
In che cosa consiste Rainapp? «C’è un dispositivo modulare plug&play che si installa nelle caditoie e in tutte le opere della rete di drenaggio, come le vasche di raccolta e i canali», sintetizza Pala. «I sensori inviano una serie di dati alla nostra centrale. Li elaboriamo e analizziamo, per poi fornire il servizio a chi ne fa richiesta: un ente locale piuttosto che la Protezione civile. Siamo in grado di fornire un aiuto concreto durante l’emergenza ma anche in fase di prevenzione. Gli strumenti ci informano non solo della situazione a livello di quartiere, identificando le aree allagate e quelle potenzialmente allagabili, ma anche di ciò che accade in tutte le opere a monte e a valle: per esempio, se una caditoia è intasata da fogliame e altri detriti, dunque non operativa per convogliare la pioggia. In questo caso è necessario intervenire con la manutenzione che, in questo modo, diventa predittiva».
Cosa che sembrerebbe scontata ma che, in moltissime città, non lo è affatto. «Il problema delle caditoie intasate è molto frequente. Ripulirle non risolve tutti i problemi ma aiuta a smaltire le acque meteoriche. Mitigare il fenomeno contribuisce a evitare certi eventi catastrofici. Il nostro sistema è stato validato attraverso l’integrazione in una piattaforma tecnologica sperimentale per le Smart City, sviluppata all’interno di un programma di ricerca della Regione Sardegna».
I due soci sono partiti con un’installazione sperimentale a Cagliari, grazie al supporto del Comune, ora in fase di validazione anche nella zona del Modenese, con il coinvolgimento di una municipalizzata che opera tra Mirandola e Carpi. «Questo sistema – spiega Pala – consente agli enti preposti di sapere in tempo reale ciò che sta accadendo, dove e quante risorse umane inviare sul posto, prima ancora che giungano le telefonate dei cittadini nei momenti dell’emergenza».
C’è una visione decisamente green da parte dei due soci. «Vogliamo creare una filiera corta, valorizzando le professionalità locali che in Sardegna fortunatamente non mancano. Abbiamo tutte le competenze e le tecnologie che occorrono, sia hardware che software. Puntiamo a ridurre l’impatto ambientale con minori emissioni di CO2, così abbiamo previsto che ogni elemento utilizzato possa essere completamente riciclato a fine vita. E naturalmente speriamo di poter creare nuova occupazione al più presto. Infine, con il progetto “fattoreacca” vogliamo creare una rete per diffondere la cultura della prevenzione».
Laura e Omar hanno lanciato uno slogan dedicato alle aziende sarde: “Adotta una caditoia”. «Chiediamo alle imprese del territorio di assumersi una quota di responsabilità civile, aiutando l’ente locale a sostenere l’investimento in un periodo di grandi ristrettezze economiche. È possibile dedicare piccole somme derivanti dagli utili di bilancio per consentire l’installazione del dispositivo in una caditoia, a beneficio della collettività. Soprattutto là dove l’antropizzazione è stata indiscriminata».
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.