Famiglia
Vignarca, Bassoli e Rondine: i tre vincitori del Premio “Nonviolenza” 2020
Sergio Bassoli e Francesco Vignarca, responsabili di Rete della Pace e Rete Italiana per il Disarmo insieme a Rondine Cittadella della Pace sono i vincitori del Premio Nazionale “Nonviolenza” Edizione 2020. «Lo studio dei meccanismi di armamento e della vendita di armi sono decisivi per la comprensione del fenomeno della guerra e quindi elementi imprescindibili da conoscere per interrompere tale pratica», si legge nella motivazione del premio
di Redazione
Sergio Bassoli e Francesco Vignarca, responsabili di Rete della Pace e Rete Italiana per il Disarmo insieme a Rondine Cittadella della Pace sono i vincitori del Premio Nazionale “Nonviolenza” Edizione 2020 assegnato dall’Associazione Cultura della Pace e dal Comune di Sansepolcro – Assessorato alla Cultura.
Bassoli e Vignarca vincono il Premio Nazionale “Nonviolenza” 2020 «per aver saputo, attraverso il loro impegno, promuovere la pace, la nonviolenza e il pensiero di Aldo Capitini e di far conoscere e riconoscere il motivo principale del conflitto armato, come il commercio delle armi, le spese militari e i guadagni connessi alle transazioni di armamenti verso Paesi in conflitto. La distrazione di fondi per un’economia di pace, crea inevitabilmente un’economia funzionale alla guerra e contro l’Uomo. Il loro lavoro ha contribuito e contribuisce allo svelamento di meccanismi perversi che rendono la guerra elemento costitutivo di una società disarmonica e violenta ».
Rondine Cittadella della Pace è invece un’esperienza pluriennale di ricomposizione dei conflitti attraverso la conoscenza reciproca di persone che hanno vissuto e vivono la realtà del conflitto stesso. Qui è stato messo a punto un metodo innovativo ed efficace che ha permesso di seminare la pace attraverso le persone. Rondine – Cittadella della Pace vince il Premio Nazionale “Nonviolenza” 2020 «per essere riuscita a realizzare e mettere in pratica una metodologa efficace e concreta per il superamento del conflitto attraverso la conoscenza dell’Altro, il confronto e la reciproca consapevolezza della diversa visione della realtà. Vivere il conflitto come elemento costitutivo attraverso metodi di superamento delle opposte visioni per creare uno stato di pace dove, pur permanendo la diversità, si crea un’armonia conviviale e resistente».
In foto, gli studenti di Rondine
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