A Lamezia, con “Trame a scuola” i giovani partono dalle stragi del ’92
Un percorso rivolto alle scuole di Lamezia Terme che ha consentito a oltre novecento studenti di confrontarsi con autori che, attraverso le loro opere, parlano di diritti e legalità. Nella giornata in cui si celebra il 31° anniversario della strage di Capaci, l’ultimo incontro del progetto con Giovanni Tizian, direttore artistico di “Trame Festival”
Non ci poteva essere conclusione più naturale, nel giorno in cui si commemora la strage che 31 anni fa a Capaci mise fine alle vite del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo, per il ciclo di incontri del progetto “Trame a scuola 2023”. Oltre novecento gli studenti dell'Istituto Professionale “Luigi Einaudi”, del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” e dell’Istituto Tecnico Economico “De Fazio” di Lamezia Terme che hanno incontrato Giovanni Tizian, giornalista del quotidiano Domani e direttore artistico di “Trame Festival”, la cui dodicesima edizione si svolgerà a Lamezia Terme dal 21 al 25 giugno.
Dalle stragi del ‘92 alla cattura di Matteo Messina Denaro, l’ultimo padrino di Cosa Nostra, dal ruolo dell’antimafia oggi alla corruzione endemica della nostra società, sono stati temi che hanno animato questa giornata alla quale hanno preso parte gli studenti che anche quest’anno hanno aderito al progetto di educazione e promozione della lettura e della legalità della “Fondazione Trame”.
“Il silenzio. Italia 1992 – 2022” il libro dello stesso Tizian che, attraverso il percorso di studio e approfondimento che ha ispirato, ha consentito di attualizzare il dibattito legandolo all’anniversario dell’attentato terroristico-mafioso di Capaci.
«A soli dieci anni portavo un carico di dolore sulle spalle e nel cuore che quelle macerie di asfalto e lamiere di Capaci rendevano se possibile ancora più insopportabile, opprimente – si legge nel prologo del libro -. Ai tempi degli attentati di mafia del novantadue, Tizian era già orfano di padre, ucciso dalla ‘ndrangheta tra Locri e Bovalino, ancora oggi senza un perché accertato né i nomi del mandante e dell’esecutore di quello che fu un agguato di mafia in piena regola. Una storia che lascia l’amaro in bocca e che lo spinge a intraprendere la carriera che lo porterà a occuparsi e a scrivere proprio di criminalità organizzata, delle logiche di potere e degli interessi che muovono, oggi come trent’anni fa, i traffici illegali dei clan, e che lo costringerà a vivere sotto scorta “per le minacce dei Boss».
Una mattinata animata dalle tante domande poste dai ragazzi per conoscere, capire, riflettere insieme sugli eventi più cruenti della nostra storia, come le stragi del ’92 e ’93, tra verità giudiziarie e verità storiche, facendo luce su episodi che ancora pesano sulla politica e la cronaca del nostro Paese.
Un percorso sentito e partecipato dai ragazzi, anche perché alimentato dai tanti spunti offerti dalle testimonianze dirette di personaggi di spicco e dai titoli di rilievo nel panorama della letteratura dei diritti e della legalità. Da Gherardo Colombo a Giovanni Bianconi, da Pino Pace a Daniele Nicastro, sino a Daniela Valente e Anselmo Roveda, un filo rosso ha legato gli incontri, affermando il valore della conoscenza quale stimolo e forza vitale da trasmettere alle nuove generazioni, quei ragazzi che nel ’92 non erano ancora nati o che avevano ancora pochi anni di vita, ma per i quali conoscere quel che è accaduto prima di loro è fondamentale perché attraverso la memoria viva si può costruire un futuro che abbia radici, quindi solido.
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