Ippoterapia
A cavallo scompare la paura del disagio
Un piccolo polmone di natura dentro la città di Palermo dove l’ippoterapia aiuta anche i ragazzi con disturbo dello spettro autistico a conquistare fiducia in se stessi. Un luogo in cui il sorriso regna sovrano
Attraverso il rapporto con gli animali i nostri ragazzi imparano a conoscere se stessi
— Salvo Cracolici
«Se dovessi spiegare cosa sento quando sono qui direi assoluta libertà, non ci sono dubbi. Non l’ho provata mai così forte da nessun’altra parte”.
Per Giulia, 12 anni, entrare in contatto con i cavalli le ha consentito di scoprire un mondo nuovo. Anche se giovanissima, è certa di non volere fare altro che questa attività. Niente palestra, nuoto o altro genere di sport. Come per Beatrice, anche lei 12 anni: «Mi piace stare a contatto con cavalli. Sono uno spettacolo».
Una piccola oasi nella stessa città di Palermo, il Centro ippico “Le Redini” dove il rapporto con i cavalli è da sempre funzionale a entrare in contatto con sé stessi, anche per quei bambini e ragazzi che, una volta incontrato lo sguardo di Ialinca, Nike, Nuvola, Nancy o Crystal, questi i nomi di alcuni dei nobili quadrupedi che abitano il maneggio, dimenticano per qualche ora il loro autismo. Operante dal 1992, l’associazione “Le Redini” che gestisce il maneggio, insegna a chiunque lo voglia il modo giusto di interagire con il cavallo, distinguendosi anche nelle competizioni regionali e nazionali.
Il tutto scandito dal tempo, quello dei cavalli, ma anche dall’orologio molto interno e personale dei 12 ragazzi con disturbo dello spettro autistico per i quali imparare non è così facile come per gli altri.
«Noi non abbiamo e non facciamo mai fretta» – spiega Salvo Cracolici, una vita spesa per i suoi cavalli, con una grande esperienza anche come giudice di gara – «perché sappiamo che è la strategia che cura tutto, soprattutto le paure. Dobbiamo lavorare prima di tutto con quelle dei genitori, i primi che temono che nulla possa servire. Arrivano facendoci ogni tipo di raccomandazione. Una mamma ci disse che il suo bambino di sette anni aveva paura dell’acqua; un giorno entrò gridando, ma dopo una settimana correva e sorrideva a tutti, con grande stupore degli stessi genitori. Un altro bambino aveva paura dei cani, ma non ci è voluto molto perché diventasse grande amico di Trudy, la nostra fedele mascotte a quattro zampe. E credetemi, i primi a essere felici siamo noi».
Una media di 40 minuti il tempo previsto per ogni terapia, anche se tutto cambia a seconda dei singoli bambini.
«Ce ne sono alcuni che resistono» – dice ancora il presidente dell’associazione “Le Redini” – «mentre altri, dopo 20 o anche solo 10, minuti vogliono scendere. Noi non forziamo. Siamo convenzionati con l’Anire, l’Associazione italiana di riabilitazione equestre, pioniera in Italia nello sviluppare tecniche che dimostrano quanto l’ippoterapia sia importante; funziona anche con i pony e gli asini. Ricordo ancora quando anni fa li portammo, insieme a cani, porcellini d’india e conigli, all’Ospedale dei Bambini “Di Cristina” di Palermo per fare pet teraphy. Fu un successo».
Soprattutto in estate i ragazzi vengono al centro anche di mattina, cominciando ad accudire il cavallo, pulendolo, sellandolo per poi montarlo.
«Prima di avere a che fare fisicamente con i cavalli, però, devono studiare in aula» – conclude Cracolici – «per imparare le diverse parti del corpo del cavallo, perché si muove in una certa maniera, come curarlo per rispettarlo e farlo stare bene. Anche quando fanno le treccine ai loro cavalli preferiti, sanno che è un’attività funzionale alla gara perché il punteggio in gara dipende anche da come è addobbato. Li rendono più belli non solo per le acconciature, ma anche per le cure e l’amore che danno loro. Noi osserviamo tutto e tutti, sapendo che i risultati arrivano quanto c’è l’insieme di tutto questo».
Nella foto di apertura: Salvo Cracolici con una dei bambini che partecipa alle attività del centro (foto: ufficio stampa)
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