Formazione
Vino Ogm: Slow Food, grave passo indietro Ue
Dopo il via libera di Bruxelles alle uve transgeniche 'associazione invita consorzi e produttori a modificare i disciplinari mettendo al bando gli Ogm
Prime reazioni alla decisione del Consiglio dei ministri Ue di riammettere la commercializzazione di uva geneticamente modificata.
Slow Food, l’associazione del non profit enogastronomico, parla di «grave passo indietro» .
«Slow Food invita ad attivarsi per salvare il patrimonio vitivinicolo internazionale
e per difendere il diritto all?informazione dei consumatori», recita un comunicato dirmato in queste ore.
Secondo l’associazione «La direttiva Europea 68/193/Cee sulla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione vegetativa della vite, apre definitivamente il mercato europeo alle viti e ai vini geneticamente modificati. E? una sconfitta del buon senso, delle grandi tradizioni del vino italiano ed europeo e dei diritti del consumatore alla possibilità di decidere e di scegliere».
«Il provvedimento approvato», ricorda Slow Food, «il cui iter è iniziato già nel 2000, ha avuto il parere contrario di molte associazioni di categoria, tra i quali quello del comitato scientifico dell?OIV, Office International du Vin, e l?opposizione di migliaia di firmatari da tutta Europa e non solo, che hanno aderito alla campagna di Slow Food contro le viti GM».
Slow Food invita i Consorzi di tutela delle Doc e Docg d?Italia e i loro omologhi organismi nel resto d?Europa ad attivarsi per modificare tutti i disciplinari esplicitando la non ammissibilità di OGM per la produzione dei loro vini.
Rivolgendosi ai produttori, l’associazione chiede «di battersi per ottenere una legge che garantisca la trasparenza dell?etichetta e, nel frattempo, a prendere autonomamente l?iniziativa di indicare che il loro vino è ?OGM free?». Un appello anche alla Associazione delle Città del Vino ad esigere, per le città aderenti, il divieto della coltivazione di viti GM sul loro territorio. Infine la richiesta ai politici
Slow Food prosegue l?attività di sensibilizzazione e vigilanza con tutti i mezzi a sua disposizione e auspica iniziative simili da parte degli addetti ai lavori e degli operatori dell?informazione.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.