Non profit

Violenza, veri problemi e false soluzioni

di Redazione

Escalation. Un romeno di 31 anni è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver violentato una anziana non vedente di 83 anni ad Albuzzano, un comune a pochi chilometri da Pavia. L’ultimo episodio, raccapricciante e quasi grottesco, di una serie angosciante. Dopo Guidonia, Bologna, Milano, Roma, con la brutale aggressione a due minorenni. La violenza sessuale irrompe sulle prime pagine, detta l’agenda della politica (con il governo mobilitato per l’ennesimo decreto d’urgenza) e alimenta il clima di scontro. Si parla di ronde, di castrazione, si confondono le acque mischiando piani diversi, come l’immigrazione irregolare e una presenza sul territorio di cittadini comunitari, quali i romeni ormai sono. Il problema esiste e non può non toccarci tutti: ma è un problema di flussi non governati, di emarginazioni e degrado lasciato crescere nell’indifferenza, di scarso controllo del territorio. Farne solo una questione di ordine pubblico, o peggio, di odi etnici è una scorciatoia avvilente. Soprattutto per la politica.
Business. Se qualcuno ancora dubitava che il business del futuro saranno le energie rinnovabili, ecco un modo per convincersi. Otto tra imprenditori e politici sono stati arrestati con l’accusa di speculare sulla realizzazione dei “parchi eolici” in Sicilia per conto di Cosa nostra. Un intreccio che coinvolge burocrati locali della provincia di Trapani, ma anche impresari campani e trentini. Sullo sfondo, il boss latitante Matteo Messina Denaro. Se la mafia punta sul verde, c’è da star sicuri che si tratta di un affare. Ancora una volta la criminalità dimostra fiuto. E cerca nuovi settori per far soldi.
La bicicletta. Si apre il 24 febbraio con l’udienza preliminare il processo ad Alberto Stasi, accusato dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Un processo indiziario, senza un movente, nel quale giocheranno un peso fondamentale le perizie. Le ultime due, commissionate dai genitori della giovane, danno man forte alle tesi della pubblica accusa. Secondo la prima, la bicicletta sequestrata ad Alberto Stasi sarebbe stata lavata e sul dispenser trovato nel bagno della villetta della famiglia Poggi a Garlasco non solo ci sono tracce di Stasi ma anche quelle “riportate” di Chiara, in quanto è stato rinvenuto il suo Dna. Segno di un contatto tra i due nelle ore del delitto. L’altra consulenza è informatica e afferma che sul pc di Alberto non esistono evidenze di attività tra le ore 10:37 e le 11:57 della mattina del delitto di Chiara Poggi. La difesa è pronta a controbattere. La parola passa al giudice.

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