Cultura

Vince il presente al Festival del cinema sociale

Nel concorso rivolto alle scuole primeggia "Aisha" sui diritti umani. Miglior film "Corpo Celeste"

di Redazione

Due premiazioni sono state protagoniste della serata finale del Festival italiano del Cinema sociale. Al cinema Eden di Arezzo, infatti, accanto alla quarta edizione del premio principale, il concorso nazionale riservato agli allievi delle scuole superiori “C’è tutto un mondo intorno ha incoronato gli studenti dell’Istituto professionale di Stato Luigi Einaudi di Grosseto. Il corto dal titolo “Aisha” ha colpito la giuria non solo per la buona tecnica di realizzazione, ma anche per il forte impatto e l’originalità delle immagini scelte e del sonoro scelti. Il video (visibile su YouTube) si ispira alla storia vera di Aisha Ibhraim, tredicenne somala violentata da quattro uomini che fu lapidata per adulterio nel 2008, senza regolare processo, davanti a 5mila persone. A ritirare il premio, dalle mani del presidente del Cesvot di Arezzo, Leonardo Rossi, una delegazione tutta al femminile della scuola: tre giovanissime studentesse, poco più grandi di Aisha, accompagnate dalla professoressa Federica Pantalei, operatrice del progetto “Scuola e Volontariato”. Il video è frutto anche del lavoro di sensibilizzazione sui diritti umani portato avanti da Amnesty International nella scuole.

Gli organizzatori del concorso per le scuole, hanno sottolineato l’ampia partecipazione non solo nazionale, è infatti arrivato anche un video da una scuola italiana del Sudamerica, ma anche che i contenuti e i temi dei filmati dimostrano ormai una diffusa consapevolezza da parte dei giovani, sia in ordine ai temi affrontati sia al linguaggio della comunicazione per immagini, sia delle risorse e dei mezzi tecnici disponibili.

Sul fronte del concorso ufficiale che ha eletto il miglior film, la miglior sceneggiatura e il miglior interprete, il festival ha premiato il film “Il corpo celeste” di Alice Rohrwacher, la giovanissime attrice protagonista di questa stessa pellicola Yile Vianello e per la sceneggiatura “Il gioiellino di Andrea Molaioli. Come è stato sottolineato nel corso della premiazione i due film raccontano le difficoltà dell’Italia di oggi: la storia di una tredicenne trapiantata dalla Svizzera alla Calabria e quella di un grande crack finanziario che ricorda molto da vicino il caso Parmalat.

Vincitore assoluto del IV Festival Italiano del Cinema Sociale, è “Corpo celeste“, opera prima della non ancora trentenne Alice Rohrwacher, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Annamaria Ortese. “Corpo celeste” racconta la storia di Marta, tredici anni, che dopo dieci anni passati con la famiglia in Svizzera torna a vivere alla periferia di Reggio Calabria, città dov’è nata, in un ambiente che per lei è straniero e straniante. Una storia di emigrazione al rovescio, ricca di spunti e suggestioni, sullo sfondo di un sud malato di una religiosità distorta, ai limiti della superstizione, asservita a interessi politici e materiali, e di un degrado civile, oltre che ambientale, desolante.
Impegnate in questi giorni al Dubai International Film Festival – dove “Corpo celeste” è in concorso nella sezione Cinema of the World – né la regista Rohrwacher né la giovane interprete hanno potuto ritirare i premi: in loro vece è intervenuto alla cerimonia l’attore napoletano Salvatore Cantalupo, segnalatosi per l’ottima prova nei panni dell’ambiguo parroco don Mario e già apprezzato interprete di flm quali “Gomorra” di Matteo Garrone, “Fortapàch” di Marco Risi, “Teatro di guerra” di Mario Martone, “Qualunquemente” di Antonio Albanese. «Sono felice di ricevere questi due importanti riconoscimenti a “Corpo celeste” e a Yile Vianello – ha dichiarato Cantalupo – perché sono convinto che si tratti di un film di forte impatto, che riesce a coinvolgere il pubblico benché sia un film duro, asciutto, come l’ha voluto Alice Rohrwacher. Una regista molto giovane ma con idee molto chiare, che ha diretto tutti noi con piglio sicuro, quasi questa non fosse la sua prima importante esperienza di regia cinematografica».

“Corpo Celeste” sta riscuotendo diversi riconoscimenti e una calorosa accoglienza all’ultimo Festival di Cannes, a gennaio volerà negli Usa per partecipare al prossimo Sundance Film Festival diretto da Robert Redford, la più prestigiosa vetrina internazionale del cinema indipendente.
La giuria composta dagli attori Alessio Boni e Filippo Scarafia, dal produttore Vincenzo Marega, dalla psicoanalista Loredana Betti, da Annamaria Granatello, direttore artistico del premio Solinas, dal musicista e compositore Fausto Mesolella, e presieduta dalla giornalista Antonietta Nembri, nelle motivazioni di questo doppio riconoscimento a “Corpo Celeste” ha scritto: «Né sincopato né lento, è un film che ha la velocità della vita mentre la giovane Yile Vianello convince, sebbene in un ruolo così difficile, e riesce a restituirci tutto lo straniamento di Marta, la sua innocenza, i suoi dubbi e le sue angosce. Il film è un ritorno a casa, ma in una casa divenuta estranea: le riprese sono un affresco d’immagini dirette e luminose, mentre gli occhi di Marta, i suoi silenzi, nella cacofonia generale, sono un giudizio impietoso sul mondo che la circonda».

Per la sceneggiatura de “Il Gioiellino“, il premio è andato oltre al regista Andrea Molaioli a Ludovica Rampoldi e Gabriele Romagnoli. Il film con Tony Servillo, Remo Girone e Sarah Felberbaum che ha aperto questa edizione del Festival all’insegna di una riflessione sulla crisi economica globale e sul modo d’affrontarla.
«La sceneggiatura è complessa ma ben strutturata e delicata insieme, – ha dichiarato la giurata Annamaria Granatello, direttore artistico del Premio Franco Solinas – le linee di racconto sono numerose e bene intrecciate: ci regalano un pezzo di storia del nostro paese e della finanzia internazionale, con raffinatezza e lucidità, attraverso personaggi che ci guidano nello sfacelo della vicenda narrata con umanità e senza fronzoli. Non è mai facile scrivere di fatti di cronaca contemporanea che tutti abbiamo assorbito attraverso i media. Molaioli qui ha fatto davvero un buon lavoro».

L’ultima giornata di festival ha visto anche l’omaggio in musica di Fausto Mesolella al cinema italiano che ha chiuso la rassegna parallela di film e documentari “Rincorrendo la realtà” alla Borsa Merci di Arezzo.
Il festival italiano del Cinema sociale, organizzato dal Cesvot di Arezzo, con la direzione artistica di Maria Erica Pacileo e Fernando Maraghini, ha dato a tutti appuntamento al 2012, a una «quinta edizione ancora più ricca e sorprendente», come ha sottolineato il presidente della delegazione Cesvot di Arezzo, Leonardo Rossi.

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