Torinese, scrive su La Stampa ed è un prolifico autore di romanzi. L?ultimo, Di viole e liquirizia, è ambientato nella sua terra, le Langhe.
Cosa ne pensa delle invasioni da weekend del popolo dei turisti gastronomici?
Sono molto ben visti dai locali, perché sono una manna per l?economia. Io sono favorevole se l?interesse non è esclusivamente gastronomico ma anche paesaggistico: la natura, in queste zone, trasmette senso di fatica, struggimento, poesia. L?ideale per sdraiarsi sotto un tiglio con un buon libro.
Perché le viole e la liquirizia del titolo?
Sono alcuni retrogusti che si avvertono degustando il Barolo. Il protagonista del libro è un sommelier francese arrivato ad Alba per tenere lezioni sul vino.
Quali libri consiglia per conoscere meglio le Langhe?
Tutti quelli di Nuto Revelli sulla vita contadina. In particolare L?anello forte, che descrive la difficile condizione femminile nelle vallate cuneesi.
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