Mondo

Vietnam: monaco muore agli arresti domiciliari

Lo ha reso noto l'International Buddhist Information Bureau, che ha base a Parigi, precisando che Thich Duc Nhuan è deceduto lunedì scorso per un embolia al cuore

di Paolo Manzo

Un monaco buddista appartenente alla Chiesa Unita Buddista, dichiarata fuorilegge in Vietnam, è morto mentre si trovava agli arresti domiciliari ad Ho Chi Minh City. Lo ha reso noto l’International Buddhist Information Bureau (Ibib), che ha base a Parigi, precisando che Thich Duc Nhuan, di 79 anni, è deceduto lunedì scorso per un embolia al cuore. Le forze di sicurezza hanno circondato l’abitazione del monaco presso la Giac Minh Pagoda e la polizia ha perquisito la casa e sequestrato carte e documenti. Una cerimonia si è svolta ieri alla presenza di 300 religiosi, ma al dissidente buddista Thic Quang Do non è permesso di partecipare. L’anziano monaco era agli arresti domiciliari dal giugno 2000, da quando le autorità vietnamite hanno dichiarato fuorilegge l’Unified Buddhist, perché rifiuta il controllo dello stato. Il leader della chiesa buddista in Vietnam, Thich Huyen Quang, è agli arresti domiciliari da diversi anni, ed altri monaci sono stati arrestati lo scorso anno dopo che il monaco dissidente, nominato per il premio Nobel per la pace, ha cercato di accompagnare all’ospedale il patriarca. Nhuan ha trascorso nove anni in carcere dopo che 21 monaci buddisti vennero arrestati nel 1984 e condannati con l’accusa di voler rovesciare il governo di Hanoi. Il monaco venne liberato nel 1993, pur continuando a rimanere sotto la stretta sorveglianza della polizia. Nhuan ha continuato anche durante la detenzione ad opporsi al governo e nel settembre scorso aveva scritto una lettera accusando il governo del suicidio di una buddista, Ho Tan Anh, che si è data alle fiamme il 2 settembre scorso ad Ho Chi Minh City. La stampa di stato non ha riportato la morte di Nhuan ed il governo non ha commentato, anche se continua ad insistere che i vietnamiti godono di libertà di religione e che ci sono milioni di buddisti e di cattolici nelle ”chiese approvate dallo Stato”. Anche i cristiani ed i cattolici sono oggetto di repressione in Vietnam. Il noto dissidente cattolico, padre Nguyen Van Ly è stato condannato a 15 anni di reclusione nell’ottobre scorso per aver attentato all’unità nazionale.


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