Welfare
Visita dell’ambasciatore italiano in Tanzania al Tribunale penale internazionale per il Rwanda
Scopo della visita, l'applicazione dell'accordo tra Italia e Tpir per consentire ad alcuni detenuti di scontare le loro pene in carceri italiane
L’ambasciatore italiano in Tanzania, Marcello Griccioli, ha concluso oggi una visita di due giorni presso il Tribunale penale internazionale per il Rwanda con sede ad Arusha (Tanzania). Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa indipendente Hirondelle, Griccioli avrebbe incontrato alcuni responsabili del Tpir per l’applicazione dell’accordo siglato tra l’Italia e il Tribunale con l’obiettivo di consentire ad alcuni detenuti del Tpir di scontare la loro pena in Italia.
Tra i detenuti di maggiore interessa spicca il nome dell’italo-belga George Ruggiu. Condannato il 1 giugno 2002 a dodici di carcere per la sua partecipazione nel 1994 al genodicio del Rwanda in qualità di presentatore radiofonico della Radio televisione delle mille colline (Rtlmc), nota per aver incitato la maggioranza rwandese hutu a sterminare la minoranza e a uccidere gli hutu contrari ai disegni genocidari del regime estremista hutu.L’applicazione dell’accordo consentirebbe a Ruggiu di soddisfare la sua richiesta di essere trasferito in unn carcere italiano.
Ritenendosi “impressionato dai progressi compiuti negli ultimi anni dal tribunale”, Griccioli ha ricordato che dalla sua ultima visita risalente al 2002, le condanne sono passate da otto a ventisei. Infine, l’ambasciatore italiano in Tanzania ha sottolineato come le attività del Tpir fossero “particolarmente oggette di attenzione” in Italia. Rispetto al budget complessivo del Tribunale, il governo italiano finanzia quasi l’8%.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.