Politica

Vince Livni, ma si va a destra

Le analisi sui risultati delle elezioni politiche

di Redazione

Alle urne delle elezioni legislative svoltesi ieri per eleggere i deputati della diciottesima legislatura esce «vittorioso» il partito Kadima guidato dal ministro degli Esteri Tzipi Livni. La sua è però una vittoria beffarda. Con 28 eletti e 36 mila voti di vantaggio conquista, solo seggio in più del principale sfidante: il Likud, primo partito dello schieramento di destra.

Di fatto, dalle elezioni più frammentate della storia di Israele esce vincitrice la destra, che si aggiudicata la maggioranza – certo non compatta e variegata – dentro la diciottesima Knesset.

«Ha vinto Tzipi Livni, alla guida da pochi mesi del partito centrista fondato da Ariel Sharon» scrive oggi su Terrasanta.net Paola Caridi. «Ha vinto anche Bibi (Benjamin Netanyahu, ndr), però, perché in poco più di tre anni – dopo l’emorragia provocata dall’uscita di Ariel Sharon dal Likud e dalla nascita di Kadima – è riuscito a ricostruire il consenso attorno al partito tradizionale della destra israeliana. E poi ha vinto Avigdor Lieberman, leader populista (laico) di Yisrael Beitenu, che sulla retorica contro gli arabo-israeliani si è guadagnato, con quindici deputati, un solido terzo posto nello spettro politico del Paese. Troppi vincitori, insomma, per un piccolo Paese come Israele, dove ieri è andato a votare il 65,2 per cento dei 5 milioni e 200 mila aventi diritto».

«La sinistra, o meglio, il centro-sinistra israeliano subisce una cocente sconfitta. La destra, declinata secondo i diversi modi in cui si è conservatori in Israele, emerge come l’unico, netto vincitore di elezioni segnate dall’attacco militare a Gaza. Un risultato di questo tipo non può non incidere nella formazione del futuro governo».

Sulle future alleanze Janiki Cingoli, direttore del Cipmo, dice: «Non è detto che Netanyahu voglia consegnarsi a Liberman, tenuto conto del fatto che nella stessa lista del Likud vi è una notevole componente di falchi estremisti, facenti capo a Moshe Feiglin». Sul sito Repubblica oggi un video con l’analisi post-voto dei maggiori esperti di Medioriente, fra cui il direttore del Cipmo.


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