Politica

Violenze in India, l’aggiornamento di Aifo

Nello stato indiano al centro delle violenze l’Associazione italiana amici di Raoul Follereau sostiene il sistema sanitario nazionale nella cura della lebbra

di Emanuela Citterio

«Si stima che più di 50.000 persone siano sfollate e 2.000 case distrutte. Sembra che la polizia non sia stata capace di fermare gli assalti dei ribelli che sono avvenuti venerdì, villaggio dopo villaggio. Dopo le aggressioni le vittime erano arrivate a 30, ma i morti adesso potrebbero essere di più». A mandare le ultime notizie sulle violenze scatenatesi contro i cristiani nell’Orissa è Jose Manikkatham Varghese, coordinatore dei progetti Aifo. Nello stato indiano al centro delle violenze esplose nelle ultime due settimane, l’Associazione italiana amici di Raoul Follereau sostiene il sistema sanitario nazionale nella cura della lebbra

«I leader cristiani dicono che almeno 1.000 case di Cristiani sono state bruciate nell’ultima settimana e che più di 5.000 persone sono senza casa» riferisce il coordinatore di Aifo. «Almeno 3.000 persone, la maggior parte Cristiani, vivono in campi profughi e alcune migliaia si sono rifugiati nella foresta».

«I disordini, oltre alle vittime e agli sfollati, potrebbero provocare problemi al normale svolgimento dei programmi sanitari, ma speriamo che la situazione torni presto alla normalità» afferma Varghese, secondo il quale «Non si tratta di un conflitto religioso generalizzato ma di episodi, per quanto gravi, circoscritti, limitati all’opera di alcuni fondamentalisti e probabilmente enfatizzati da strumentalizzazioni e tensioni politiche in atto da tempo nella zona di Kandhamal»

La polizia indiana sta investigando sull’uccisione nel distretto di Kandhamal, nell’Orissa, in India, di 5 persone, tra cui il leader Swami Laxmananda Saraswat, del Vishwa Hindu Parishad (VHP), un movimento politico Indù estremista. Nella regione ci sono tensioni tra fondamentalisti Indù, che accusano i sacerdoti cristiani di fare pressioni per la conversione di persone appartenenti a tribù povere e di caste inferiori, ma il territorio è anche una roccaforte dei ribelli Maoisti. «La polizia sospetta infatti che gli assalitori, non identificati, siano proprio Maoisti, che tentano di guadagnare il supporto da parte dei convertiti alla cristianità» afferma il coordinatore di Aifo.

Human Rights Watch sostiene che i gruppi estremisti Indù stanno sostenendo una campagna “anti cristiana” da alcuni anni ma che i funzionari del governo hanno fatto finta di non vedere. «Il governo dell’Orissa» sostiene Meenakshi Ganguly, ricercatore di Human Rights Watch, «doveva pensare al problema prima che si scatenassero le violenze. Le autorità non riescono ancora a reagire abbastanza rapidamente e adesso le persone comuni sono sotto attacco».

La posizione del Governo indiano
Il Primo ministro indiano Manmohan Singh ha rivolto un appello per ristabilire la pace al governo dell’Orissa, condotto da una coalizione che include il partito di opposizione nazionalista Indù, Bharatiya Janata Party. Esprimendo «seria preoccupazione per le violenze che hanno fatto molte vittime, auspico un’inchiesta da parte del Central Bureau of Investigation (CBI)». Anche il ministro della Scienza e Tecnologia Kapil Sibal ha detto a i giornalisti, durante una seduta del parlamento dell’Unione Indiana: «spero che i responsabili siano immediatamente arrestati e giudicati da parte del CBI, perché la giustizia ordinaria ha tempi più lunghi». Descrivendo gli incidenti come un problema grave, ha ribadito che «il primo ministro ha parlato con il governatore dello stato dell’Orissa e ha assicurato che il governo centrale fornirà tutto l’aiuto necessario a riportare la normalità. Questa distruzione insensata operata da una minoranza di individui appartenenti ad un’organizzazione particolare non deve essere tollerata».

L’AIFO in India
AIFO è una ong che promuove nello stato indiano programmi di lotta alla lebbra e di riabilitazione di persone con disabilità in partnership con il Ministero della Salute, ong e congregazioni religiose che operano sul posto. Nello stato dell’Orissa, l’Aifo sostiene un progetto del programma nazionale di lotta alla lebbra in coordinamento con l’Ilep, la Federazione internazionale delle associazioni contro la lebbra.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA