Non profit
Vinciamo noi. E poi insieme per la Costituente
Il leader dei quarantenni del centrodestra è convinto del risultato. E dice: è venuta lora di un bipolarismo mite. Il Senato andrà alla minoranza. Intervista a Maurizio Lupi.
Maurizio Lupi, milanese e milanista, tre figli, classe 1959, deputato da due legislature, ma prima consigliere e assessore comunale di Milano, è un volto noto per i lettori di Vita. Ora lo sta diventando anche per gli italiani, ?grande pubblico? televisivo compreso. Ciellino e formigoniano doc, forzista della prima ora, è stato scelto dal premier della Pdl come uno dei ?volti nuovi? su cui puntare. Del resto, è giovane, di bella presenza, sa parlare, è affabile, non è ideologico né rissoso. Animatore del ?tavolo (azzurro) dei quarantenni?, assieme a Crosetto, Casero, Fitto, la Gelmini e ora allargato anche alle girls Ravetto e Carfagna, Lupi vive con passione – e da tempo – già due impegni politici trasversali, oltre a quello in Forza Italia: l?associazione Rete Italia, che raggruppa gli ?amici? di Roberto Formigoni, e l?Intergruppo per la sussidiarietà, rete politica bipartisan che ha sostenuto – assieme ai suoi sodali Volontè, Realacci, Letta, Bersani, etc. – obiettivi importanti il non profit e il terzo settore in questi anni, dal sostegno alla +Dai -Versi al 5 per mille. Oggi, che la competizione elettorale si è di nuovo accesa, Lupi si trova dall?altra parte della barricata, quella del Popolo della libertà, rispetto a molti dei suoi amici dell?Intergruppo. Il dialogo tra i poli non si spezzerà, come lui garantisce, anzi riprenderà con maggior lena, anche nella prossima legislatura. Quanto all?oggi «se Veltroni sfoggia entusiasmo, noi cosa dovremmo sfoggiare, euforia?», sorride furbo. È sicuro che la Pdl sbancherà, alle elezioni.
Vita: Giuliano Ferrara, già grande consigliere di Berlusconi, lancia la lista «Aborto? No, grazie»; il vostro candidato premier dice che c?è «libertà di coscienza», all?interno della Cdl, su un tema così eticamente sensibile. Cosa sta succedendo nel nuovo Pdl? Scarsa tensione etica?
Maurizio Lupi: Nient?affatto, anzi. Certo, Berlusconi parla di libertà di coscienza, ma il programma del Pdl è chiaro, netto, su questo punto: la legge 194 non è in discussione, ma va attuata in tutte le sue parti, specialmente quelle più serie e positive, a partire dall?articolo 1, che chiede più prevenzione, e cioè di aiutare le donne a non abortire. Poi, in uno schieramento largo come il nostro, c?è la libertà di coscienza su questo tema, ma c?è anche un forte sostegno alla maternità e alle famiglie, per non dire dell?assoluta contrarietà ad ogni forma di eutanasia.
Vita: Insomma, non teme che la lista Ferrara o anche l?Udc vi portino via voti, sui temi eticamente sensibili?
Lupi: Non credo proprio. E poi la nostra storia, quella di Forza Italia e della Cdl, parla per noi: senza di noi, l?affermazione dei principi contenuti nella legge 40 sarebbe stata impossibile. Ideali e valori di FI e An sono chiari e precisi, e lo saranno anche le candidature. Ci sono già Eugenia Rocella e Formigoni, altri nomi – anche importanti – arriveranno presto. E poi, oggi più che mai in politica non serve a nulla fare pura e semplice testimonianza, ma servono partiti che sappiano tradurre valori e ideali in atti e leggi. Credo da sempre nella politica del fare e anche sul piano dei valori mi interrogo su come tradurli in atti concreti. In ogni caso, posso rassicurarla: in un partito liberal-laicista, pur se di massa, io non ci starei mai…
Vita: Sui temi sui quali impostare la campagna elettorale, il Pd sembra più avanti?
Lupi: Sinceramente mi ha un po? deluso: perché se si va guardare il contenuto tecnico delle proposte, viene fuori il vecchio: pensi alla proposta del salario minimo garantito, una roba da Unione Sovietica? Al di là delle battute, le proposte del Pd non vanno certo in direzione di favorire quel capitalismo relazionale che è al centro di ogni società fondata sul capitale umano. La vera ricchezza del Paese sono le piccole e medie imprese, non certo i grandi gruppi industriali e finanziari ai quali guarda – anche con le tanto strombazzate candidature – Veltroni.
Vita: La avanzi lei una proposta ?realistica?, sul piano economico-sociale?
Lupi: Quella del quoziente familiare che mette le relazioni umane, e non una concezione individualistica, al centro. E cioè uno strumento fiscale basato su un principio di sussidiarietà. Oggi paghi allo Stato, in termini di servizi, scuola, affitti, come una famiglia ma la dichiarazione dei redditi è solo individuale, invece bisogna dividere anche le tasse in base alla composizione dei nuclei familiari e aiutare le famiglie più numerose. Mi si dice che costa troppo? Penso che una proposta così coraggiosa vada sperimentata, almeno gradualmente.
Vita: Per quanto riguarda il non profit, si vede una mano competente nel vostro programma…
Lupi: Quella parte l?hanno scritta Tremonti ed Alemanno, una mano l?abbiamo data anche noi. C?è l?idea forte di rendere stabile una norma come il 5 per mille, estendendolo anche al settore ambientale, oltre alla stabilizzazione di quello per volontariato e ricerca. Poi c?è la revisione del sistema di assistenza sociale in base al principio di sussidiarietà, investendo i Comuni e garantendo libertà di scelta tra servizi di pubblico, privato e privato sociale; la riforma del libro I del Codice civile per riconoscere il ruolo fondamentale del terzo settore; l?attuazione del federalismo fiscale; gli aiuti alle famiglie.
Vita: Per quanto riguarda il ruolo delle cooperative, però, gli intenti di Berlusconi appaiono punitivi?
Lupi: Berlusconi attacca quel mondo cooperativo che degenera dal suo ruolo e dai suoi valori, quando diventa impresa camuffata. Però io dico: non possiamo buttare via il bambino con l?acqua sporca. Le cooperative – bianche e rosse – hanno fatto la nostra storia ed hanno un grande valore sociale e culturale ancora attuale, non solo storico. Non si devono aspettare, da parte nostra, una legislazione punitiva, ma solo un?opera di distinzione, e insieme di sostegno, tra quanto è cooperazione vera e quanto non lo è.
Vita: La campagna elettorale comincia già ad inasprirsi. Già tramontato il sogno di una legislatura costituente?
Lupi: No, affatto. E, anzi, dico che bisogna farla e che sarà la prossima. L?Italia deve diventare un Paese normale, gli avversari devono essere considerati tali, non dei nemici. Comunque, la prossima legislatura – se vuole essere davvero costituente – deve partire da dove il confronto si è interrotto, e cioè dalle riforme istituzionali: legge elettorale, regolamenti parlamentari, poteri e ruoli differenziati tra le due Camere, rafforzamento della figura del premier. La riforma costituzionale del centrodestra, che si basava sui principi del federalismo e della sussidiarietà, prevedeva già questi temi. Ripartirei da lì. E da un segnale distensivo: la cessione della presidenza di una delle due Camere all?opposizione, chiunque vinca. Quale? Per prassi consolidata è il Senato.
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