E’ successo anche a me, in un momento di crisi del mio matrimonio. Ero in auto con mio marito e discutevamo, molto animatamente, lui ha alzato la voce più del solito ed in modo aggressivo, così è scattata in me una sensazione davvero spiacevole, direi angosciante. Mi sentivo sopraffatta e desideravo una tregua da quell’incubo. Volevo fuggire, almeno scendere dalla macchina, ma non potevo. Le mie gambe non rispondevano più tanto ai miei comandi. I danni della sclerosi multipla non mi permettevano di uscire dalla’auto e di allontanarmi in fretta dal luogo dello scontro verbale. Penso spesso a quel periodo, soprattutto quando avvengono aggressioni e violenze nei confronti delle donne. Di fronte all’intenzione omicida, anche una donna sana, priva di disabilità non può far molto, tantomeno fronteggiare e neutralizzare il proprio carnefice. È comunque una triste realtà il nostro essere più vulnerabili. Noi, che viviano la difficoltà sul nostro corpo, siamo ancora più indifese nei confronti di una aggressione fisica o psicologica. È davvero arduo essere aiutate, perché capita che sia più complicato muoversi ed uscire per ottenere aiuto. Anche in questo ambito continuiamo ad essere “figlie di un dio minore”
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